Capitolo Sette

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cause if i'm being honest i ain't over you yet

***

Harry rientra a casa, due giorni dopo l'episodio della cloche, gettando la giacca sull'attaccapanni e sfregandosi il viso, la confezione di sonniferi pesante nella sua tasca. Ha un sincero, quasi spasmodico bisogno di dormire, e se Matt non glielo farà fare, ci penseranno queste pillole viola pallido che ha trovato in farmacia, dopo aver chiesto la cosa più naturale possibile in mezzo a quell'accozzaglia di formule chimiche e polveri compresse.

Sente un buon odore di pollo e purè di patate, così si lecca appena il labbro e fa due grandi falcate per raggiungere l'open space della cucina.

''Pensavo di essere solo a cena, Ni-''

Harry si blocca di scatto alla schiena sconosciuta che armeggia con il loro piano cottura, poggiandosi all'arco della porta per il giramento di testa che lo coglie, sibilandogli nelle orecchie. Matt si volta appena, gli occhi scuri gli sorridono sotto la luce morbida delle lampade sull'isola. Ha addosso il grembiule fatto a mano regalato a Niall per Natale da lui e Liam.

''Amore!'' cinguetta, ed Harry vede appena le sue pupille piccole come spilli, mentre si scosta dal suo tocco freddo. ''Ho preparato la-''

Quando Harry si preme contro la parete, mettendo una gamba piegata tra loro due, Matt smette di sorridere. Il riccio ha voglia di piangere, e infatti singhiozza mentre lo chignon sul fondo della nuca si scioglie appena, lasciando ciocche libere sulle spalle.

''Che cosa vuoi da me?'' domanda a bassa voce, le parole soffocate dalle lacrime. ''Cosa, Matt? Non ti ho mai risposto, ma non ti ho nemmeno mai denunciato. Cosa ti ho fatto? Cosa?''

''Non piangere, tesoro'' prega l'uomo, sfregandogli una guancia con le nocche. Harry non si sottrae, troppo preso a diventare una statua di gelido sale nelle sue mani. E' tutto sbagliato, questa è casa sua, porca puttana. Dovrebbe essere al sicuro. ''Ho capito, sei stato impegnato con il lavoro, ma adesso sono qui, sono venuto io da te per stare insieme. Non sono arrabbiato, va bene?''

Harry ha il pensiero folle che quella massa scomposta davanti a lui che una volta gli faceva battutine sulle arachidi che stavano dividendo in un bar sia diventata quello che è per colpa sua. Almeno, è l'altra conclusione per niente razionale a cui arriva, può regalargli una cena. Solo una cena. Magari se ne andrà, magari avrà quello che vuole e gli restituirà la possibilità di vivere.

No, si corregge riscuotendosi. Dargli corda è la cosa peggiore che possa mai fare.

''Non toccarmi'' sibila infatti, quando Matt si fa più vicino e approssima le labbra al suo collo. Vede lo sguardo dell'uomo cambiare, e poi, lento, lo sente. Il freddo di un piccolo cerchio premuto sul fianco, che non ha il coraggio di guardare, ma che cavalcando l'onda del panico fa lo stesso: Matt stringe una pistola di piccolo calibro nella mano ferma, che viene ritirata nella manica quando è sicuro che Harry l'abbia vista. Gli sfiora le labbra con le proprie, ma Harry rimane con gli occhi spalancati e pieni di lacrime.

''Andiamo a cena, amore.''

E' tutto surreale: Harry, che piange durante tutta la cena, una mano stretta in quella di Matt e l'altra a prendere piccoli bocconi che alimentano la sua voglia di vomitare. Il pollice di Matt sulla pelle tremante, la sua espressione tranquilla, le calendule sul tavolo, accanto alla pistola, in un'immagine dissonante che Harry sa che sognerà a lungo. Le chiacchiere a cui risponde con un 'ti prego, lasciami la mano' singhiozzato, e che viene ignorato finché non risponde come vuole. I fagiolini al burro nemmeno li tocca, si limita a piangerci sopra finché la stretta dell'uomo davanti a lui non lo avvisa silenziosamente di smetterla. La sua cucina è appena diventata teatro di un incubo e Harry non saprebbe in che posto rifugiarsi adesso, perché le braccia di chiunque lo farebbero rabbrividire e nemmeno casa sua è più un posto in cui andrebbe. Matt gli ha rovinato, sviscerato e bruciato la vita, riducendola a una carcassa sanguinolenta contratta in respiri veloci. Harry si sente vuoto e senza forze, ma non smette mai di piangere.

Sky Never Looked So Blue ||L.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora