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San era rimasto a cena a casa di mio padre, anche con lui non era sembrato molto amichevole e in due ore che ero stato in sua "compagnia" non avevo visto neanche un accenno di sorriso sul suo volto, incredibile.
Sembrava essere di ghiaccio e da una parte mi rassicurò il fatto che fosse serio e composto anche con mio padre, così capii che non ce l'aveva con me ma semplicemente era fatto così.
Aveva dei capelli color prugna e mi chiedevo se anche in un paesino sperduto in provincia di una città al sud dello stato, sapessero cosa significava tingersi i capelli. A quanto pare avevo creduto ingenuamente che nelle piccole località di campagna non fossero poi così tanto sviluppati come nelle città, nonostante fossimo ormai nel ventunesimo secolo.

"Mi piacciono i tuoi capelli" dissi durante la cena e in un silenzio troppo assordante. Mi ero aspettato che almeno papà provasse a fare conversazione ma in realtà anche lui non sembrava di troppe parole e probabilmente non gli importava neanche niente di sapere come me la fossi passata durante tutto l'inverno.
Il complimento riguardo la tinta comunque la feci a San e lui sembrò non capire subito perché non mi rivolse alcuno sguardo finché non mi accorsi di mio padre che picchiettava un suo braccio e faceva cenno verso di me.
Era tutto così strano durante quella cena e in realtà non capivo neanche perché San fosse lì con noi. Non aveva una casa e una famiglia dove andare? Quasi mio padre sembrava più il genitore del suo dipendente contadino che il mio, ma sicuramente avrei dovuto aspettarmelo, dal momento che passava tutti i giorni in sua compagnia, mentre con me era già tanto se ci vedevamo una volta all'anno.
Vedere papà per me era come una sorta di evento, un evento che ormai non mi emozionava neanche più granché.
Comunque San mi rivolse un'occhiata e storse le labbra, prima di tornare a spiluccare verdure colte direttamente dall'orto dietro casa.
Ero convinto al novantanove percento che per un'estate intera avrei mangiato solo cose provenienti dall'orto e dalla fattoria di papà e la sola idea mi fece venire voglia di lasciarmi morire di fame, anche perché non sembrava esserci traccia neanche di una sottospecie di fast-food e io in ogni caso non avevo molti soldi, mamma mi aveva lasciato solo cinquantamila won; non sarebbero bastati per una settimana, figuriamoci per tre mesi... ma d'altronde non potevo lamentarmi poiché sapevo della nostra situazione economica.
Decisi in ogni caso che il mattino dopo mi sarei svegliato, avrei fatto colazione e sarei andato a visitare il paese per conoscerlo un po' e cercare qualche luogo in cui mi sarei potuto rifugiare quando mi sarei annoiato.
Lo avrei fatto anche subito dopo cena ma non mi sembrava il caso perché poi avrebbe fatto buio e se mi fossi perso non volevo scomodare mio padre e San - o forse solo mio padre - per venire a cercarmi, mentre invece di mattina, con la luce del sole appena nata, sarebbe stato tutto più semplice.

"Wooyoung ti ha fatto un complimento ai capelli, San. In effetti questa nuova tinta ti sta proprio bene, lasciatelo dire."

La voce del papà mi fece tornare alla realtà e mi ricordò che poco prima avevo detto che i capelli di San fossero belli, ma lui ovviamente non mi aveva risposto se non con due smorfie tirate ed annoiate.
Capii dalle parole del più grande di noi tre che la tinta color prugna fosse nuova, perciò le cose erano due: o se li era fatti da solo ordinando il colore su amazon - ma i corrieri conoscevano veramente questo posto sperduto in culo alla Corea del Sud? - oppure c'era un parrucchiere che non si occupava solo dei capelli delle vecchiette.
San bofonchiò un "grazie" a mio padre e quando finì di mangiare le cose che aveva nel piatto si lasciò scivolare con la schiena sulla sedia. Si portò le mani sulla pancia e per un attimo lo guardai storto ma lui aveva chiuso gli occhi.
Il suo comportamento era strano; non solo era scortese ma era anche maleducato a comportarsi in quel modo a tavola ed in presenza di uno sconosciuto.

"Esiste un parrucchiere qui? Anch'io vorrei farmi i capelli però solo se è economico, altrimenti non posso, la mamma mi ha lasciato solo cinquantamila won" decisi quindi di dire, cercando di sviare il discorso sui complimenti, dal momento che San non sembrava volerne ricevere.
Papà stava per rispondere alla mia domanda ma il ragazzo seduto difronte a me fu più veloce e dunque parlò prima.

Ho cercato i colori || woosanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora