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Camminavo asciugandomi le lacrime, e senza farlo apposta mi scontrai con Minho, frettoloso di andarsene.

"Scusa" dissi cercando di non cadere "non ti ho visto"
"Si l'ho notato"

In ogni frase che Minho pronunciasse era sempre presente un filo di sarcasmo, quel sarcasmo pungente, tipico di una persona sicura di se.

Lo guardai mentre si sistemasse una specie di imbracatura sulle spalle e senza che potessi chiedergli a cosa servisse, una sua domanda mi raggiunse per prima.

"Che hai da guardare?"
"Nulla" risposi morendomi la lingua.
E come se mi avesse letto nel pensiero, il ragazzo rispose alla mia domanda.
"Mi serve per entrare là dentro" indicò le enormi mura di pietra accanto a noi.
Le guardai, osservando cosa davvero ci distaccasse dal mondo esterno, e mi chiesi se valesse la pena stare con le mani in mano senza aiutare gli altri.

"Voglio venire anche io nel labirinto"
Prima ancora che finissi la frase, Minho scoppiò in una risata sarcastica, una di quelle risate che ti fanno sentire stupida, una di quelle risate che dicono
- come te ne esci con cavolate simili? -
ma non mi importava, ciò di cui avevo bisogno era trovare un modo per uscire dal labirinto, e di salvare Newt.

"Scordatelo" asserì con ancora qualche rimasuglio della risata di prima nella voce.
Gli chiesi il motivo, e la sua faccia da scherzosa si fece seria, non aveva voglia di giocare, ma io nemmeno.

"Non puoi entrare la dentro, tu non sai niente di quel posto" si piegò per allacciarsi la scarpa "sei arrivata da troppo poco"

Prima che terminasse la frase, Thomas, anche lui con addosso la stessa imbracatura, ci raggiunse.
Ed in quel momento capii che il problema non fosse il mio essere arrivata da poco, anzi, era un lato che non avesse importanza.

"Andiamo?" disse il ragazzo fermandosi di fianco a Minho, che gli rivolse uno sguardo di rimprovero accompagnato da un sospiro.

"Così è perché sono arrivata da poco eh?" intervenne
"Senti non puoi venire e basta."
"E invece verrò"
"Dammi retta, non dureresti un secondo"
sistemò le ultime cose, ed io feci lo stesso, avvicinandomi alle mura
"Immagino che lo scopriremo"

Quando entrammo Minho si preoccupò sin da subito di tenere me e Thomas in guardia
"Statemi vicino e non fate stupidi eroismi"

Il labirinto era freddo e totalmente rivestito in pietra, con qualche edera sparsa qua e la sui muri, riuscivamo a sentire i passi metallici dei dolenti ma erano lontani.
Corremmo percorrendo i lunghi corridoi intrecciati tra di loro.
Continuavo a domandarmi come potesse essere un test, e per quale motivo un labirinto sarebbe potuto essere utile per trovare degli immuni.

Continuavo a correre senza sosta, immersa totalmente nei miei pensieri fino al momento in cui una mano mi prese il braccio, riportandomi alla realtà.

Mi voltai di scatto vedendo Thomas trascinarmi con sé.
Arrivammo davanti ad un mucchio di melma e fili elettrici, il tutto schiacciato tra due grandi mura.

"Cos'è?" chiesi disgustata
"Cos'era semmai" ribatté Minho
"Un dolente" rispose Thomas "era un dolente"

Lo guardai stupita
"Thomas lo ha ucciso" disse Minho
guardando l'amico con sguardo furbo.
"Ora ho capito dove fossi finito"

Solo allora mi resi conto di quanto fossi talmente presa nel pensare ad altro da non accorgermi dell'assenza di Thomas.
Forse avevo sbagliato ad entrare nel labirinto con delle distrazioni così grandi al di fuori, forse sarebbe stato meglio lavorare dall'esterno, studiando la situazione con Minho solo nella Radura.

Ti amerò sempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora