Cap.16

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Si avvicina senza togliere gli occhi dai miei, faccio un passo indietro, inizio a respirare male.
"Marcus io..."
"Io cosa?". Mi guarda le labbra e non so cosa pensare.
Sentivo il suo respiro sul mio viso.

Avevo paura, paura di cosa poteva succedere fra noi, di quello che potevo sentire.
Avevo paura che il mio odio si tramutasse in altro, desiderio, voglia.
Come se riuscisse a leggere nella mia testa, tutti i miei timori, gli spunta un sorriso... era davvero bello, affascinante, misterioso, mi venivano alla mente quelle ragazze che avevo visto fare sesso con lui.

"Non hai fame?" Con un gesto della mano mi indica il tavolo imbandito di ogni cosa.
In quel momento mi sento quasi ridicola, i miei dubbi si sgretolano perché stava alludendo alla cena.
"Ceneremo in tenda e se vuoi potremmo fermarci anche a dormire"
Lo guardo stranita "Dormire?" Di nuovo mi assale l'ansia, sgrano gli occhi, ho paura a sentire quelle parole.

"Si dormire, ti sembra così strano farlo in tenda, ti posso assicurare che si dorme benissimo e come hai già potuto notare tu stessa è munita di tutti i comfort."

"Penso che sia meglio cominciare con la cena e poi vedremo".

Seduta sui cuscini con il suo corpo accanto al mio, cerco di mangiare quelle pietanze con sapori particolari e che hanno un gusto nuovo per il mio palato.
Marcus sembra a suo agio di me, molto più di me.
Mi invita ad assaggiare e bere del vino che mi solletica la gola.

La luce delle lanterne crea un atmosfera da mille e una notte con i colori ambrati degli arredi.
I comodi tappeti sono soffici come i cuscini su cui siamo seduti, non sembra di stare sulla sabbia, ma più su un tappeto di nuvole.

Sembra avvicinarsi sempre di più, oppure sarà la mia sensazione che lo percepisce in questo modo.

Adesso i suoi lineamenti sono sempre più familiari, più chiari, come le sue labbra, mi soffermo a pensare che sono state sulle mie, i suoi occhi che hanno il colore di una notte senza stelle.
Buia e pericolosa.
Mi allontano come se mi fossi scottata, cercavo nei miei pensieri Derek, ma continuavo a vedere lui, il suo fascino.

"Marcus io.." non riuscivo a terminare la frase, il mio corpo vibrava vicino al suo potevo sentire il calore che emanava, il suo odore che mi stordiva.
Forse il vino mi stava confondendo sempre più le idee.
"Io cosa? Stasera mi sembra che non riesci a formulare una frase intera".
"Spero sia la meraviglia che ti sta trattenendo, mi avevi parlato della tua passione per il deserto"
Con quel sorrisetto sghembo, continuava a divertirsi.
Era vero mi confondeva sempre di più, trovarmi in quel luogo con lui, andava oltre ogni mia immaginazione.
Anche se mi sentivo in colpa, pensavo a Derek, forse mi stava cercando, non poteva immaginare cosa fosse successo, senza sapere dove mi trovavo, sarà stato angosciato come me al pensiero di non vedermi più.

"Spero che tu non voglia dirmi che non ti piace la serata o piuttosto la mia compagnia" interrompe questi miei pensieri.
"No cioè si.." sono così confusa
"Non è molto chiaro quello che vuoi dirmi" e più si avviciniva a me e più mi confondevo.
"Lo sai cosa penso" mi stavo riferendo a Derek, che mi mancava e volevo tornare con lui.

"Voglio che tu mi dica tutto quello che pensi"
Mi prende la mano e mi sfiora il dorso con le labbra.
"Voglio tornare a casa da Derek"
"Lo ami?" Gli occhi sono due fessure.
Nella mia testa si fa strada il pensiero che mi potrebbe lasciare andare.
"Si è l'unico uomo che potrò mai amare, volevamo sposarci avere dei figli ma tutto questo non può accadere perché.." e mi fermo a guardarlo negli occhi.
"Non è colpa mia lo sai quello che ti è successo"

"Ma puoi farmi tornare" lo incalzo
"Non posso né abbiamo già parlato"
"Derek sa che stai bene"
"Davvero?" Scatto, mi porto le mani al viso, sono felice che abbia saputo almeno questo, provo una gioia incredibile come se si fosse stabilito un ponte con lui.

