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Durante l'alternanza tra stati di lucidità ed incoscienza coglievo il movimento, frenetico e agitato, degli altri ragazzi.
A volte, se andava bene, riuscivo ad ascoltare pezzi di frasi oppure parole
"Thommy dobbiamo muoverci!"
- Thommy? - pensai - da quando Newt lo chiama così? -
"Sto facendo il più veloce possibile" aveva risposto il ragazzo
Più di tutto percepivo il dolore, lancinante ed insopportabile, al ventre.
L'adrenalina inizialmente prese il sopravvento senza farmi sentire nulla, ma non appena la calma si avvicinò a noi iniziai a soffrire come mai avevo fatto, abbracciando la paura di morire.

Quando arrivò il buio, il silenzio iniziale venne sostituito dai ricordi.
Il ruscello, casa mia, gli occhi di mia madre ed il suo profumo.
Ricordai la luce del sole che illuminava la superficie del mio mondo lontano e solitario, sempre incompreso.
E la pioggia, la mia dolce e amata pioggia, che mi imperlava i capelli e lavava via il dolore.
Ricordai la radura ed il fuoco acceso a scaldarmi.
Avevo impresso nella mia mente il sorriso di Thomas e la risata di Chuck, il sarcasmo di Minho e la simpatia di Frypan.
Perfino Gally non mi lasciava i pensieri, mi chiedevo dove fosse e mi pentii di non aver cercato di capire la sua paura.
E più di tutti era limpido il ricordo di Newt, delle sue dita intrecciate alle mie, con il potere di riempire il vuoto che provassi prima di incontrarlo.
Ricordai il modo in cui giocava con i miei capelli e tutte le volte in cui mi disse - ti amo -
Quel suo tocco leggero che aveva il potere di farmi rabbrividire e le sue labbra sulla mia pelle, pronte a baciarne ogni centimetro.
Avrei potuto scegliere di tenermi stretti quei ricordi e riviverli per sempre oppure avrei potuto lottare per crearne altri.
Era un bivio in cui non ero cosciente di essere, non sapevo di avere una scelta, ma lottai comunque.
Con tutte le mie forze.

Quando aprii gli occhi istintivamente li richiusi, una luce bianca e accecante li faceva bruciare come carboni ardenti, offuscandomi la vista.
La gola era così secca da fare male, la bocca era impastata e lo stomaco così affamato da avere la nausea.
"N-Newt?" lo cercai con voce flebile, sperando non fosse un sogno
"Mary" non era lui ne ero certa "Sono Chuck" il sospiro affannoso ed il tremore nella sua voce lasciarono trapelare l'emozione, che mi provocò una smorfia simile ad un sorriso
"Ei" riuscii ad aprire leggermente di più gli occhi, che per quanto non riuscissero ancora a metterla a fuoco riconobbero la figura del giovane ragazzino "state tutti bene?"
"Si noi siamo okay, avevamo solo paura per te" sospirò tranquillo "vado a chiamare Newt"
Nonostante si fosse diretto al di fuori urlò così forte che riuscii comunque a sentirlo
"Newt si é svegliata..Mary si é svegliata!" la gioia nella sua voce mi intenerì il cuore
Il ragazzo, accompagnato da Chuck, mi raggiunse poco dopo.

Rimase distante a guardarmi da lontano e solo quando cercai di mettermi seduta mi si avvicinò
"Stai attenta può farti ancora male" la sua dolcezza era immutata così come lo era lui
"Ce la faccio" risposi alzandomi leggermente, ma la fitta lancinante al ventre mi diede torto, mugugnai un verso di dolore "ok, forse non ce la faccio" esclamai sdraiandomi di nuovo
"Tranquilla" si sedette affianco a me e con una mano mi accarezzava la guancia "non dovrai fare sforzi per un pò di tempo"
Rimasi in silenzio ad osservare ogni suo particolare, ogni movimento delle labbra quando parlava ed il suo sbattere le palpebre, ero attonita e totalmente persa nella sua bellezza.
Con molto sforzo deglutii, assetata e vuota, provando un forte bruciore alla gola.
"Per quanto sono svenuta?" chiesi
Newt si rivolse verso di me con espressione seria "quasi due settimane"
Alzai le sopracciglia stupita
"Che é successo dopo?"
Il ragazzo simulò un sorriso
"Per fortuna nell'accampamento c'é chi ci sa fare con i ferri. Ti hanno salvato la vita" sospirò con dolore "non so cos'avrei fatto se fossi morta"
Gli presi una mano, riuscivo a capire di avere una stretta debole quasi impercettibile, ma volevo fargli sapere che ormai ero lì e stavo bene
"Non é successo, é andato tutto bene" ero dispiaciuta nel vederlo stare così male "siamo tutti salvi?"
Annuì "ora faccio entrare anche gli altri, ma prima ti devo dire una cosa."
Corrucciai la fronte incuriosita
"Non siamo più all'accampamento"
Scossi la testa confusa
"Dove siamo allora(?)"
"Al sicuro" inevitabilmente sorrise a quell'affermazione "siamo al sicuro"
Contagiata dal suo, sorrisi anche io, felice nel vederlo finalmente in pace.

Ti amerò sempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora