page I : piacere.

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Provenivano da due piccole, misere fattorie agli angoli opposti dello Stato: Baji Keisuke da Lightning Flat, su a nord, a ridosso del Montana; Chifuyu Matsuno dai dintorni di Sage, presso il confine con lo Utah; entrambi ragazzi di campagna che av...

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Provenivano da due piccole, misere fattorie agli angoli opposti dello Stato: Baji Keisuke da Lightning Flat, su a nord, a ridosso del Montana; Chifuyu Matsuno dai dintorni di Sage, presso il confine con lo Utah; entrambi ragazzi di campagna che avevano lasciato la scuola alle superiori, senza prospettive, rotti al lavoro duro o al saggio lavoro da delinquenti, entrambi zotici di modi e di linguaggio, abituati a far vita spartana.

Chifuyu - allevato dal fratello e le sorelle maggiori da quando i genitori erano finiti fuori strada nell'unica curva della Dead Horse Road, lasciando ventiquattro dollari in contanti e un ranch gravato da due ipoteche.
A quattordici anni aveva ottenuto una patente speciale per poter frequentare le superiori, a un'ora di viaggio dal ranch. Il furgoncino era vecchio, senza riscaldamento, con un solo tergicristallo e pneumatici malridotti; quando il cambio partì, non c'erano quattrini per rimetterlo in sesto.
A lui sarebbe piaciuto diventare un
sophomore* ,sentiva un che di distinto in quel termine, ma il furgoncino si bloccò poco prima di portarcelo scaricandolo direttamente nel lavoro del ranch.

Nel 1963, quando incontrò Baji Keisuke, Chifuyu era fidanzato con una vecchia amicizia delle medie.
Tutti e due, Baji e Chifuyu dicevano che stavano mettendo da parte quattrini per comperarsi un pezzetto di terra: nel caso di Chifuyu i risparmi erano rappresentati da una scatola da tabacco con dentro due biglietti da cinque dollari. Quella primavera, famelici di lavoro, si erano iscritti all'Ufficio collocamento per lavori agricoli e si trovarono accoppiati sulla carta come pecoraio e addetto al campo per lo stesso incarico stagionale, nei monti a nord di Signal.

Chifuyu mentre udiva il treno sfrecciare sui binari, con quel rumore di rotaie ferree assordante, si domandava se ci sarebbe stato qualcun altro a svolgere quel lavoro estivo insieme a lui.
Troppo stancante portare su e giù delle stupide pecore tutto solo, pensava.
Potrei impazzire e mettermi a parlare con una pecora, o accoppiarmici se tutto va male, ripensava.

Le sue domande ebbero una risposta quando varcò il recinto del ranch un camioncino nero, abbastanza rovinato, barcollante e con le ruote anteriori sgonfie. Chifuyu alzò il capo nella direzione del veicolo, cercando di capire con lo sguardo chi fosse il conducente.
Irritato dal rumore della ferraglia strinse la sigaretta tra i denti schiacciandone il filtro.
Parcheggiò proprio accanto a lui, con una manovra abile e veloce.

Ne uscì un ragazzo che a vista avrà avuto si e no venticinque anni, con una camicia azzurra e dei jeans scuri adornati da una cintura in pelle.
I suoi capelli erano nascosti da un cappello come quello di Chifuyu, nero, e il colore dei suoi occhi non era decifrabile, dato che la visiera del cappello ostruiva la visuale.

Tirò un calcio al suo macchinino sfracassato, sibilando nervosamente un "ma vaffanculo!", dovuto al fatto che il camioncino faceva capricci ed emanava un forte odore di gas dal cruscotto.

Il misterioso ragazzo appena arrivato si guardò un po' intorno, volgendo poi lo sguardo a Chifuyu, che quando lo incrociò, lo abbassò nuovamente sulle sua scarpe, facendo finta di non aver visto.

Camminò un po' intorno al camioncino, ammirando la vallata che si stendeva ad una centinaia di metri, per andarsi poi ad appoggiare sul rimorchio.

Si chinò all'altezza dello specchietto : estrasse una lametta da un piccolo marsupio che teneva con sè e si rifinì maggiormente quella poca barba presente sul suo mento, aspettando l'arrivo del capo.

Per Baji sarebbe stata la seconda estate su in montagna. Per Chifuyu, la prima.

