Capitolo Cinque

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wish i could freeze this moment in a frame and stay like this

***

Una volta aperte le porte dell'ascensore sul piano del suo studio, la prima cosa che Harry vede è Cindy, stretta in un due pezzi di lana blu scuro, la coda bionda alta sulla testa. I suoi occhi castani fiammeggiano di preoccupazione, ed Harry sa già cosa aspettarsi.

''Di nuovo?'' domanda, fiacco, stanco, sfregandosi la nuca.

''Tre'' conferma la sua segretaria, le guance impolverate di blush pallide per la preoccupazione ''E' un mese che va avanti, Harry. Come fanno ad arrivare alla tua scrivania in questo modo?''

''Non lo so, Cindy. Ti prego, non pensarci.'' chiede, poggiandole un palmo gentile sulla spalla mentre la supera. ''Sposta tutti i miei appuntamenti per oggi, vuoi?''

''Harry'' delle dita sottili, vagamente tremanti, gli tengono il polso. Il riccio si gira di scatto per guardarla, ma non si sottrae. ''E' un mese che questa cosa va avanti. Posso sapere che succede? Qualcuno ti sta importunando, seguendo, o...''

''Cindy, tesoro, non è niente. Fammi quel favore di spostare quello che ho da fare, d'accordo?'' chiede di nuovo, gentile e tranquillo, e finalmente la sua segretaria gli lascia il polso, così da dargli la possibilità di andare nel suo studio.

Abbandonando la borsa per terra, subito dopo la porta, dedica un'occhiata alla parete di vetro alle spalle della sua scrivania, e alla veduta di una fredda Londra che gli viene offerta. Si concentra, invece, sui tre cartoncini poggiati alla scrivania, e sul bouquet di fiori che li ferma contro il ripiano. Quella mattina sono peonie: senza pensarci, Harry le getta nella pattumiera, aprendo il coperchio con il pedale. Dopo essersi passato sui gomiti le maniche del maglione rosso, si poggia finalmente alla scrivania e osserva i cartoncini, uno per volta. Non fa fatica a decifrare sempre la stessa scrittura.

Vorrei farti gemere su questa bellissima scrivania, Harry, dice il primo, ed il riccio nemmeno si scompone più: le prime allusioni sessuali gli avevano fatto rivoltare lo stomaco fino alla gola, ma adesso è abituato, e quel senso di rassegnazione lo terrorizza. Passa al secondo cartoncino.

Ti ho sognato, stanotte, eravamo in vacanza a Parigi e tu eri tutto per me, sempre, recita il secondo, ed Harry si limita a portarsi via un ricciolo dalla fronte prima di gettarlo dietro il primo. Aggiustandosi un anello che si è spostato, prende anche l'ultimo cartoncino, gli occhi socchiusi.

Ho scelto le peonie, oggi. Mi ricordano le tue guance quando dormi.

Merda.

Harry si appoggia alla scrivania, un senso di vertigine e di vomito sul retro della gola mentre artiglia con dita tremanti il bordo del mobile. Si ripete che è solo una frase per spaventarlo, un paragone che può essere immaginato senza aver mai visto nulla, ma visto quello che è capace di fare Matt non si stupirebbe a riscoprirlo osservarlo nel sonno, in qualche impossibile modo. Il suo inconscio gli ripete che è impossibile, ma il tumulto aggrovigliato e confuso della sua testa ormai lo vede come un dato di fatto. Matt è entrato nell'ultima spaccatura possibile della sua vita.

Il che, no. Harry deve darsi una cazzo di calmata. Lui, Liam e Niall vivono al quinto piano, e non è possibile che Matt si sia affacciato alla finestra, o che sia addirittura entrato in camera sua, per poggiarsi alla sua poltrona e vederlo dormire, solo per mettere su paragoni con inutili fiori. Harry lo razionalizza piano, respirando con le nocche contro la fronte, mentre strappa il cartoncino e lo consegna alla pattumiera. Preme un tasto sul telefono fisso.

''Cindy?'' domanda, forzando un tono tranquillo che ormai ha imparato a tenere su, come una solida impalcatura.

''Dimmi, Harry.''

Sky Never Looked So Blue ||L.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora