VII

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Yelena's pov

Mi sveglio bruscamente e vedo che al mio fianco non c'è lei. Ah, vero, era andata a dormire da Hitch. Guardo l'orologio e vedo che sono già le 10 di mattina. Oggi è domenica quindi per  fortuna non lavoro.

Scendo le scale e prendo le chiavi dell'auto per andare a prendere Pieck.

15 minuti dopo sono a casa di Hitch e citofono, sperando non siano tutti addormentati. Nessuno risponde.
Provo a chiamare Pieck. Il suo telefono squilla ma niente da fare. Riprovo a citofonare e questa volta dopo due minuti qualcuno mi apre.

Entro e vado al piano dove vive la sua amica. La porta si apre e scorgo la figura minuta della mia fidanzata.

Y:" Ma buongiorno dormiglione. Sei pronta?"

P:" come scusa?"

Y:" vieni con me a casa."

P:" ma tu chi sei?"

Vedo la confusione nella faccia di Pieck, cosa che confonde anche me.

Y:" Dai basta con le battute. Oggi dovevamo pranzare fuori, ricordi?"

P:" non ci vengo con te."

Y:" e perché?"

P:" perché non so chi cavolo sei. Vattene da qui o chiamo la polizia."

Mi sbatte la porta in faccia e la mia faccia diventa rossa per la frustrazione. Lo sta facendo apposta, fa finta di non conoscermi. Che cosa le ho fatto di male per meritarmi quest8 trattamento? Non è più la Pieck di prima. Mi sembra una sconosciuta.

Ma ha finito di fare cazzate, perché è arrivato il momento di pensare soltanto a me.

Mi dirigo verso casa in macchina, prendo i miei vestiti e li metto in una valigia. Prendo degli scatoloni e ci metto la mia attrezzatura per fare i tatuaggi, i miei libri, i miei vinili e i miei soldi. Mi dispiace lasciarla senza. Anzi, non mi dispiace affatto.

Esco di casa, ma torno indietro e lascio un po' di banconote sul tavolo della cucina. Mi resta ancora un briciolo di umanità.

Entro in macchina e faccio partire la radio, dove stanno riproducendo una canzone rock che mi fa scaricare una piccola parte della tensione. Metto in moto e mi dirigo verso la stazione di rifornimento più vicina. Faccio benzina, risalgo in auto e pianifico la mia meta. Dove voglio andare?
Dove cazzo vado senza di lei...non ho un posto dove stare. Era lei la mia casa.
Alla realizzazione di questo dettaglio scoppio in un pianto, che viene interrotto dallo squillo del mio telefono. Leggo il nome del contatto sperando che sia lei...è solo un call center. Dalla rabbia tiro il cellulare fuori dal finestrino, cosa di cui mi pento appena scopro che si è rotto lo schermo e non si accende più . FANCULO A TUTTI.

Parto e me ne frego di tutte le mie preoccupazioni. Più che triste sono incazzata e ho bisogno di sfogarmi. Entro a casaccio in autostrada e dopo ore di guida finisco al confine con la Francia. Questa è una coincidenza assurda. Esco alla prima uscita e parcheggio la macchina davanti a un locale. Prendo il telefono per vedere dove sono ma mi ricordo che non funziona. Abbasso il finestrino e chiedo ad un passante dove sono...sono finita a Lione.

Passo 5 minuti a sfregarmi la mano sotto il mento per pensare a cosa fare. Mi ricordo subito dello studio di tatuaggi a Parigi e decido di dirigermi lì. Per fortuna ho messo da parte abbastanza soldi, anche se probabilmente mi toccherà dormire in auto.

Dopo qualche ora arrivo alla città degli innamorati...non poteva capitarmi di peggio. Trovo il biglietto da visita e cerco l'indirizzo. Arrivo a destinazione poco dopo.

Entro nella struttura e mi dirigo verso una scrivania, che suppongo essere la segreteria.

Y:" uhm...do you speak english?"
(uhm...parla inglese?)

x:" of course. May I help you?"
(certamente. Posso aiutarla?)

Y:" Yes, I was looking for a certain Vivienne De La Course, she should be the director here?"
(Si, sto cercando una certa Vivienne De La Course, dovrebbe essere la direttrice qui.)

x:" you're in the right place. I'll find her and come back to you in two minutes. You can sit there on the couch meanwhile."
(sei nel posto giusto. Vado a cercarla e torno tra due minuti. Può sedersi lì sul divano nel frattempo.)

Mi siedo e aspetto impaziente, guardandomi intorno. Le pareti colorate grigio scuro sono ricoperte da quadri, che raffigurano probabilmente disegni degli artisti di questo studio. Hanno tutti un bellissimo stile, sublime.

La mia attenzione viene richiamata da uno schiarimento di voce e davanti a me è in piedi una signora sulla cinquantina, capelli tinti di rosso alle spalle e qualche ruga sul volto. Ha una gonna con motivi floreali, delle calze bianche e delle ballerine. Sopra indossa una maglietta bianca e un cardigan nero. Sembra mia nonna.

x:" Buongiorno."

Y:" Buongiorno. Ah, ma lei parla italiano?"

x:" sono bilingue. Sono cresciuta in Italia e mi sono trasferita qui all'età di 15 anni. Tu sei?"

Y:" io sono Yelena...immagino che lei sia la direttrice, la signora De La Course."

x:" puoi contarci. Sei qui per l'offerta che avevi precedentemente declinato?"

Y:" sì, ho avuto un ripensamento."

x:" d'accordo. Seguimi nel mio ufficio, giovinotta. "




E se fossi tu la mia felicità? [Pikulena]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora