Cap.4

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Mi sveglio al buio, non riesco a ricordare dove mi trovo.
Mi siedo sul letto, mi guardo intorno ed è tutto chiaro.
Sono sulla barca dell'uomo che mi ha rapita.

Mi sono addormentata appena ho poggiato la testa sul cuscino, l'ultima cosa che ho in mente è la tisana che mi ha dato Samira per farmi calmare.
Deve aver messo del sonnifero dentro.

Mi siedo sul letto e mi passo le dita tra i capelli lunghi, questo gesto lo compiva sempre mia madre, con le sue mani avevo il potere di tranquillizzarmi.

Da sola mi riesce poco.

La stanza è ampia e sono sola in questo grande letto, la mia presenza su questa barca non me la riesco a spiegare, Samira mi ha parlato di donne al suo servizio sessuale.

Solo che penso che quel porco mi deve mettere le mani addosso sto male.

Siamo in mezzo al nulla, al largo da qualche parte nel mondo.
Ieri quando volevo lanciarmi in acqua, avevo completamente scordato che non so nuotare, quindi non sarei potuta andare da nessuna parte.

Scendo dal letto e mi avvicino alle finestre, scosto la tenda per poter guardare fuori, il mare è bellissimo, calmo e con la luna che si riflette gli conferisce dei bagliori dorati.

Prendo la piccola vestaglia che mi ha lasciato sul letto e la infilo, è molto bella e trasparente, qualcosa di molto costoso e sexy a cui non sono abituata.

Provo ad aprire la porta e mi meraviglia trovarla aperta, mi affaccio in un corridoio stretto, non trovo nessuno di guardia, mi sembra strano di non essere stata legata e imbavagliata di nuovo, potrei andare dove voglio.

La curiosità è più forte della paura d'imbattermi in qualcuno.
Tutto è molto silenzioso, sono tutti a dormire ma ci saranno degli uomini di guardia.

Salgo sul ponte e respiro l'aria pungente e fresca, siamo a luglio, l'aria è piacevolmente calda.

Amo l'estate, le passavamo al mare con i miei genitori prima dell'incidente di mia madre e prima della pazzia al gioco di mio padre.
Ho sempre voluto fare una crociera su una barca, sembra che sia stata accontentata mio malgrado.

Mi appoggio alla balaustra, ma tranne le stelle e la luna non c'è nessuna luce intorno, siamo abbastanza lontani dalla costa.

Cammino lungo il ponte e mi avvicino al salone dove mi hanno condotta nel pomeriggio.

Ci sono delle piccole luci ovattate che lo illuminano, spero che non ci sia qualcuno, passo davanti ad un finestrone aperto e sento dei rumori, degli strani suoni.

Ho sempre pensato di essere troppo curiosa, dovevo restare in cabina, ma con molta cautela sbircio dentro.
Potrei mettermi nei guai.

All'inizio non distinguo nulla, è in penombra, ma quei suoni indirizzano il mio sguardo in un punto dell'enorme salone.
Riesco a mettere a fuoco e quello che vedo mi spiazza.
Sul divano ci sono un uomo e una donna in posizione come dire, strana, lui steso con le mani dietro la testa e la donna con la testa tra le sue gambe.

Stanno facendo sesso, erano questi erano i rumori che sentivo.

Sono entrambi nudi, la donna che a guardarla meglio la riconosco come una delle ragazze che erano nel salone.
Lo sta accarezzando sulle cosce e ha nella sua bocca un enorme pene.
Lo succhia e lo lecca in un modo che non credevo fosse possibile, l'uomo che sembra piacergli molto, si morde le labbra e ha gli occhi chiusi dal piacere.

Una scena molto erotica, nemmeno nei film avevo visto una cosa simile.

La ragazza aumenta il ritmo con cui lo prende in bocca e degli affondi, lo tiene completamente in bocca e io meraviglio che non si possa strozzare.

Lui solleva la schiena per prenderle la testa e aiutarla nelle spinte, stanno per raggiungere il piacere, ha delle spalle e dei muscoli incredibili, un fisico che non passa inosservato.

I capelli sono umidi di sudore, posso distinguere le gocce di sudore che gli colano dal viso, sul collo, sul petto muscoloso.

Ad un tratto le solleva la testa, quell'enorme erezione svetta brillante al buio, la fa stendere sul divano e con la mano prende il pene tra le mani e lo guida dentro di lei, il viso della ragazza è in completa estasi di piacere, io penso al dolore che potrebbe sentire ad averlo dentro di sé.

Poi lui inizia a calvacarla nel vero senso della parola, dandole dei colpi che lo fanno affondare sempre di più dentro di lei.
Le urla della ragazza sono di piacere e i gemiti dell'uomo mi sembrano che somigliano a dei versi animaleschi, profondi e gutturali.

Non avevo mai pensato che il sesso poteva essere così, quello che succedeva tra me e Derek paragonato a questo era quasi verginale.

Non era mai entrato dentro di me, ma immaginai che non sarebbe stato come questo a cui stavo assistendo.

Quando mi sembrò che la sua cavalcata non avesse mai fine, si adagio su di lei ed entrambi scoppiarono di piacere.
Rimasi incantata a guardare il suo corpo che si alzava e si abbassava per il respiro affannoso e il sudore che imperlava la sua schiena.

Si alzò da lei con il membro ancora enorme e luccicoso, il mio respiro si strozzo in gola quando lui si voltò nella mia direzione e mi vide.

In quel momento mi resi conto che ero stata tutto il tempo con la bocca aperta e gli occhi nerissimi che mi stavano consumando erano quelli del ragazzo che mi aveva presa quando avevo tentato di scappare.

Un ghigno comparve sul suo viso.

Tutto quello che pensai fu di scappare e tornare nella mia cabina.

Quando chiusi la porta alle mie spalle mi buttai sul letto e mi accorsi che avevo gli slip completamente bagnati.

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