"Ti si è illuminato il viso, mi fa piacere averti reso felice. "

Una lacrima scende inesorabile sul mio volto, non riesco a trattenerla, Marcus con la mano la asciuga e mi guarda fisso.
Sono stregata dal colore dei suoi occhi, la gioia di aver saputo di Derek adesso è svanita, ho sentito il suo calore, quando mi ha sfiorata, non ho ancora chiaro perché reagisco in questo modo ma sono consapevole che la sua presenza non mi è indifferente.

Continua a sfiorarmi il viso senza parlare, poi sembra fissare un punto lontano oltre il mio viso, sovrappensiero, senza dire nulla.

"Non posso dirti che sto bene quando poi è il contrario" dico quasi a scusarmi.
"Mi manca la mia casa, le mie abitudini e Derek"

Come se si fosse svegliato da una riflessione profonda, mi guarda in viso e lo prende tra le mani, mi sfiora le labbra, e io penso che potrei svenire, sentirmi male.
Dovrei allontanarmi, ribadire di voler stare con Derek invece schiudo le labbra come a volerlo incoraggiare, come a pensare che solo un suo bacio possa in questo momento appagarmi.
Mi sorprendo che non voglio che si fermi come è successo prima sono sopraffatta dalla miriade di sensazioni che provo.

Forse a livello psicologico sono soggiogata da lui e dal potere che ha su di me, altrimenti non riuscirei a spiegare queste sensazioni che provo quando gli sono accanto.

Si alza e si porta le mani in tasca, è pensieroso, gli ho dato modo di fargli capire che non lo voglio, che non potrò mai piegarmi al suo volere.

Il suo cellulare squilla, risponde subito,
"Sterling" in modo molto secco.
Ma quest'uomo non dice mai pronto.

"Bene, digli che si può fare, non ci sono problemi"
Chiude la telefonata.

Sembra soddisfatto di qualche notizia, forse un altro affare andato a buon fine.

All'improvviso si sentono delle voci soffocate provenire dall'esterno.
Lo vedo che scatta sulla schiena, e prende il telefono, quando all'improvviso un suo uomo armato entra di corsa.
"Marcus dobbiamo andare, gli uomini di Trevor ci hanno assalito, erano in due ma li abbiamo neutralizzati ma non stiamo più al sicuro"
"Ma cosa gli è saltato in mente,  eravamo in tregua, non ci saremmo dovuti scontrare, ognuno ha la sua fetta di torta."
"Forse non è andato a genio l'accordo con lo sceicco dove abbiamo dovuto forzare un po' la mano per fare passare il carico e si sono persi molti soldi."
"Si ma attaccare in questo modo non è da loro"

Ascolto tutta la conversazione senza respirare, ho molta paura perché non capisco tutti i suoi affari, so soltanto che vedo Marcus nervoso e lui di solito non lo è, si è sempre mostrato molto controllato.

Mi nascondo senza pensarci dietro di lui, mi fa sentire più al sicuro.

Lui si volta verso di me e mi sorride per infondermi sicurezza,
"Stai tranquilla, non ti succederà nulla, non lo permetterò"
"Lo so" ed è vero, lo leggo nei suoi occhi che è così.
Si volta verso il suo uomo
"Devo parlarci per capire le sue intenzioni"
"Ok organizziamo un incontro"

Ci lascia soli e se ne và.

"Purtroppo la nostra serata non è andata come speravo, devo farti riaccompagnare in villa"
"E tu? Dove vai?" Sono visibilmente preoccupata.

"Devo risolvere un piccolo contrattempo"
Poi mi guarda con gli occhi sorpresi.
"Non sarai mica preoccupata per me?"

"Perché dovrei esserlo?"
"Perché.." e non termina la frase, ma sembra avere lo sguardo deluso, si allontana e chiama qualcuno.
"Accompagnala a casa e controlla che non ci sia nessuno lì intorno."

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