XV

104 9 1
                                    

Yelena's pov

Entro in casa e guardo l'orologio in soggiorno, che segna le 10 di sera. Appena entro in cucina vedo Ivette seduta sulla sedia a fissare il pavimento. All'inizio la donna non nota la mia presenza.

Y:" Ivette."

I:" Oh...sei qui. Dove sei stata?"

Y:" dove sei stata? non prendermi in giro. Ho detto al tuo nuovo fidanzato di salutarti in quel bar...o sbaglio?"

I:" io posso spiegare Yelena, non è il mio fidanzato. Diciamo che mi va dietro, ma...non c'è nulla tra di noi."

Y:" eppure vi frequentate."

I:" Yelena, la gente dice tante cose. Non devi credergli."

Y:" anche tu dici tante cose. Ti ricordo che non sarebbe la prima volta che mi tradisci. È possibile che mi devi sempre prendere in giro così?"

La vedo alzarsi dalla sedia a testa bassa, avvicinarsi e abbracciarmi. La stacco da me e comincia a piangere, attaccandosi poi alle mie gambe.

I:" ti prego Yelena...non volevo. Ti giuro che non volevo..."

Y:" e allora perché l'hai fatto se non volevi?"

I:" perché ho paura di essere ferita, quindi ferisco la gente prima che succeda il contrario. Mi dispiace...se solo potessi darmi un'altra possibilità ti giuro che i-"

Y:" NO. SONO STANCA DELLE TUE PRESE IN GIRO."

Mi metto le mani sulla faccia e cerco di ricompormi, almeno per avere un dialogo decente.

Y:" non penso di poterti dare un'altra possibilità."

I:" ci stiamo per sposare. Vuoi veramente rovinare tutto?"

Y:" non sono io, sei tu. Sii consapevole di ciò. "

Lascio la stanza e mi chiudo nella camera degli ospiti, oggi non voglio proprio avere a che fare con lei.
Esco per prendere il pigiama ed entro nella nostra camera...nella nostra? nostra...o sua? non lo so.
Apro la porta e la vedo stesa sul letto con le lacrime agli occhi. Mi avvicino, penso stia dormendo. Odio questa donna ma è stata comunque una buona amica per un certo periodo. E va bene...le rimbocco le coperte e prendo il pigiama. Dopodiché torno nella camera dove dormirò.

Mi cambio e mi butto sul materasso soffice, lasciandomi sprofondare. Penso a tutta la mia vita guardando il soffitto.
Penso a mio padre, un alcolizzato violento. Non ho mai voluto bene a quell'uomo, e la cosa è stata reciproca.
Penso a mia madre, una donna altrettanto alcolizzata che sapeva solo farsi da scudo con i figli.
Penso a mia sorella e a tutto quello che io e, soprattutto, lei abbiamo passato per colpa loro.
Penso a Hitch, la persona che mi è sempre stata accanto. Cos'avrei fatto senza di lei?
Penso a tutti i miei compagni di classe, al divertimento, alle feste in piscina, alle ship. Mi mancano. Erano i miei migliori amici.
Penso a lei...Pieck. Un nome che si addice alla bellezza di quella ragazza che è riuscita a fregarmi il cuore in due secondi, con uno sguardo. La stessa ragazza che non riesco a dimenticare e che non voglio e mai vorrò dimenticare, perché è un dettaglio troppo bello della mia vita.
Penso poi alla nostra rottura, a quanto ho sofferto e a quanto avrà sofferto lei.
Penso al mio trasferimento, a Valentine e Ivette, due donne, madre e figlia, una più svitata dell'altra. Devo dire che la figlia mi ha proprio sorpresa, non la facevo così. Non so se in bene o in male, un po' e un po'. Ma sicuramente ora come ora più in male.
Penso ad Alexander, il mio migliore amico. L'amico di cui non si poteva fare a meno oltre che il collega di lavoro dei sogni. E purtroppo la malattia l'ha portato via...già, perché a soli vent'anni il destino gli ha giocato un brutto scherzo. Purtroppo non era curabile, essendo allo stadio terminale.
Ripenso poi a lei, ci ripenso ancora e ancora finché non ricordo ogni singola volta che l'ho vista, ogni singolo momento e ogni singola emozione.
E poi mi dico...che casino ho combinato in questa vita. E ora cosa ne sarà dell'unica cosa che potrebbe rimanermi? abbiamo tutti capito di chi sto parlando, di lei. La donna della mia vita. Eh già...bella fregatura. E io lascerò che il destino mi faccia fare ancora una brutta fine? Non penso proprio. Non voglio che succeda...spero solo di avere la forza di reagire. Spero solo di ritrovare i sentimenti perduti lungo la strada.

Prendo il telefono e chiamo Hitch.

h:" sì, dimmi Yelena."

y:" Hitch...ho baciato Pieck."

h:"...raccontami tutto per filo e per segno."

Passa una buona ora e chiudo la chiamata con Hitch. Dopodomani sarà il grande giorno...cosa dovrei fare? Ormai tutti sono già qui, non posso proprio annullare il matrimonio. Anche se non è questo ciò che voglio. Non voglio vivere per il resto dei miei giorni con Ivette.

Con il mal di testa e gli occhi pesanti mi addormento improvvisamente.

E se fossi tu la mia felicità? [Pikulena]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora