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Era stato difficile adattarsi al nuovo rapporto a cui io e San eravamo stati obbligati ma pian piano ci stavamo riuscendo, il nostro affetto non era diminuito di una virgola e nonostante avessimo iniziato ad astenerci dai gesti e le attenzioni che ci davamo quando stavamo insieme, continuavamo a volerci bene come avevamo fatto fino a quel giorno.
Preferivo di gran lunga vivere con lui da semplice fratello piuttosto che rimanere da mio padre chiuso in camera ed uscire solo per andare in bagno.
Era passata quasi una settimana ormai da quando io e San avevano iniziato a vivere insieme ed erano stati tanti i momenti in cui l'avevo trovato a fissare il vuoto con un'aria pensante, come se stesse rimuginando su ciò che eravamo venuti a sapere, forse voleva mettere insieme i pezzi e capire come fosse andata tutta quella storia.
Anch'io a volte ci avevo pensato ed ero giunto alla conclusione che papà avesse avuto due donne in contemporanea, la madre di San e la mia, probabilmente quest'ultima non sapeva neanche niente di tutto ciò e il solo pensiero che avesse potuto tradirla addirittura prima della mia creazione mi metteva i brividi.
O forse in realtà anche la mamma lo sapeva, per questo poi all'età dei miei cinque anni mi aveva portato via da lui per trasferirci in città, era venuta a sapere di quel tradimento, avevano litigato e lei era scappata. In questo modo tornava tutto ed anche il fatto che papà avesse fatto finta di niente con il suo primo figlio.
Comunque una sera San si era messo a cercare dei lavori su internet anche in città ma a me era apparsa in mente un'idea fantastica, ricordandomi della piccola trattoria che apparteneva alla famiglia di Yeosang, quindi gliene avevo parlato e gli avevo detto che volendo saremmo potuti andare insieme a prendere appuntamento per un colloquio, così che avrei lavorato anch'io ed avrei potuto aiutare San con tutte le varie spese di casa.
Ma lui mi aveva detto che avrebbe fatto da solo perché io poi sarei dovuto tornare a Seoul e non avrebbe avuto molto senso, poi aveva tirato fuori la scusa del "dobbiamo anche stare un po' da soli". Anche se ci ero rimasto abbastanza male, sapevo che aveva ragione. Il fatto che adesso vivevamo insieme implicava lo stare 24 ore su 24 in compagnia l'uno dell'altro, perciò sarebbe stato più salutare per entrambi stare qualche ora lontani, soprattutto per evitare di farci prendere da momenti di crisi in cui ripensavamo a quando, ignari di tutto passavamo pomeriggi e notti intere a baciarci.
Yeosang ed Hongjoong in ogni caso erano stati i primi a sapere tutto, il mio migliore amico si era raccomandato sia con lo zio che col cugino per poter convincere suo padre a far entrare San come cameriere della trattoria; alla fine ci era riuscito e dunque da qualche giorno a questa parte mio fratello - che strano chiamarlo così - lavorava per lo zio di Yeosang e il padre di Seonghwa.
Lo vedevo sereno quando tornava a casa anche perché aveva degli orari molto comodi, se faceva la mattina non andava la sera, se faceva la sera non andava la mattina ed aveva comunque del tempo da poter passare con me e con Hongjoong.
Ultimamente spesso se ne andava dal suo hyung, così io uscivo con i miei amici e da quando Jongho si era scusato con Yunho ormai anche lui si presentava ad ogni nostro appuntamento.
Non avevo idea del motivo per cui avesse lasciato perdere i suoi amici e si fosse drasticamente convertito al buonismo, ma evidentemente era tutto merito di Mingi, forse gli voleva troppo bene per voltargli le spalle e lasciarlo andare.
Ci fu una sera in cui San tornò dal lavoro ed io ero da poco rientrato in casa dopo esser stato in compagnia dei miei amici. Avevamo preso un gelato ed avevamo parlato del più e del meno come facevamo sempre, le nostre uscite non erano niente di che ma almeno riuscivamo a far passare il tempo in modo leggero e divertente.
Quando lo vidi dirigersi verso la camera io stavo uscendo da essa con solo un paio di boxer indosso con l'intento di andare a farmi una doccia ed inutile dire che entrambi rimanemmo abbastanza imbarazzanti dalla situazione.
Mi coprii velocemente con l'asciugamano che tenevo con una mano e gli rivolsi un timido sorriso, sforzandomi di far finta di niente.

"Stavo andando a farmi una doccia" gli dissi per giustificare in qualche modo il mio stato e lui semplicemente scrollò le spalle e mi superò. Non sembrò arrabbiato o qualcosa del genere, ma il fatto che non disse niente mi fece pensare che non fosse tutto okay.
Mi lavai velocemente dopo essermi assicurato di aver chiuso a chiave la porta, mi asciugai e tornai in camera, giusto il tempo di prendere i vestiti e chiudermi di nuovo in bagno per potermi vestire; come un idiota avevo dimenticato il cambio ma semplicemente perché non avevo pensato che San sarebbe potuto tornare da un momento all'altro.
In ogni caso prima di uscire dalla stanza per la seconda volta rimasi a fissare il ragazzo che nel frattempo si era sdraiato sul letto e adesso, con le mani dietro la nuca fissava il soffitto.
Sembrava preoccupato per qualcosa ed io a mia volta mi sentii in pensiero per lui.

Ho cercato i colori || woosanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora