15

145 5 2
                                    

Newt Pov
La sera del falò ci addormentammo insieme appoggiati contro il tronco di un albero.
La mattina dopo la guardavo mentre dormiva sulla mia spalla e sembrava finalmente in pace, si prendeva un momento di riposo da tutto il tormento che aveva dentro, ed era più bella che mai.

Per quanto stessi bene in quel momento non riuscivo a smettere di pensare al peggio, la radura sarebbe crollata a pezzi da un momento all'altro, i ragazzi erano sull'orlo di un esaurimento nervoso.
Mi sentivo impotente.

"Buongiorno" la voce dolce di Mary interruppe il flusso di pensieri negativi che iniziassero ad impadronirsi della mia mente
"Ei" dissi guardandola, i raggi del sole le illuminavano la pelle "raggiungiamo gli altri?"
Sollevò la testa dalla mia spalla e si rimise seduta nella posizione della sera prima, guardava le mura cercando di nascondere la preoccupazione
"Si" si vedeva che fosse stanca "meglio andare"

Si alzò in piedi levandosi alcuni rimasugli di erba dai pantaloni e raggiungemmo gli altri nel casolare.
Quello era il posto delle decisioni importanti.

Una volta entrati, i ragazzi ci rivolsero uno sguardo ed il silenzio si impadronì della stanza
"Newt" esclamò Gally dopo svariati minuti "per prendere una decisione pensavamo di andare a votazione"
Scossi la testa senza nascondere la mia titubanza
"Non so" sospirai avvicinandomi lentamente "penso si tratti di qualcosa di troppo importante, non possiamo decidere noi per gli altri, come gli altri non possono decidere per noi"
"Quindi sei più per il libero arbitrio?" esclamò Thomas con una punta di acidità nella voce
Alzai le spalle, non sapevo nemmeno io per che cosa fossi più propenso
"Ne avete parlato con la ragazza?"
Thomas annuì
"Dice che l'unica soluzione sia il labirinto"
Mi girai verso Mary, perché non parlava? Perché non diceva la sua?
"Tu che ne pensi?"
Mi rivolsi a lei e Gally sbuffò in una risatina ironica che entrambi ignorammo
"Penso che sarebbe meglio restare" la sua supposizione venne subito interrotta dai fastidiosi brusii dei ragazzi "infondo loro hanno bisogno degli immuni no?" proseguì avviandosi al centro della stanza facendosi spazio tra i radurai "ma a quanto dice Teresa, nemmeno la Wicked sa chi siano, sa solo che si trovano tra di noi. E' un rischio anche per loro lasciarci morire di fame"
Mary non aveva torto e quasi tutti concordavano con lei, ma Gally era diffidente.

"Non so" disse il ragazzo ad un certo punto " sembrano entrambe scelte troppo rischiose"
"Prima o poi dovremmo prendere una decisione" lo interruppe Thomas " per me Mary ha ragione. Rischiamo di più andando nel labirinto che restando qui."
"Allora è deciso" stranamente fu Alby a parlare questa volta "restiamo ma - " fece una pausa rivolgendo lo sguardo verso Mary "spera per te stessa di non star sbagliando"
La vidi rabbrividire ma si mostrò forte, amavo come non si facesse buttare giù da nessuno.

Dopo la riunione ognuno tornò alle sue mansioni ma nessuno si sforzò di nascondere quanto la situazione fosse critica.
Alcuni sostenevano che fosse tutto inutile, altri invece si davano da fare senza lamentarsi.
A volte avevo la sensazione di soffocare da un momento all'altro ma poi guardavo Mary e tutto il male sembrava affievolirsi, pensavo che forse ce la saremmo cavata e sarebbe andato tutto bene.

Dopo all'incirca due o tre giorni, nella radura si era creato un equilibrio tra la paura del non farcela e l'abitudine a quella sensazione.
Le giornate erano passate in fretta, i velocisti non erano più rientrati nel labirinto e tutti cercarono di limitare le proprie razioni di cibo, era una routine che sembrava funzionare.
Finché tutto non cessò di colpo ed il flebile equilibrio che sembrava essersi formato non si ruppe.

La luce del giorno si era propagata da poco per tutta la radura, era una mattinata fresca ed inizialmente tutto sembrava andar bene, ma poi, subito dopo essermi svegliato una strana sensazione mi pervase il corpo.
Sapevo che qualcosa non andava senza sapere cosa davvero non andasse.
Cercai di scacciare via quella sensazione, ma era come se quella profonda angoscia mi tenesse ancorato in un abisso di desolazione.
Mi venne subito in mente lei, perché sapeva farmi stare bene, e la cercai appena mi alzai.
Non era sulla sua amaca e nemmeno nel casolare, così come non c'era in cucina e non era con i medicali, per trovarla mi bastò alzare lo sguardo verso la piattaforma di legno, il posto più in alto della radura.

"Allora sei qui" dissi raggiungendola "ti ho cercata dappertutto"
Si girò guardandomi di sfuggita e tornò con lo sguardo fisso sulla radura
"Siediti con me"
Mi accomodai di fianco a lei con le gambe a penzoloni nel vuoto, era in procinto di chiederle a cosa pensasse ma mi precedette.
"Ti rendi conto di quanto sia bella?" esclamò " mi ricorda così tanto casa"
Dalla sua voce riuscivo a percepire la malinconia che provasse, le mancava casa più di tutto.
"Da un certo punto di vista lo è" risposi calmo "è casa nostra"
Le rivolsi uno sguardo e la vidi sorridere leggermente, istintivamente la guardai ancora un po' ammirando quanto fosse immensamente bella e triste.
Annuì leggermente senza fare caso ai miei occhi fissi su di lei "si è casa" disse ricambiando il mio sguardo in modo dolce cercando di nascondere quel velo di sofferenza che le si leggesse negli occhi.
"Ma..(?)" chiesi incitandola a dire ciò che davvero pensasse.
"Ma mi manca tutto, casa mia, la mia mamma..il nostro posto"
In quella situazione mi sentivo altamente impotente, avrei voluto essere abbastanza per poterla far sentire bene di nuovo, ma sapevo di non esserlo.
Al contempo però la mia curiosità prese il sopravvento, con la mutazione avevo recuperato i miei ricordi e "la mia vita", ma non quella di Mary, di cui sapessi ben poco.

"Sai" dissi con imbarazzo nella voce "ora ti farò una domanda sperando tu la prenda nel migliore dei modi"
Lei annuii incuriosita e confusa, come biasimarla?
"Prima hai parlato di tua madre no?"
"..si"
"Che è successo a tuo padre?"

Le spuntò per pochi secondi un sorriso furbo e poi alzò le spalle
"Non l'ho mai conosciuto" sospirò cercando di sembrare il più disinvolta possibile "e non mi interessa farlo, non so nemmeno chi sia"

Ero sul punto di rispondere ma un rumoroso frastuono si propagò per la radura.
Dal punto in cui fossimo riuscimmo a scorgere in lontananza un grosso elicottero che puntava nella nostra direzione, io e Mary ci scambiammo uno sguardo spaventato, e ci fiondammo a raggiungere gli altri.

"Ma che diavolo?" esclamò Minho guardando in alto
Tutta la radura si era riunita ad osservare l'immenso elicottero che con prudente lentezza si avvicinava al suolo, il rumore assordante era così forte da coprire il suono dei miei pensieri.
Il frastuono cessò quando l'aeromobile giunse a terra.

I passeggeri dell'elicottero erano cinque, più precisamente quattro uomini ed una donna, che mi sembrava di aver già visto.
- che sta succedendo? - pensai guardandomi attorno

Ti amerò sempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora