IV

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Pieck's pov

Sono passati ormai tre giorni da quando sono uscita di casa. Ho alloggiato in un albergo economico poco distante da casa nostra. Non me la sentivo proprio di stare con lei in quel momento, odio litigare. Tuttavia, credo che sia opportuno tornare alla mia abitazione e chiarire come stanno le cose. Forse sono stata un po' dura con lei.

Mi incammino verso casa con gli auricolari nelle orecchie e la musica a palla per scaricare un po' di tensione. Parte "kuroi namida" di Anna Tsuchiya (aka Nana Osaki). Mi faccio coraggio e, dopo circa 20 minuti, entro nel vialetto di casa. Apro la porta e tolgo le cuffiette. Subito sento qualcuno che parla. Una voce è quella di Yelena e l'altra...è di una donna. Sembra abbastanza giovane. Mi dirigo verso la cucina, da dove provengono e vedo una scena che non avrei mai voluto vedere. Yelena abbracciata a un'altra donna. Insomma, non possono essere semplici amiche, non mi ha mai parlato di questa persona. Proprio mentre non ci sono a casa la ritrovo con sta qua. Sarà la sua amante?

P:" Yelena che cosa stai facendo?"

Y:" Pieck, che intendi?"

P:" Che intendi?! Staccati subito da quella donna"

Y:" Ma di che cosa stai parlando?Lei è-"

P:" HO DETTO STACCATI! E so benissimo chi è. Hai voluto farmela pagare perché me la sono presa con te e sono uscita di casa senza preavviso portandoti a letto qualcun'altra. Ma non c'è problema tolgo il disturbo."

Y:" lasciami parlare, ti preg-"

P:" basta, esco da questo posto."

Y:" non è come sembra!"

P:" ah no? non stavi abbracciando quella donna? mentre siete da sole? sembrava che ti piacesse quell'abbraccio, si vedeva dalla faccia."

Y:"È MIA SORELLA!!"

Mi fermo di scatto e smetto di respirare. Quella donna è veramente sua sorella? Non mi sembrava avesse sorelle. Anzi, non ne ha.

P:" ma smettila, tu non hai sorelle."

Y:" sul serio, che stai dicendo? Ti ho parlato molte volte di mia sorella. Non l'hai mai conosciuta perché non stava in Italia."

P:" cosa?"

Y:" non ti ricordi nulla di quello che ti dico. Sei una rottura di scatole. Mi attacchi sempre senza sapere le cose."

P:" Mi dispiace è che...sono un po' confusa, ho preso male la notizia che saresti andata via per un anno lontano da qui. "

Y:" non vado da nessuna parte, ho rifiutato il lavoro."

P:" scherzi?"

Y:"no."

P:" io da una parte non volevo che rinunciassi, per te era una grande opportunità, ma- "

Y:" non l'ho fatto per te. Non mi andava di fare casini. Ho trovato un altro lavoro in centro a Milano, il gestore è comunque un tatuatore importante."

P:" Oh...beh neanche io andrò in Inghilterra."

x:" scusate, forse è meglio se tolgo il disturbo"

Y:"no, sei nostra ospite e non ci vediamo da decenni. Rimani per un po'. Ti prego, Zofia. "

Z:" e va bene. Domani arrivano mio marito e i miei figli, non vorrei causare troppo disturbo."

Y:" stai tranquilla, sei sempre la benvenuta."

Yelena sale le scale e mi lascia da sola con sua sorella. È una donna abbastanza alta, circa 175 cm, con capelli biondi e occhi azzurri. Assomiglia un po' a sua sorella.

Z:" Allora...Pieck, giusto?"

P:" già, piacere."

Ci diamo una stretta di mano e torniamo al silenzio imbarazzante di prima.

Z:" da piccola quando era giù di morale non si comportava come una persona triste, ma più come una arrabbiata. Tende a isolarsi ma questo non la fa stare meglio. Dovresti andare a parlarle."

P:" non so, sono la causa del suo malumore. Forse dovresti andare tu."

Z:" sono sicura che la persona da cui vorrebbe essere consolata sei tu in qualsiasi caso. Sii delicata. Intanto io preparo qualcosa per cena."

P:" Grazie mille."






E se fossi tu la mia felicità? [Pikulena]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora