Il pranzo di oggi è stato sostanzioso, i miei genitori sono stati davvero felici di vederci quasi al completo e io mi sono sentita stranamente bene in casa mia nonostante il sovraffollamento che la contraddistingue. Sarà ora di tornare a casa, sperando che Alice non sia ancora in giro per Roma. Prima però vorrei entrare nella mia vecchia stanza, è sempre chiusa a chiave da ciò che so e non ci entro da mesi. È ancora tutto come l'ho lasciato, le foto con il mio quartetto sono dappertutto e mi manca da morire il rapporto che avevo con loro pensando a tutto ciò che abbiamo fatto insieme, forse dovrei invitarle a cena, probabilmente domani.
Apro il mio armadio e qualcosina manca, Natalia sicuramente avrà fatto piazza pulita di tutti i miei vestiti che ha sempre voluto "prendere in prestito" e che apposta ho lasciato qui quando sono andata via. Sono sempre molto attaccata alle mie cose ma ciò che è mio è ovviamente anche suo. Ci sono alcune camicie che metterei volentieri, stivaletti e giacche di cui non ricordavo l'esistenza, le porterò via in qualche modo un giorno di questi. Ora però è arrivato il momento di tornare, ho bisogno di farmi una doccia e buttarmi sul letto, ho ancora il mattone di ieri sera in testa.
Saluto tutti e torno a casa, assicurandomi prima che Yuki non abbia bisogno di un passaggio a Fiumicino.Stavolta sarà meglio prendere l'ascensore, ho fatto tanta strada a piedi visto che nei paraggi non c'era nemmeno un parcheggio per la mia macchina, è arrivata l'ora di metterla in garage e non impazzire mai più. È anche venuto a piovere e ho i vestiti completamente zuppi d'acqua.
Citofono con insistenza, possibile che Alice non abbia amore di casa? È incredibile."Ti ha sfrattata di casa o cosa?"
Dio Ethan. A me dispiace trattarlo male ma decide di rivolgermi la parola sempre in momenti critici, sarà meglio respirare e contare fino a dieci prima di voltarmi e rispondergli.
"Ho dimenticato dentro le chiavi e lei manca da sta mattina."
Mi fa segno di entrare in casa sua.
Non sono convinta e il mio sguardo dice tutto."Preferisci rimanere sulla soglia della porta completamente fradicia finché non torna più che entrare in casa mia?"
Pensandoci ha ragione, l'importante è non dargli troppa confidenza.
Entro in casa, è arredata molto bene, è percepibile l'animo rock di Ethan.
Rimango rapita dalla precisione nei dettagli e dalla cura con cui ha scelto ogni singolo oggetto. È quasi più accogliente di casa mia."Tieni, il bagno è di là, ho già messo gli asciugamani e l'accappatoio sul termosifone così non sentirai troppo lo sbalzo termico."
Mi dice lui sorridendomi e guardandomi a stento negli occhi. Io sorrido e prendo i vestiti che mi ha dato dirigendomi verso il bagno. Non ho capito subito di star gocciolando ovunque.
La doccia bollente a Novembre è rigenerante e questo accappatoio profuma tantissimo. Mi avvolgo i capelli nell'asciugamano grande e dopo essermi ben asciugata indosso ciò che mi ha gentilmente prestato. Una felpa del loro gruppo e un boxer nero, non sto malaccio guardandomi bene allo specchio, l'unico problema è che guardandomi bene, sono dimagrita davvero troppo nell'ultimo periodo. Esco dal bagno senza darci troppo peso, portando con me tutto ciò che ho utilizzato e sento un profumo di zucca proveniente dalla cucina. Riesco ad orientarmi bene in questa casa nonostante non ci sia mai entrata.
"Dove posso poggiarli?"
Si gira verso di me fissandomi le gambe, mi sono sentita decisamente in soggezione, tanto da provocarmi dei brividi lungo tutta la schiena.
"Ti stanno bene i miei vestiti..."
Dice prendendo la roba che avevo utilizzato e tutto ciò che avevo addosso impregnato di acqua piovana.
"Grazie... Comunque mi si è spento il telefono, non voglio disturbarti, ho visto che stai preparando la cena, per cui se puoi prestarmi il tuo chiamo Alice, con lo sconosciuto ovviamente."
Ride.
"Puoi smetterla di farti sempre così tanti complessi Bianca?"
Indica il tavolo e mi accompagna verso di esso. È apparecchiato per due.
Mi porge un calice di vino rosso."Sto preparando la cena anche per te, se vuoi andare via però..."
Queste cose mi fanno impazzire, in senso positivo. Peccato che il non saluto di ieri sera mi faccia girare le palle.
Mi avvicino verso i fornelli."Cosa stai preparando?!"
Mi porge un caricatore.
"Risotto zucca e salsiccia."
Spalanco gli occhi e mi avvicino a lui sorseggiando questo vino buonissimo.
"Avevo il desiderio da giorni!"
Ride.
"Io da ieri sera, urlavi spesso di voler questo maledetto risotto e ho comprato gli ingredienti... Ma visto che... Sei qui anche tu... Soddisfiamo la voglia di entrambi... No?"
Mi viene spontaneo mordermi il labbro e noto che lui abbia gli occhi puntati proprio su quello.
"Si, di solito le soddisfo da sola, solo che non sono il top con i risotti."
Dico continuando a bere il mio vino con tanto imbarazzo. Dovevo rompere quel momento.
Parliamo di cucina finché il risotto non è pronto, è davvero buonissimo, non me l'aspettavo."Sei anche un ottimo chef oltre che un gran bravo batterista."
"Mi piace fare ciò che più mi appassiona..."
Viene interrotto da una chiamata. Non vorrei ascoltarla ma sono qui e non posso fare diversamente.
«No Vic, sta piovendo a dirotto, ci vediamo domani.»
«So che passereste in macchina ma devo ancora cenare e non ho voglia di vestirmi..»
Dolce, si sente un po' in colpa.
Gli dico a bassa voce che posso tornare a casa se per lui è un problema che io sia lì ma lui mi mima un "no" con le labbra."Sei il re delle cazzate..."
"Mi sta piacendo parlare con te, è diverso dal solito. Non sono tanto abituato a frequentare qualcuno che non siano gli altri dei Måneskin o i soliti amici di una vita."
Gli farei qualche domanda sul termine 'frequentazione' ma non voglio sembrare puntigliosa o paranoica, meglio evitare.
"Potevi salutarmi ieri sera..."
Cazzo, io non volevo dirglielo. Non volevo minimamente uscire l'argomento.
"Lo so hai ragione... Mi avrebbe fatto sentire a disagio salutarti."
Gli lancio un'occhiataccia.
"Cioè non salutare te ma avere poi mille domande dagli altri..."
Annuisco prendendo un crostino dalla ciotola. Non ho fame ma è l'unico modo per tenere chiusa la bocca. In questo momento.
"Vuoi un cicchetto di amaro?"
Lo sta già prendendo per cui la mia risposta non può che essere un si.
É così elegante, in qualsiasi cosa faccia.
Mi sembra di conoscerlo da una vita anche se in realtà a malapena so il suo nome. Approfondiamo la conoscenza parlando delle nostre famiglie e dei nostri obiettivi. Io credo che il suo possa raggiungerlo.
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Sono fuori di testa || Ethan Torchio
RomanceTra equilibrio, passione, paura e destino.