XII

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*5 anni dopo*

Yelena's pov

Mi sveglio a causa della luce che filtra tra le tende della camera da letto. Prendo il telefono e controllo i messaggi.

Hitch 💞

H: come siete messe con i preparativi?

Y: Manca poco :)

H: non vedo l'ora ;)

Spengo il telefono e mi dirigo in cucina, dove vedo Ivette cucinare qualcosa per la colazione.

I:" Buongiorno amore, dormito bene?"

Y:" certo, benissimo. Ma guarda stai facendo i pancakes?"

I:" sì, i tuoi preferiti."

Le do un bacio e mi siedo a tavola, aspettando la colazione.
Dopo aver mangiato dobbiamo definire gli ultimi dettagli dell'evento. Manca veramente poco al nostro matrimonio.

Devo dire che i primi anni di frequentazione sono andati abbastanza bene, meglio del previsto. Però non ho mai provato sentimenti troppo forti per lei e ho ancora una sensazione strana che ogni tanto fuoriesce senza avvertire. Lei dice che è solo un po' di stress, siamo piene di impegni; infatti, il lavoro allo studio non manca mai.

Ad ogni modo, tra qualche giorno Hitch dovrebbe raggiungerci per aiutarci con i preparativi.

Mentre vado a lavarmi i denti sento qualcuno bussare alla porta.

I:" vado io."

Sento una voce familiare e, incuriosita, mi dirigo verso la porta.

I:" amore, abbiamo visite."

x:" Hey, scusa se non ti ho avvisata volevo farti una sorpresa e arrivare prima."

Y:" HITCH! Da quanto tempo...dai abbracciami."

La mia migliore amica si fionda tra le mie braccia e mi stringe forte. Erano anni che non ci vedevamo.

Y:" ti adoro."

H:" ah...non ne sarei così sicura. Ho dovuto portare..."

Y:" portare cosa?"

H:" portare chi piuttosto. Ehm come te lo spiego. In macchina c'è...Pieck."

Al sentire quel nome il mio cuore perde un colpo. Un brivido comincia a percorrermi lungo la schiena e in me cresce una sensazione di confusione totale e ansia.

Y:" Cosa...perché? Non penserai mica che possa stare qui."

H:" lo so, si è solo offerta di portarmi qui. Lei andrà in hotel e aspetterà la fine delle cerimonie. Non può tornare a casa da sola..."

Y:" perché? cos'è? una bambina di 5 anni che non sa badare a sé stessa?"

H:" eddai, Yelena. Sii un po' più comprensiva. Continua ad avere ricadute una dopo l'altra."

Y:"...è così grave?"

H:" direi di sì. Mi dispiace."

Y:" va bene, ma non la voglio vedere."

H:" d'accordo...vado a dirle di andare pure in albergo."

Mi butto sul divano e mi metto le mani nei capelli. Com'è possibile che tutto debba andarmi male? Per una volta che avevo qualcosa di concreto deve succedere questo. E non so neanche il motivo per cui sono così turbata.
Comincia a presentarsi di nuovo quel sentimento contorto. Penso che Ivette stia sottovalutando come mi sento, non credo sia una cosa da poco. Il problema è che non so cosa sia e non ho tempo né forza per pensarci.
La mia mente mi presenta tutti i dubbi, tutte le paure e tutte le preoccupazioni. E se non volessi veramente sposare Ivette? Questi anni non sono stati male ma la amo veramente così tanto da prometterle la mia intera vita? No, non è questo. La questione è che Valentina non ci sta con la testa. La seconda volta che mi rifiutai di uscire con sua figlia mandò un uomo a casa mia per minacciarmi con un coltello. O la morte o la vita con lei.

Mi alzo e prendo qualcosa da bere per rinfrescarmi e schiarirmi le idee. Che cosa mi passa per la testa. Non ci voleva pure questo.

I:" tutto bene?"

Y:" no, non va tutto bene."

I:"...Senti Yelena, non è normale che tu abbia una reazione del genere. Non è solo una tua ex? Cos'è, provi ancora qualcosa per lei?"

A quella domanda spalanco gli occhi nella realizzazione e cerco di rispondere, senza riuscire ad aprir bocca, troppo debole per emettere alcun suono.

I:" rispondimi Yelena."

Lo sguardo tagliente della donna davanti a me incrementa il mio stato di angoscia e mi alzo a testa bassa per non incontrare il suo sguardo.
Mi dirigo verso la porta e sento Ivette prendermi per il polso.

I:" dove credi di andare?"

Y:" a fare un giro. Mi sento soffocare in questa casa. L'aria è troppo pesante, apri le finestre."

Chiudo la porta sbattendola alle mie spalle e comincio a camminare, senza guardare dove sto andando e non pensando alla destinazione.

Solo ora mi accorgo di quanto sono stata stupida a dirmi che andasse tutto bene. Nulla andava bene, nulla è mai andato bene...da quando ci siamo lasciate io e Pieck.

Una lacrima mi riga il volto. Poi un'altra...due, tre, quattro. Cerco di fermarle inutilmente.

La verità è che non ho mai perso i sentimenti per lei, né l'ho mai odiata. Ho cercato di dimenticarla, passarci sopra. E a cosa è servito? A nulla. Avrei dovuto fare un passo verso di lei , che l'ha fatto verso di me. Ma ho solo retrocesso per la paura e per il dolore. Se avessi cercato una risposta, una spiegazione, una singola parola ora starei sposando lei e non una donna a me quasi sconosciuta a causa di un ricatto che potrebbe costarmi la vita. Ma ora è troppo tardi, non posso cambiare la situazione.

Mi ricompongo e mi accorgo di aver trattato male Ivette, anche se se lo merita. A lei non è mai importato veramente come mi sento.
Mi fermo e mi giro per incamminarmi verso casa.

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Angolo dell'autore

Finalmente ho aggiornato la storia. Mi scuso per la mia assenza, ma avevo perso l'ispirazione.
Tuttavia, ho ripreso il filo del racconto e ho deciso come continuare.
Spero che finora la lettura sia stata di vostro gradimento :))

Grazie del vostro supporto!

E se fossi tu la mia felicità? [Pikulena]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora