III

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Yelena' s pov

Dopo aver camminato per qualche ora decido di tornare a casa. Non so se provare a riparlare a Pieck o evitare l'argomento, almeno per oggi. Apro la porta e la richiudo alle mie spalle. Quando entro la casa è troppo silenziosa...noto un biglietto sul tavolo. Che diamine hai fatto Pieck?!
Lo leggo:

"Yelena, scusami per come mi sono comportata prima. Capisco che sia importante, ma non puoi sempre pensare a te stessa. Ci sono anche io. Devo schiarirmi un po' le idee, probabilmente non cambierò scelta sul fatto di andare in Inghilterra. Non di certo perché qualcuno vuole impedirmelo. Non cercarmi, mi farò sentire io. Esco per qualche giorno.

Pieck."

Questa volta mi ha fatto andare su tutte le furie. Io non penso a lei? sul serio? le sto letteralmente pagando mezze tasse, le preparo da mangiare quasi ogni giorno, la porto in giro con la mia moto, mi prendo cura di lei. Faccio gli straordinari pur di racimolare quanti più soldi possibili, affinché possa permettersi di studiare psicologia a una buona scuola. E io sarei egoista? Oh no, non ci siamo proprio intese.

Butto la lettera nel cestino e mi siedo sul divano sbuffando, a braccia conserte e gambe incrociate.

Insomma, ma è possibile che lei può fare ciò che vuole e una volta che IO ho un'opportunità non la posso sfruttare? Avrei pure cercato un modo per risolvere tutti i problemi legati al trasferimento. Non l'avrei neanche costretta a venire, mi bastava solo la sua approvazione, ma sembra quasi che non ci tenga a me. Ora che ci penso sono una donna adulta e matura, non mi serve l'approvazione di nessuno.

Prendo il telefono in mano e compongo il numero.

x:"salve, come la posso aiutare?"

y:" salve, vorrei sentire se è ancora valida l'offerta del lavoro a Parigi. In questo caso vorrei prenderlo in considerazione."

x:" perfetto, avverto subito la signora. Le daremo tutte le informazioni in pochi giorni."

y:"Grazie, arrivederci."

Sì, l'ho fatto. E non me ne pento. Se vuole giocare con il suo orgoglio e metterlo prima della salute della nostra relazione allora farò lo stesso gioco.

Dopo circa mezz'ora i rimorsi cominciano a farsi strada in me e a manifestarsi. Certo è un'opportunità imperdibile e Pieck non ha ragione...ma forse anche io sono nel torto. Meglio se aspetto a valutare se accettare l'offerta. Magari quanto Pieck tornerà sarà disposta a parlarne.

Intanto prendo il gelato e mi distraggo guardando qualche serie televisiva, per poi andare a dormire verso mezzanotte.





E se fossi tu la mia felicità? [Pikulena]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora