Fresco. È tutto ciò che sento sulle gambe, un fresco piacevole e rasserenante, mi fa male la testa e vorrei una bottiglia d'acqua ghiacciata da scolarmi.
Sono nel mio letto e non ricordo nemmeno di essere entrata a casa, com'è possibile? Alice ha avuto sicuramente tanta pazienza ieri sera.
Mi giro e rigiro tra le coperte, il mio letto è così comodo, potrei restarci anche una giornata intera."Ali mi porti un bicchiere d'acqua? Uno di quelli alti!"
Urlo dalla mia stanza.
Non ricevo risposta, sono costretta ad alzarmi e prendermelo da sola nonostante non mi vada di lasciare questo bel posticino mezzo fresco e mezzo caldo."Ti ho chiesto solo un bicchiere d'acqua..."
Sbiascico io mentre cerco di essere lucida un minimo.
"Buongiorno."
"Giorno."
Mi siedo al mio solito posto sul tavolo, alle spalle della cucina infilandomi le dita tra i capelli e subito dopo girandomi di scatto.
"Hai finito di avercela con me per ieri sera? O hai intenzione di continuare così per molto?"
Chiedo stropicciandomi gli occhi con foga e dirigendomi verso i fornelli per prepararmi una tazza di latte e caffè.
"Mi ero sbagliata sul tuo conto."
Spalanco gli occhi. Ho solo parlato con quell'arrogante e presuntuoso di Damiano, cosa sarà mai.
"Dai Alice non lo conosci nemmeno, hai sviluppato questa ossessione dopo averlo visto sotto casa mia, non ne avevi mai parlato prima."
Dico facendo cadere metà del caffè in polvere sul pavimento tra uno sbuffo e l'altro.
"Potevi almeno presentarmelo, non credi?"
"Ma se non sa nemmeno il mio nome?! Come facevo a presentartelo? Non ricordo nemmeno di cosa abbiamo parlato."
Lascio perdere il caffè, lo prenderò al bar sotto casa. Domani Alice tornerà nella sua città, non è normale che si comporti così quando sa perfettamente che ci vedremo una volta al mese, sempre se tutto va bene.
Mi vesto, prendo l'immondizia dal balcone e scendo con le scale, non ho voglia di aspettare l'ascensore."Cazzo le chiavi."
Le dimentico spesso.
"È un'abitudine allora."
Sento dire dietro di me mentre sto per scendere i gradini prima dell'androne. Credo stia entrando in ascensore.
Ho capito sia Ethan dalla 'r' moscia che lo contraddistingue. Decido di ignorarlo e andare via. È il minimo dopo che ieri sera ha beatamente fatto finta di non conoscermi.
Prendo un caffè macchiato e un cornetto alla crema in tranquillità, accompagnati da una sigaretta. Peccato che io sia intollerante al lattosio e... si sa l'effetto della sigaretta con il caffè. Dovrei andare in bagno urgentemente ma cerco di evitare, camminare forse risolverà la cosa o forse sarà meglio salire a casa senza farmi troppi problemi.
Per fortuna il portone è sempre aperto la mattina, evito almeno di citofonare e scomodare la mia coinquilina."Alice apri!"
Urlo io per tutto il condominio mentre suono il campanello insistentemente. Busso forte sulla porta ma nulla, spero non si sia sentita male. Decido di chiamarla ma probabilmente non è in casa, anche se fosse svenuta, sarebbe rinvenuta con questo suono stridulo del campanello.
«Sono io, puoi aprirmi?»
Ho la pancia sotto sopra.
«Non sono a casa, torno dopo pranzo.»
«Cazzo Alice ma mi avvisi almeno? Io come entro?»
«Stai più attenta la prossima volta.»
Risponde lei attaccando subito e senza nemmeno darmi il tempo di risponderle a tono. Cosa faccio? Non posso stare sul pianerottolo tutta la giornata.
Decido di correre verso casa mia, almeno mio fratello sarà sicuramente a casa. Opto per la macchina, non ho voglia di camminare fino lì.
Sapevo di poter contare su Andrea."Non ti vedo da mesi..."
Mi dice stiracchiandosi mentre mi regala un abbraccio, raro ma sincero.
"Lo so Andre, ora devo andare in bagno."
Scoppia a ridere.
"Vai a vivere da sola, fai tanto la donna vissuta e poi vai in bagno a casa di mamma."
Dito medio e via.
Se fosse stato per me non sarei venuta per questo ma bensì per pranzare con la mia famiglia, è tanto che non lo faccio."Posso mangiare qui?"
Chiedo a mio fratello dopo essere uscita dal bagno.
"È casa tua Bianca, dovrei dirti di no?"
Mi fa segno con la mano di sedermi accanto a lui, parliamo di tante cose, come non abbiamo mai fatto e mi propone di preparare il pranzo insieme, giusto per fare una sorpresa ai nostri genitori.
"Chiama Natalia."
Mi chiede mentre va in camera sua a mettersi qualcosa di presentabile addosso. Natalia è mia sorella, è più piccola di me di due anni ma abbiamo un rapporto veramente stretto. Con Andrea ho sempre sentito decisamente di più la differenza di età, con lei invece no, motivo per il quale ci hanno tante volte scambiate per gemelle.
"Ha detto che arriva tra un'oretta, il tempo di tornare da Fiumicino."
Annuisce. Scendiamo di casa ed entriamo in macchina. Pensandoci, Andrea non ha mai fatto un giro in macchina con me, a parte una sera ma dubito si ricordi qualcosa visto che il suo livello di sobrietà era sotto zero.
"Ti ricordi che la prossima settimana è il mio compleanno vero?"
"Certo che domande..."
Non è vero, me ne sono completamente dimenticata. Adesso devo trovargli un regalo.
"Cosa vorresti fare?"
Tintinna un po' prima di rispondermi, mi sembra impegnato a scegliere la musica. Sceglie di far partire l'intero album di Zucchero, si vede che siamo cresciuti insieme.
"Vorrei offrire da bere in qualche locale particolare, tu che dici?"
"Alla fine non hai alternative..."
Riempiamo il carrello con qualsiasi cosa, ne approfitto per prendere qualcosa per casa mia.
Decido poi di andare a prendere mia sorella da Fiumicino, mi dispiace che debba tornare in qualche modo ignoto quando effettivamente non mi costa nulla passarla a prendere.
Non la vedo da mesi, mi somiglia sempre di più e sembra cresciuta davvero tanto. Ha un vestitino viola e giallo carinissimo, non adatto per queste giornate di novembre."Può venire anche Yuki?"
Annuisco. Non so chi sia ma non dico di no. Molto carina, ha un viso davvero dolce e dei capelli lunghissimi acconciati con due trecce a spina di pesce.
"Sono Yuki, la ragazza di Natalia!"
Mi presento, finalmente si è fidanzata anche lei, manco solo io all'appello a quanto pare.
Presentiamo il menù alle nuove arrivate a bordo e ci dirigiamo verso casa. Ho lo stomaco che brontola e sono ancora nervosa per la scenata di Alice. Poteva risparmiarsela, porca miseria.
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Sono fuori di testa || Ethan Torchio
RomansTra equilibrio, passione, paura e destino.