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Papà una mattina venne a bussare alla porta di camera mia per chiedermi se mi fosse andata di aiutarlo a lavoro ed io avevo declinato più volte l'invito ma lui aveva insistito, così mi ero ritrovato a dovermi alzare dal letto con poca voglia, ma alla fine avevo pensato che quella giornata sarebbe potuta finire peggio.
Dall'ultimo pomeriggio in cui avevo parlato con San ci eravamo rivisti a pranzo o a cena ma nessuno dei due aveva provato ad alzare gli occhi sull'altro, io perché sicuramente se l'avessi fatto sarei scoppiato a piangere, lui... beh lui perché da come diceva non gli importava un bel niente di me.
Sapevo che non era così, sapevo che mi aveva mentito, ma sapevo anche che se diceva una cosa era perché non voleva farne un'altra, quindi in fin dei conti mettere un punto a tutto ciò che c'era stato tra di noi, qualsiasi cosa fosse stata, era la cosa migliore da fare.
Quel giorno, dopo pranzo e mille preghiere da parte di mio padre fui costretto a seguirlo nel campo, dov'ero sicuro al cento percento che avrei trovato anche San; d'altronde erano solo le tre del pomeriggio e dubitavo che fosse già in cammino con le pecore. Tutti i giorni le portava al pascolo ma non durante le ore più calde.
Alla fine comunque lo vidi di nuovo dopo il pranzo passato in completo silenzio e senza rivolgerci neanche un'occhiata come facevamo da quando avevamo tagliato qualsiasi ponte ci collegasse, ma in ogni caso riuscii – con mia grande sorpresa – a distrarmi piuttosto facilmente.
Aiutai papà con l'orto, sistemai gli animali, pulii le stalle di Speedy e Gonzales e feci una piccola pausa stendendomi vicino ad una balla di fieno insieme a Chris.
Quel cane ultimamente sembrava esser diventato l'unico a portare un po' di serenità in quella casa, la serenità e l'atmosfera tranquilla che io e San avevamo completamente azzerato perché ci eravamo lasciati prendere troppo dai sentimenti, avevamo in un certo senso corso e adesso io mi ritrovavo ad ammettere di essere innamorato di lui, mentre invece San se ne sbatteva completamente, provocandomi ancora più dolore.
Arrivò il momento in cui il prugna venne a chiamare Chris mettendolo al corrente che sarebbero andati al pascolo con le pecore, così quando controllai l'orario sul telefono mi accorsi che si erano fatte poco prima delle cinque.

"Chris andiamo" bofonchiò quando vide che non aveva intenzione di lasciarmi da solo. Il cane d'altronde sembrava stare bene in mia compagnia, mentre continuavo a fargli dei rilassanti grattini sulla testa.
Aveva la lingua penzoloni e respirava affannato, così pensai che non avesse molta voglia di uscire dalla stalla con quel caldo tremendo. Il sole si era abbassato sì, ma ciò non toglieva il costante aumento delle temperature.

"Chris non farmi incazzare, non ho voglia di scherzare, oggi" continuò San con voce ancora più scocciata. Chris si alzò in piedi ma rimase accanto a me prima di fare un abbaio rivolto verso l'altro.
Sorrisi sotto i baffi al pensiero che quell'animale non avesse voglia di uscire con San, che conosceva da più tempo rispetto a me.
Sembrava davvero voler rimanere a farmi compagnia infatti, ed io sentii il cuore fare una capriola; almeno Chris non mi reputava pesante e qualsiasi altra cosa pensasse San di me.
Prima che il prugna potesse lasciare la stalla completamente stizzito, papà fece il suo ingresso con un sorrisetto disegnato in faccia, si mise le braccia sui fianchi e guardò prima San, poi me e Chris.

"Che succede qui?" chiese, ma dal tono di voce capii che aveva già intuito qualcosa. San storse il naso prima di scrollare le spalle; percepii la sua irritazione nel vedere come Chris non avesse voglia di raggiungerlo per poter stare con me, probabilmente gli diede fastidio il fatto che preferisse stare in mia compagnia piuttosto che andare con lui e onestamente... come biasimarlo? Anch'io sarei stato molto più volentieri all'ombra dentro la stalla che camminare per almeno un'ora sotto al sole.

"Quel maledetto cane non vuole venire a portare le pecore, non so che diamine gli sia preso, oggi" bofonchiò indicando con lo sguardo Chris, al ché io mi avvicinai al suo collo e glielo cinsi con le braccia, rivolgendo poi uno sguardo a papà ed un piccolo broncio.

Ho cercato i colori || woosanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora