IX (REVISIONATO)

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Mi avvicino a zia Rebekah. "Stai bene?" Le chiedo e lei annuisce. "Si tranquilla ci sono abituata alle sue sfuriate da pazzo psicopatico." Mi risponde facendomi un piccolo sorriso. "Beh se prova a toccare ancora una volta uno di voi fabbrico io stessa con la magia un pugnale di quercia bianca e glielo conficco nel cuore." Le dico accarezzandole lentamente la guancia che suo fratello a colpito. 

Mi allontano da lei e salgo di sopra lasciandoli da soli al piano di sotto.

***

Sono passati due giorni da quando ho attaccato Klaus e da quel momento non ci rivolgiamo la parola anche se sto meglio così. Sono le nove di sera e sta diluviando, mi alzo dal letto ed esco dalla mia camera, mi avvicino a quella di zio Kol e busso alla sua porta, la porta si spalanca e l'immagine di zio Kol in boxer fa capolino. "Ei." Lo saluto facendo un piccolo sorriso, lui mi guarda e sorride. "Sta piovendo." Sussurro e lo guardo. "Ci sarebbe posto nel tuo letto come quando ero piccola?" Lui annuisce e si sposta da davanti alla porta permettendomi di entrare, mi infilo sul suo letto e lui chiude la porta mettendosi vicino a me. "Mi sei mancato tanto in questi secoli." Sussurro abbracciandolo. "Anche tu mi sei mancata principessa." Sorride e mi stringe a sé, quando ero piccola avevo paura dei tuoni e passavo le nottate di pioggia nel letto di zio Kol stretta tra le sue braccia che all'epoca mi sembravano gigantesche. 

"C'è qualcosa tra te e quel Salvatore?" Mi chiede stringendomi a sé e io scuoto la testa. "No siamo solo amici." Affermo accarezzandogli il petto mentre facevo dei piccoli cerchi immaginari. "Mh chissà perché non ci credo e comunque non mi piace questa storia." Mi risponde accarezzandomi la schiena. 

*** 

Mi svegli alle otto e sono ancora tra le braccia di zio Kol, mi alzo lentamente senza svegliarlo e scendo di sotto, faccio colazione e poi vado in camera mia, tappo la vasca e apro l'acqua calda, butto nella vasca due manciate di sali profumati e una bomba da bagno per colorare l'acqua, mi avvicino all'armadio ed apro le ante, prendo un completo in pizzo nero coordinato di victoria secret, una gonna a balze nere che arriva a metà coscia e una camicetta del medesimo colore non so perché ma volevo vestirmi un po' più elegante. 
Rientro in bagno e chiudo l'acqua, mi spoglio lentamente e mi infilo nell'acqua calda, chiudo gli e mi rilasso, l'odore alla lavanda dei sali e della bomba d'acqua mi invade le narici, l'acqua mi solletica le cosce e sento i nervi rilassarsi. "Che bella sensazione." Sussurro tra me e me. 
Non so come sia possibile, forse per i sali oppure per l'acqua calda o per entrambe le cose ma mi addormento. 

Apro gli occhi lentamente, l'acqua è diventata fredda e il mio corpo è ricoperto di brividi quindi decido di uscire, avvolgo il mio corpo intorno ad un asciugamano e mi infilo i panni presi prima, esco dal bagno e prendo il telefono che era poggiato sul letto, ho dormito altre tre ore, sono le undici. 
Sento qualcuno bussare alla porta di sotto e poi sento zia Rebekah urlare un "Vado io." 
Scendo al piano di sotto e trovo zia Rebekah davanti a Stefan. "Oh ei Selena." Stefan mi fa un cenno di mano e mi sorride. "Volevo chiederti di vederci ma non ho il tuo numero quindi ho pensato di venire qui." Afferma sorridendo, ricambio il cenno e mi avvicino a lui. "Va bene, emh vogliamo andare adesso?" Gli chiedo e lui annuisce, lascio un bacio veloce sulla guancia di zia Rebekah e la supero uscendo di casa. "Dove vogliamo andare?" Gli chiedo. "Dovrai camminare parecchio." Mi informa iniziando a camminare. "Nessun problema, mostrami la strada." Affermo, Stefan si gira verso di me e mi prende per mano. "Inizia a correre." Afferma, entrambi iniziamo a correre usando la velocità da vampiro, in poco tempo arriviamo alla base di una collina. "Dobbiamo salire in cima." Afferma ed io annuisco, iniziamo a correre mano nella mano e la cosa mi fa sorridere. 
Arrivati in cima c'è tutto bosco ma più in alto di noi c'è una magnifica cascata che mi fa rimanere a bocca aperta, Stefan ha le mani sui fianchi e guarda la cascata con sguardo di chi sapeva che c'era ma comunque affascinato. 

 

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