Cap.12

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Ho acceso il suo sguardo e ora mi pento di aver fatto quella domanda.
Si alza costringendomi a indietreggiare.
"Cosa farei io? Sicura di volerlo sapere?" Ma perché sussurra, così mi mette ansia.

Deglutisco, ma non gliela voglio dare vinta.
Alzo il mento in atteggiamento di sfida e metto le mani sui fianchi.

"Per prima cosa, ti tirerei su i capelli in una sola mano, in modo da vedere il tuo bel faccino che nascondi, poi ti bacerei sulla bocca, sul naso, su questo neo che hai sul labbro fino a farti gemere."
Ho la bocca secca.
Ha sempre le mani in tasca e si avvicina a me, mentre io mi allontano piano.
Non mi tocca, non mi sfiora nemmeno.
"Poi farei scivolare piano le spalline dell'abito, ti scoprirei le tue meravigliose tette, posso chiamarle così?"
Annuisco.

"Sono grandi, come piacciono a me"
"Scenderei con la lingua lungo il collo, fino ad arrivare a loro"
"Ti morderei un capezzolo e l'altro lo stringerei con le dita, fino a quando diventeranno duri, rossi e gonfi.

Poi gli passerei la lingua e le mani per addolcirli.
Ti toccherei la schiena scoperta, ti toglierei completamente l'abito."

"Adorerei toccare il tuo sedere, massaggiare, sculacciarlo, mi chiederai ti di farlo, fino ad implorarmi.
Poi quando ti toglierò lo slip, potrai essere mia.

Infilerò il mio dito nella tua figa, la chiamerò così, poi inizierò a muovermi prima su e giù, poi in circolo sfiorerò tutti i tuoi punti deboli, poi continuerò con due e tre dita.

Urlerai, gemerai fino a quando mi chiederai di entrare dentro di te, col mio cazzo enorme e pieno, grande e lungo affonderò in te, ti spingerò sulla parete, con affondi lenti.

Alzerai una gamba per stringerla intorno ai miei fianchi, così sarò più profondo, i nostri corpi si schiaffeggeranno ad un ritmo che non avrai mai pensato.
Quando poi inizieranno i brividi dal bacino, dalle gambe, dalla tua figa deliziosa uscirò da te, resterai ferma pensando di cadere, di non riuscire a respirare, ti farò stendere ed entrerò di nuovo in te.

Ti cavalcherò fino a quando griderai il mio nome, tra i gemiti, sarò l'unica cosa che vorrai, me e il mio cazzo, te lo chiederà il tuo corpo e la tua figa, ogni volta che ti sfiorerò o mi vedrai.
Non sarò dolce o romantico, ma duro e brutale, e ti piacerà più di qualsiasi altra cosa."

La mia schiena era incollata al muro e il suo corpo a malapena mi sfiorava, le sue braccia lungo il corpo come le mie, senza toccarci avevo sentito ogni singola parola, ogni singolo gemito su di me.
Avevamo i respiri affannati e gli occhi suoi non mi avevano mai lasciata.

La sua bocca, mostrava i denti bianchi, come un lupo che puntava la sua preda, ma non si mosse, solo le due fossette agli angoli tradivano il sorriso che gli stava spuntando.

"Sono stato abbastanza boss da scoparti in questo modo?"
Con un braccio che puntellava il muro dietro di me e con l'altra mano in tasca, aveva l'impressione di aver fatto sesso.
Non osavo immaginare il colore del mio viso in quel momento, potevo avere tutte la sfumature dal rosso fino al viola.

"Penso di sì"
Si sposta per farmi uscire da quell'angolino di muro, cercando di non cadere dai tacchi e con le gambe tremolanti rientro nel camerino, con il suo sguardo su di me.

Mentre cerco di infilarmi gli altri abiti, lo sento parlare al telefono.
"Cosa significa che vuole di più? Non gli basta quello che avevamo pattuito?"
Silenzio, poi sento che da un calcio alla poltrona.
"Ok digli che solo per questa volta, gli diamo quello che ci chiede visto il carico, la prossima volta si fa come sempre altrimenti sa già come andrà a finire"
Chiude il telefono e lo sento imprecare.

Dev'essere molto arrabbiato, non vorrei farlo innervosire di più ma la cosa mi tenta moltissimo.

L'altro abito è lungo come una sottoveste colore petrolio, ha una piccola arricciatura sotto il seno che lo mette in evidenza, devo dire che è molto sexy.

Nemmeno il tempo di finire di guardarmi allo specchio che mette la testa dentro.
"Ma che diamine Marcus"

"Oh cazzo, sei stupenda"
"Basta con questa parola".
"Scusami signorina, ma il boss che è in me viene sempre fuori".
"Devo andare, devi continuare da sola, ti lascio i ragazzi fuori, prendi tutto quello che vuoi, quello che ti piace.
L'abito rosa devi prenderlo assolutamente".
Chiude la tenda e se ne và.

Nel giro di un ora sono scappata da lui e sono finita a farci sesso verbale, le sue parole mi hanno eccitato, provocato, emozionato, ho sentito sul mio corpo quelle cose che mi stava dicendo e cavolo ho desiderato che in quel momento lo facesse davvero.
La mente fa brutti scherzi, mi sta provocando mettendo alla prova, ma non mi tocca, non mi sfiora.

Penso al viso di Zaira quando hanno fatto sesso, al suo corpo appagato dal desiderio che gli ha soddisfatto, alle sensazioni che gli ha fatto provare.

Mi metto le mani sul viso, non mi riconosco più, sono prigioniera di un uomo che aspetta solo il momento giusto per fare di me quello che vuole e me l'ha fatto capire bene, per poi vendermi al miglior offerente.
Quanto mi manca Derek e la mia vita.

"Signorina, signorina ha bisogno d'aiuto? Tutto bene?"
La voce della commessa mi richiama alla realtà.
"Si grazie"
Mi rivesto e esco dal camerino, prendo alcuni abiti.

"Li prende tutti?"
"Si, tranne quella rosa glitterato, quello no"

Decido sempre e solo io.

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