Nessuno dei due aveva ancora vent'anni. Si scambiarono una stretta di mano nel piccolo soffocante trailer adibito a ufficio, davanti a un tavolo ingombro di carte scarabocchiate e a un portacenere di bachelite traboccante di mozziconi.
Le veneziane sbilenche lasciavano entrare un triangolo di luce bianca in cui si muoveva l'ombra della mano dell'intendente. Joe Akita, capelli ondulati color cenere di sigaretta, scriminatura al centro, spiegò come la vedeva lui:

-"Il Servizio forestale ha stabilito precisi posti di campeggio nei vari appezzamenti. Che si trovano anche a un paio di miglia da dove le pecore pascolano. Brutte perdite dovute a predatori, nessuno a sorvegliare le bestie di notte. Ecco cosa voglio: l'addetto al campo resta sul posto indicato dal Servizio forestale, ma il pecoraio"-.
Accennò a Baji con una mano, di taglio.

-"si piazza una canadese su in alto, vicino alle pecore, nascosto, e là ci dorme. Cena e colazione al campo, ma dorme con le pecore, al cento per cento, niente fuoco e niente tracce. Ogni mattina fa su la tenda nel caso che la Forestale venga a controllare.
Hai i cani, il fucile 30.30 e dormi lì. L'estate scorsa ci abbiamo rimesso quasi il venticinque per cento. Non voglio che capiti di nuovo"-

Successivamente si rivolse a Chifuyu, notando i capelli ispidi, le grosse mani segnate, i jeans strappati, la camicia con dei bottoni mancanti.

-"Tutti i venerdì a mezzogiorno ti fai trovare al ponte con la lista per la settimana seguente e i muli. Ci sarà qualcuno con un furgoncino e le provviste."-

Non chiese a Chifuyu se aveva un orologio: prese da una scatola su uno scaffale in alto un cipollone da pochi soldi legato a un cordoncino, lo caricò, regolò le lancette e glielo gettò come se Chifuyu non valesse la fatica di allungare il braccio.

-"Domani mattina vi portiamo all'inizio del sentiero-".

Due cialtroni buoni a niente
Così li aveva descritti Joe a primo sguardo nella stanza.

Trovarono un bar e si scolarono birra per tutto il pomeriggio e Baji raccontò a Chifuyu della sua sorpresa nel sapere che non fosse l'unico ragazzo di origine asiatica ad essersene andato dal Giappone, al temporale sulla montagna, l'anno prima, che aveva ammazzato quarantadue pecore e di come puzzavano e poi si erano gonfiate; e di sicuro ci voleva una bella scorta di whisky lassù.

A prima vista Baji risultava abbastanza un bel ragazzo, con i lunghi capelli ondulati e la risata pronta ma, non essendo molto alto, aveva un fisico ben slanciato ,pesante di fianchi e il sorriso rivelava i canini sporgenti, non tanto da permettergli di mangiare i popcorn direttamente dalla ciotola, ma ben visibili.

Aveva la passione dei rodei e si allacciava la cintura con una fibbia vinta a una gara di resistenza in groppa ai tori, ma gli stivali erano logori, sfondati senza rimedio.

Chifuyu, naso aquilino e volto stretto, era smilzo, con il torace un po' incavato, un torso modesto su lunghe gambe a compasso: un fisico asciutto e agile fatto per i cavalli e la lotta. Aveva riflessi eccezionalmente pronti ed era abbastanza presbite da non interessarsi a letture che non fossero il catalogo di selle della Hamley.

La serata al pub finì con una seria sbornia dove ai giovani venne chiesto di abbandonare il luogo per non disturbare i clienti.
I due ricevettero il messaggio ed uscirono di svelta rimettendosi il cappello in testa.
Quando furono sulle scale, il ragazzo a sinistra accese una sigaretta, mentre Chifuyu tentava di legarsi l'orologio dato da Joe al polso destro.

Il ragazzo si voltò verso Chifuyu, e gli porse la mano, togliendosi la sigaretta dalle labbra.

-"Keisuke Baji"-. si presentò cordialmente sprigionando un casto sorriso, come se fosse fiero del suo nome.
-"Chifuyu"- si presentò semplicemente l'altro, stringendogli la mano.
-"Un cognome non te lo hanno dato?"- chiese Baji ironicamente.
-"Matsuno"- rispose vago Chifuyu, impegnato ad allacciarsi l'orologio.

"Piacere, Chifuyu Matsuno".

I swear it [Chifuyu and Baji]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora