𝐜𝐡𝐚𝐩𝐭𝐞𝐫 𝟏 - 𝐍𝐀𝐓𝐀𝐒𝐇𝐀

648 30 16
                                    


nota dell'autrice: questo capitolo inizia esattamente dove inizia il secondo di King of Scars (dopo che Nikolai trasformato ha quasi mangiato un bambino per intenderci). nella mia versione, insieme a Zoya a prenderlo c'era anche Natasha, che ora è con lui.


-Zoya aveva ragione- brontolò sottovoce Natasha. C'era davvero puzza di sangue, motivo per cui la Chiamatempeste si era rifiutata d'entrare, quindi era toccato a Nat.

La ragazza non si lamentò più di tanto, cercando di tapparsi il naso premendoci sopra la manica. Erano dieci miglia fuori Ivets, quasi cento dalla capitale, e stavano tornando alla tenuta del loro ospite per il vertice commerciale, il duca Radimov. Nat pregava che nessuno avesse visto Nikolai uscire dalle sue camere. Lei sapeva cosa ne pensava Zoya: a Os Alta, a casa, non sarebbe mai successo. Però Nat dava ragione a Nikolai, e si era offerta di accompagnarli proprio per quello, a differenza di Genya, che era rimasta alla capitale.

Vicino a lei, lo stesso re di Ravka digrignava i suoi denti aguzzi e cercava di liberarsi dalle sue catene.

Natasha voleva avvicinarsi, ma si tenne lontana. Sapeva che Nikolai in quel momento non era in sé e avrebbe rischiato di venire attaccata, e ciò avrebbe solo complicato le cose.

Stette ad ascoltare il vento, fuori, senza muoversi. Il rumore le fece pensare quasi a versi di una bestia, e per poco non rise per l'ironia della cosa.

Natasha ripensò a quel bambino, nella fattoria, che Nikolai aveva quasi mangiato. Quasi, si ricordò, reprimendo un brivido. Quel bambino doveva essere piccolo, poteva avere sette, otto anni. Non era come lei, che all'epoca era la sorella più grande, la maggiore che, mentre suo fratello prestava servizio nel Primo Esercito, si prendeva cura di tutti. Di sicuro quel bambino aveva qualcuno che si prendeva cura di lui.

Ricordò l'orrore e lo spavento quando lei e Zoya avevano raggiunto Nikolai e lo avevano trovato davanti a quel bambino. A quanto ne sapevano, Nikolai non aveva ucciso nessuno. Non ancora, ricordava sempre cupamente il re ogni volta che si andava su quell'argomento. Natasha pensava che non avrebbe mai potuto farlo, ma di solito tutti rimanevano zitti a quel punto, nessuno osava contraddirlo o parlare.

Un miglio dopo, i rumori dietro di lei si erano calmati. Lo sferragliare delle catene diminuiva mentre la creatura sembrava sprofondare sempre di più nell'ombra del sedile. E poi, la raggiunse la voce del re. -Suppongo che tu non mi abbia portato una camicia pulita?–

Natasha prese il pacco da terra e ne estrasse una camicia bianca e un cappotto foderato di pelliccia. Senza dire nulla, Nikolai alzò le mani incatenate: erano ancora segnate dalle deboli linee nere che aveva portato dalla fine della guerra civile, tre anni prima. Di solito, Nikolai le nascondeva con dei guanti, anche se secondo Nat portarle visibili sarebbe stato un segno di coraggio che il popolo avrebbe apprezzato. Certo, loro però non sapevano tutto sulla tortura che aveva subito dall'Oscuro, o del vero prezzo di quella, che non erano le cicatrici, ed era comprensibile che Nikolai volesse nasconderle. Natasha pensava che per lui erano come un promemoria di ciò che diventava, ma non poteva esserne sicura.

Nat lo liberò dalle catene con la chiave che indossava attorno al collo, e Nikolai si tolse la camicia rovinata. Usò l'acqua della fiaschetta che lei gli aveva portato per lavare il sangue dal petto e dalla bocca, poi si bagnò ancora le mani tremanti e le passò tra i capelli. Era di nuovo Nikolai, pensò Nat mentre lo fissava. Aveva ancora i suoi occhi color nocciola, i capelli dorati spinti indietro sulla fronte.

-Stai... stai bene?– mormorò Natasha, pentendosene subito dopo. Che domanda era? Come poteva stare? Ma non si era riuscita a trattenere.

Era pronta a darsi uno schiaffo da sola, ma Nikolai non la rimproverò, né ribatté in alcun modo. La guardò e, ignorando la domanda, chiese a sua volta -Dove mi avete trovato, stavolta? –

➵ 𝐃𝐄𝐌𝐎𝐍𝐒  | 𝒏𝒊𝒌𝒐𝒍𝒂𝒊 𝒍𝒂𝒏𝒕𝒔𝒐𝒗¹Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora