Capitolo 12

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Io e la mamma siamo appena arrivate sono 10:30 del mattino, scarichiamo la macchina in fretta perché la mamma, tra 30 min deve andare in ufficio, mi faccio una doccia veloce, indosso un pantaloncino di jeans e un top bianco scollato, le converse nere, scrivo un messaggio veloce a Nick e gli dico di raggiungermi in piazza. Prendo la metro che mi ferma proprio fuori la piazza e li ci ritrovo i miei migliori amici, Nick era bello come il sole come sempre, con quei suoi riccioli castani e quegli occhi verde smeraldo, indossava una maglietta a mezza manica giallo senape, il pantaloncino nero,e un paio di AirForce bianche e nere, alla sua sinistra c'era Lucas, con quei suoi capelli rasati e quegli occhi grigi nel quale potevi specchiarti, con il suo solito cappellino da pescatore color sabbia. Eccolo lì, il solito tappetto vestito con le prime cose che aveva trovato nell'armadio, aveva una t-shirt nera con una scimmia della Monkey Kong e un pantalocino di jeans scuro e le Converse bianche basse, corro verso i miei amici che mi aspettano a braccia aperte. La prima cosa che Nick mi chiede è di Mark e io gli dico che tra non molto lo avrei videochiamato e lo avrebbe visto lui stesso, Lucas era felice di rivedermi ma allo stesso tempo triste e cupo, avevo già capito ogni cosa 《Hai di nuovo litigato con Taylor vero?》ha girato gli occhi al cielo,《È un cazzone già glie l'ho detto 》aveva ribattuto Nick, 《Spiega nano cazzone》gli dico dandogli un colpo al braccio e ridacchiando《L'hai lasciata di nuovo sotto al palazzo non è vero?》Lucas annuisce con la testa,《e dove stavi?》,《Da me》risponde Nick prima che Lucas riuscisse ad aprire bocca, 《A fare?》, questa volta Lucas parla prima che lo facesse Nick《Nulla, stavamo aspettando una tua telefonata e giocavamo online..》, dice sbattendo i piedi l’uno contro l’altro, e alzando gli occhi al cielo《sai che io detesto Taylor ma sono d'accordo con lei adesso, l'hai mollata per un'altra ragazza, che sarei io, e per quel che so nemmeno lei è una mia grande fan》dico ridendo Lucas era incazzato più che triste, ora che noto bene《Lo so ma sono stanco di sentirmi io la donna e lei l'uomo, sono stanco di sentirmi dire con chi devo o non devo uscire, penso di lasciarla..》 dice guardando verso il basso, si vedeva che era dispiaciuto, ma era anche esausto, aveva ragione su ogni cosa, era diventato qualcosa di inaccettabile, Nick gli si avvicina《Qualunque sia la tua scelta noi ti staremo vicino amico, sai che puoi contare su di noi, per qualunque cosa》ho gli occhi lucidi, 《Lo dico contro il mio volere ma lo dico per te, io la odio è vero ma tu pensaci bene prima di fare qualsiasi passo》,《Credi che non l'abbia fatto, hai notato che da quando sei partita ci siamo sentiti si e no due volte, quelle volte che le avevo detto di andare a comprare le sigarette passavo da Nick e ti chiamavo》diceva arrabbiandosi sempre di più 《quindi il suo problema sono io, come sempre dopotutto, sono l'incubo di ogni fidanzata..》dico tenendo lo sguardo fisso all'orizzonte nella mia voce c'era una nota di tristezza, ma invece li prendevo solo in giro《il problema non sei solo tu, è anche Nick o qualunque altro mio amico o membro della famiglia 》a quelle parole ho sgranato gli occhi, Nick ci abbraccia poi gli squilla il cellulare, si allontana meno di un minuto, torna《mi dispiace disturbare, parleremo dopo》mi guarda e fa cenno con la testa di andare《sono li, andiamo, chiudiamo quest'altro problema e andiamo a festeggiare il tuo ritorno》. Nick e Lucas sono sempre state le uniche persone di cui mi fidavo ciecamente dai tempi dell’uscita dal riformatorio, mi hanno sempre tirato fuori dai guai e se non potevano, si mettevano nei guai con me, ma in ogni caso non mi avrebbero mai lasciata sola, così saliamo sulla Citroen di Nick e andiamo dal grande boss a consegnare questi maledetti soldi e questa storia sarebbe finalmente finita.
Abbiamo parcheggiato l'auto sulla Borton Way, ora dovevamo fare circa 15min a piedi, 《Dai raccontami un po di questo Mark, di dov'è?》chiede Lucas, cercando di distrarsi dai suoi problemi, mi sono sentita le guance rosse 《È di Santa Monica, anche sua cugina, abbiamo legato tantissimo, credo che ti piacerà parecchio è anche lei nerd come noi 》riferendomi a Nick e facendogli un occhiolino 《Sul serio!?》era strafelice, anche Nick era gay, da noi i gay e le lesbiche erano visti male, eravamo l'unico popolo della California ad odiare i gay o almeno una buona parte, io e Lucas non eravamo di quel pensiero forse anche per Nick o semplicemente eravamo più intelligenti degli altri. Siamo arrivati, i ragazzi stavano salendo, li fermo《Salgo prima io》, Nick fa come fermarmi, Lucas lo ferma per il braccio e annuisce con la testa, salgo prima io, il solito capannone abbandonato del posto, entriamo c'è un silenzio che quasi mette ansia, mi sembrerebbe di cadere nel vuoto se Lucas non mi stringesse la mano, ci fermano degli uomini in tuta e felpa nera, con il cappuccio e un cappellino da baseball sempre nero, ci perquisiscono telefoni, chiavi, porta chiavi, glinder e tutto quello che avevamo nelle tasche, poi una voce roca, veniva dal centro dell'abitacolo 《Finalmente ti conosco di persona, piccola Fuller》con un accento russo fastidioso, 《Salve Signor Nicolaï, vorrei poter dire lo stesso ma sapete già 》avevo una rabbia in corpo volevo correre e rompergli tutti i denti, ma sapevo che avrebbero sparato prima i miei amici e poi me, non l'avrei mai pernesso, c'erano 4 uomini di fianco a lui, e altri a tutte le possibili uscite,《Credimi, vorrei averti conosciuto diversamente, ho saputo grandi cose su di te, da molte persone》aveva uno sguardo meschino e cattivo, ho sentino Nick spostarsi di un millimetro dalla mia destra, gli uomini avevano caricato i mitra, ho fatto di no con un dito, mi ha visto, 《Spero che dopo oggi non ci vedremo più 》, quello stronzo era seduto su una grossa sedia nera di pelle e girava su se stesso, con le mani giunte sotto al suo mento,《Dipende se mi hai portato ciò che mi hai chiesto》,《Ho tutto, in realtà nei nostri zaini c'è anche di più 》faccio cenno con la testa ai ragazzi a dargli gli zaini, due degli uomini  sempre i mitra ben puntati, si avvicinano li prendo e prima di passarli a quei due, me li ritiro《Avevamo un patto, non voglio più sentire parlare di voi, non voglio più essere seguita da nessuno dei vostri, se sarà così avrete quello che mi avete chiesto, il nostro debito sarà saldato e addio》,《D'accordo 》, gli do quei maledetti zaini, si mettono a contarli, gli uomini fanno un cenno con la testa, dopo circa 15min i piedi mi facevano male ed ero stanca. 《Beh che dire è stato un piacere fare affari con lei signorina Fuller, se vuole un'entrata in più è la benvenuta 》, guardo quell'uomo con disprezzo《Non credo proprio ma grazie dell’offerta.》quel viscido si alza e mi bisbiglia all’orecchio《Io invece credo che ci rivedremo presto》gli lancio un occhiataccia poi lo saluto con la mano mi volto, faccio segno ai miei amici e andiamo verso l'uscita, guardandoci sempre le spalle, per vedere se ci seguissero, ci hanno 'accompagnato' fino all'uscita, siamo finalmente usciti, abbiamo respirato all'unisono e siamo scoppiati a ridere per il nervosismo. Ci siamo recati all'auto, Lucas ha messo in moto, io mi sono seduta sul lato passeggero per fumare, eravamo finalmente liberi e volevamo goderci la nostra libertà. Così siamo andati  nel solito bar, mi salutano tutti e io ricambio, in macchina ho ricevuto una breve telefonata di Mark, abbiamo staccato una volta arrivati ovvero 5 min dopo.
Prendiamo tre birre e le beviamo in solo sorso come sempre. Accendiamo tre sigarette e parliamo di tutti e dieci i giorni che non siamo stati insieme, ho parlato più io che loro, perchè mi hanno chiesto i dettagli su ogni cosa, su ogni luogo avessi visitato, tutte le persone che avevo conosciuto e su tutto quello che avevo fatto, ogni punto, ogni virgola. Abbiamo parlato per diverse ore poi siamo tornati nella piazzetta.

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