Capitolo 6

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Arriviamo tutt'e tre al bar.《3 birre per favore!?》. Dico al barista, mentre poso i soldi sul balcone, 《Prego》,《Arrivederci 》prendo il resto e le birre, le porto al tavolo e Rose mi guarda con un aria arrabbiata 《Ho detto no!》, 《Io ho detto si, quindi shh!》poggio un dito sulle labbra come in segno di silenzio, Rose alza il dito medio e mi sorride《con affetto》,Terry beveva senza dire nulla poi Rose si schiarisce la voce, Terry la guarda e poi guarda me《Non dovevi, ma grazie》 "ho capito, non dice mai di no" odio le persone come lei che se ne approfittano ma pazienza, mi scoccio di litigare, 《Tranquilla, non è un problema》,《lo so》ho visto Rose muoversi di scatto per dire o fare qualcosa, le sfioro un braccio e faccio cenno di no con la testa. Terry si allontana portando diversi ragazzi con se, si presentano e tutti mi fissano e provano a parlarmi ma Rose li interrompe, in continuazione, la guardo come per dire 'grazie' e lei mi sorride, all'improvviso Terry urla e corre 《Mark!!!!!》le è saltata quasi addosso, lui la saluta accarezzandole un braccio, poi si avvicina a noi, ci saluta con un cenno di testa e guarda in cagnesco quello che mi sta fissando le tette da un bel po, 《Samuel hai deciso di farlo anche tu quel tattuaggio?》il ragazzo distoglie lo sguardo da me e risponde a Mark, guardando di nuovo verso di me e il mio seno, fingendo di non sapere di cosa stesse parlando 《Ora che lo guardo meglio, in realtà penso che sarebbe stato meglio a te, o a Abram con quelle tette》《Una cosa è certa, ho una taglia in più della tua ragazza, almeno qui ti puoi divertire di più》, toccandosi gli addominali e strusciandoli verso Samuel, che si allontana e lo guarda in cagnesco dopo quel gesto, Rose si mette una mano sulla fronte disperata, 《Basta, smettetela, sembrate dei bambini》 prende la sua birra, mi fa segno di seguirla, si alza e andiamo in pista a ballare, sono arrivati anche Jhoe, Abram e Mark. Abbiamo iniziato a ballare, i ragazzi ballano molto male sembra si vergognassero, mi ritrovo tra Jhoe e Rose, Abram e Mark sono dietro di noi, hanno gli occhi rossi e socchiusi si poteva dire che avessero fumato qualche canna, si sentiva anche l'odore dai loro vestiti, soprattutto la maglietta verde militare di tessuto scadente di Jhoe, e dalle tasche del suo pantaloncino grigio chiaro di tuta, dove la maggior parte delle volte ci metteva l'erba, credo che ne avesse un po anche Mark perché ogni due per tre si controlla nelle tasche e annisce a se stesso credo, poi capisco che invece si riferiva ad Abram, che come al solito ha l'ansia di perdere ogni cosa. Siamo stanchi e sudati, abbiamo preso delle sedie e ci siamo messi in gruppo, quel tipo, Samuel, si è seduto proprio di fianco a me ma arriva Mark e lo fa alzare《Quello è il mio posto testa di cazzo, non vedi c'è la mia felpa》era vero c'era una felpa, invernale arancione spento, con la zip e i lacci neri, alla mia sinistra invece c'era Jhoe che rideva per qualsiasi cosa, prima che  il bar chiuda, faccio cenno a Rosa se volesse qualcosa e lei mi fa di no con la testa così mi alzo e Mark mi segue a ruota, credevo avesse capito il mio intento, invece mi è venuto dietro perché anche Samuel si è alzato, si avvicina e mi prende sotto al braccio《Che pensi di fare? Piccola rompiscatole?》《Non mi avevate detto niente, non vi volete prendere i soldi per stasera, allora vi offro qualcosa, è il mio modo per sdebitarmi, se sei venuto qui per fermarmi, puoi anche andare》 mi sono rivolta verso Samuel, 《So cavarmela da sola》, 《Mi può dare 5 birre per favore?》mentre stavo per prendere i soldi, Mark ha posato 20$ sul bancone, 《Heii! Ma non senti quando uno ti parla》, 《Si certo, ma non mi interessa 》facendomi un occhiolino, 《So che puoi permettertelo, signorina Fuller ma non mi piace approfittare, soprattutto delle ragazze carine come te. Sono pur sempre un gentiluomo io!》 ho sentito le mie guance andare a fuoco, deve essersene accorto perché mi ha sorriso, erano l'01 e 35 di notte e nessuno andava via, da lontano ho riconosciuto la pazza, deve averla vista pure lui, portiamo le birre ai ragazzi, poi mi prende per mano e mi porta verso il boschetto, 《Che fai? Dove andiamo?》,《Tranquilla, non ti sto rapendo》indicando la pista, più che altro i nostri amici con la testa《ci stiamo avviando, ho avvertito Jhoe, Abram è già la e poi devo parlare con te in privato!》, pensandoci bene, non ho  visto Abram nel 'cerchio' e la sua birra l'ha data a Jhoe che non ha esitato un secondo e prendersela, come al solito ho fatto una smorfia e Mark mi ha guardata e fermata《Va tutto bene?》 《Si scusa》 ha fatto su e giu con le spalle e abbiamo ricominciato a camminare, siamo in un fitta foresta, mi sono venuti i brividi, mi è passato un brutto ricordo per la testa mi sono impietrita vedendo due ragazzi nascosti dietro un cespuglio, la ragazza, dava l'impressione che stese urlando, ma non di piacere, invece mi sbaglio, perché sento meglio. Mike mi ferma《Vuoi provarci anche tu?》faceva lo stronzo come sempre lo ignoro e ricomincio a camminare lui ride e si avvicina, mi porge la sua mano, mentre salta su una discesa molto ripida, o almeno, per quel poco che riuscivo a vedere, questa volta accetto l'aiuto, stavo quasi per cascare, ma lui mi ha presa a volo, ci siamo guardati un istante negli occhi, e il mio seno sfiorava il suo petto, sentivo un rigonfiamento dalle parti basse, se ne reso conto e mi ha scostata in un botto, 《Scusami, sono mortificato》si tiene il viso tra le mani, lo fermo, gli prendo le mani tra le mie《Va tutto bene andiamo, non mi piace il buio》 ed era vero odio il buio, il buio mi porta a galla tutti quei ricordi, che ho cercato di buttare nel dimenticatoio, senza alcun successo. Come aveva detto Rose,  porto i miei demoni a spasso con me sempre, non li lascio andare via. 《Hai detto che volevi parlarmi,dimmi》《Volevo chiederti scusa per stamattina, sono stato un vero stronzo mi dispiace, ma non capisco il perchè tu mi faccia questo effetto. Tutto qui》, ‘tutto qui?!’ che orgoglioso del cazzo che è, aveva il muso da gattino tenero, è quasi dolce, forse troppo per i miei gusti 《Sei uno stronzo che vuole fingere di non avere sentimenti, ma prima capirai che i tuoi sentimenti fanno di te, te stesso, prima avrai il tuo perdono e forse il mio.》 Sorrido gli faccio un occhiolino e gli indico di andare, sà che sono seria, così mi sorride e ci incamminiamo. Dopo poco siamo arrivati, all'inizio di una piccola spiaggetta, c'è una grossa buca con del legno dentro, tre buste di plastica grandi e due del supermercato nel quale fuori uscivano buste di patatine di ogni tipo, ci sono, 2 sedie a straio, teli stesi accanto alla buca, carte da gioco, e una cassa nera di media grandezza, contenente birra e vino, sia bianco che rosso. Sugli alberi che circondavano il posto c'erano delle lucine, come quelle di natale, che si usano per rivestire l'albero. Sotto un manto di stelle meravigliose, il cielo è fantastico, di un blu acceso e una luna piena che sembra un grosso faro, il mare con il rumore delle sue onde che sembravano note musicali, di pianoforte, dolce, suave e rilassante.
《Benvenuta》mi interrompe Abram a quella visuale quasi magica, poi guarda verso Mark 《Dai accendiamo questo fuoco》 Mark mi volge uno sguardo dolce e sensuale poi raggiunge l'amico. Mentre i ragazzi accendono il fuoco, io consumo la mia birra, facendo un sorso noto che era ancora quella di prima, che Mark aveva comprato al bar perché era calda, così la finisco tutta d’un sorso. Sono seduta sul telo che avevo portato da casa, il fuoco finalmente era acceso, Abram aveva aperto una bottiglia di Vodka alla pesca e ne aveva bevuto un sorso poi l'aveva passata a Mark, si è avvicinato a me, si è seduto accanto a me, mi passa la bottiglia, ne bevi un sorso e la riporto ad Abram, Mark mi bacia la fronte, io appoggio la testa sulla sua spalla e lui mi accarezza i capelli.
Sento dei rami spezzarsi, inizialmente tremo a quel rumore, ma Mark mi mette una mano sulla spalla per tranquillizzarmi poi si alza di scatto, 《E voi cosa diavolo ci fate qui?!》è arrabbiato e tanto, ha stretto i pugni aveva il collo rosso e la vena sul vollo fuori, non l’ho mai visto così. Mi stringeva la mano e guarda la persona di fronte a noi in modo cagnesco.

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