Capitolo Undici

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nothing can come between you and i

Louis non fa parlare Harry, perché sa che non può. Lo culla, però, gli tiene il viso e gli bacia ogni lembo di pelle disponibile, lo stringe, lo tiene sul suo grembo finché il riccio, alto com'è, non diventa minuscolo.

"L-Louis" singhiozza, ed è il suono peggiore del mondo. Il maggiore gli riempie la testa di piccoli baci, aumentando la presa. "M-Mi... Mi dispiace, non avevo idea, non-"

"Non ora, amore. Non ora." gli passa i riccioli appena più lunghi dietro la piega dell'orecchio, poi gli bacia la fronte, tenendo le labbra il più possibile pressate contro la pelle, che è gelida, come se fosse morto o vuoto. Louis sente il terrore divorargli stomaco, polmoni e sangue, ma s'impone la calma. Prima Harry. Prima di qualsiasi cosa.

"Adesso ti porto a dormire, va bene?" mormora direttamente al suo orecchio, dondolando.

"È tornato, Lou." è un rantolo esausto che fa gelare la camera. Louis blocca le dita contro la sua pelle per un secondo di troppo, mentre Harry spiega, sempre più velocemente, ancora più in panico:

"Lui- Lui ha commentato su Instagram la tua- La tua foto e poi ha cancellato- L'ho visto in giro ma pensavo- N-Non so come, io- Oggi sono sceso per capire cosa e- Mi ha salutato-" Harry si scioglie su di lui, scoppiando di nuovo a piangere. "Ti giuro che non so come sia arrivato- Doveva essere a Londra- Mi dispiace, mi dispiace, giuro che non l'ho- Non l'ho chiamato-"

Louis calma Harry con un bacio profondo, convincendolo a respirare. Non ha tempo di razionalizzare, non adesso, ha bisogno solo che Harry si calmi. Che dormi un po'. Che stia bene.

"Ascoltami, amore mio. Adesso ti metto a dormire e, per quando ti sveglierai, avrò trovato una soluzione. Promesso. Non hai niente a cui pensare. Non ti lascio" aggiunge a favore del lampo di panico negli occhi di Harry "Non pensarci nemmeno. Rimango qui in casa, faccio qualche telefonata, ma non esco di qui. Te lo giuro." cerca le sue labbra ed è sollevato nel sentire Harry fare metà strada per raggiungerle, come sempre, avvolgendogli la nuca. Va ancora tutto bene. Può andare tutto bene.

"Reggiti" mormora sulle sue labbra, aiutandolo a fargli passare le braccia dietro il suo collo. Harry s'incolla al suo busto, la testa abbandonata alla sua spalla, le gambe dietro la sua schiena. Sente quanto è esausto mentre lo tira su. Gli lascia l'ennesimo bacio sulla spalla, cercando la pelle calda e familiare. "Perché non me l'hai detto subito?"

"Non volevo farti preoccupare" mormora subito Harry, accucciandosi. Louis respira direttamente dalla sua maglietta mentre apre la porta della camera con il ginocchio.

"Il tuo atteggiamento mi ha fatto preoccupare" risponde, dolce e tranquillo mentre lo fa stendere. Si costringe a trovare quella calma ed esaurirla, forse per sempre, pur di calmare Harry. Trova il suo stomaco per accarezzarglielo, ed Harry fa un mugolio contro il cuscino, piangendo in silenzio. Si allunga, baciandogli piano il viso, le palpebre, l'arco di cupido, mascella e spazio tra le sopracciglia, naso, fronte.

"Vuoi che ti apra la finestra? Così guardi un po' il cielo?" domanda, accarezzandolo con la punta del naso. Spera che Harry abbia davvero smesso di piangere, e che non sia una sua impressione. Traccia il suo profilo toccandolo piano, e il suo ragazzo sospira. Menomale.

"Rimani qui finché non mi addormento. Ti prego." sente dire, e Louis si piega per dargli un bacio nell'incastro tra collo e mento. Sente la pelle sotto le sue dita fremere.

Sky Never Looked So Blue ||L.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora