6.

1.4K 58 1
                                    

Arriviamo alla festa e ci dirigiamo subito verso Jj e gli altri.
Appena arriviamo da loro, Jj mi squadra dall'alto in basso per qualche minuto. Comincio a sentire le farfalle nello stomaco.
-Alla buon ora siete arrivate eh...- dice Pope, mettendosi poi a ridere. 

Arriva il momento del classico ballo lento a coppie: Sarah va con John B, Kiara va con Pope, Georgia si trova uno a caso e da soli rimaniamo solo io e Jj.
-Vorrebbe darmi l'onore, mademoiselle?- mi chiede Jj usando di nuovo l'accento inglese e porgendo mi subito la mano.  Io prendo la sua mano e gli sorrido. Siamo così vicini che io riesco a sentire il suo profumo, sembra una droga. Ormai il mio stomaco si è trasformato in uno zoo ambulante. Ad un certo punto i nostri visi sono vicinissimi e io mi perdo nei suoi occhi cristallini e lui a sua volta mi guarda negli occhi, per poi spostare lo sguardo sulle mie labbra.
Non posso fare a meno che seguire il suo sguardo e quindi posare il mio sulle sue labbra rosee, stupende. I nostri visi continuano ad avvicinarsi sempre di più finché avviene la magia. Appena le sue labbra incontrano le mie, eliminando il poco spazio che c'era tra di noi,  sento un fuoco iniziare a bruciare dentro di me, che si fa sempre più forte. Dopo un po' lui mi accarezza la guancia con una mano e con l'altra comincia a spostarsi in basso sul mio sedere. Per un attimo mi fermo, però lui riprende subito e le sue labbra incontrano di nuovo le mie. Questa volta il bacio diventa un po' più aggressivo e la sua lingua comincia a farsi strada nella mia bocca e io lo seguo nei suoi movimenti.

-Guardateli che belli i due piccioncini...- sento una voce pronunciare queste parole. Mi fermo di colpo, mi giro ed è Georgia e accanto a lei ci sono tutti i nostri amici. Jj continua a fissarmi, io invece mi giro verso di loro e comincio a diventare tutta rossa, finché anche Jj distoglie il suo sguardo da me e lo sposta verso i suoi amici. Siamo entrambi super imbarazzati e non sappiamo proprio che dire.
Gli altri, vedendo la nostra reazione, si mettono a ridere e allora anche noi. Dopo distolgono subito la loro attenzione da noi. -Vi lasciamo continuare dai...- dice Georgia, seguita da un "Si dai" di tutti gli altri.
-Ti va di camminare un po'?- mi dice Jj prendendomi la mano. Annuisco.
Ci spostiamo fuori dalla festa e ci incamminiamo verso la spiaggia.
Appena fuori, dove non ci veda nessuno, Jj si gira di nuovo verso me e mi accarezza quello zigomo con la mano. Non riesco a fare a meno di fare un'espressione dolorante appena me lo sfiora, e si toglie anche il trucco con cui ero riuscita a nasconderlo.
-Ma che ti è successo?- mi dice lui, subito preoccupato.
-Ehm... niente. Ho solo sbattuto contro una credenza.- ho inventato una scusa proprio schifosa. Nel frattempo sento le lacrime riemergere e cerco di trattenerle.
Jj mi vede con gli occhi lucidi e mi obbliga a parlare.
-Beh, in realtà, è stato mio papà...- dico, prendo un bel respiro e cerco di raccontare tutta la storia, nonostante stiano già cominciando a scendere le prime lacrime -È cominciato tutto un po' di anni fa. Non ricordo come, ero ancora molto piccola. Ricordo solo che mio padre tornava ogni sera ubriaco marcio e cominciava a litigare con mia madre. Finché la lite non sfociava in violenze. All'inizio mio padre cercava di nascondermelo, poi una sera li ho sentiti urlare talmente forte che ho deciso di precipitarmi giù dalle scale e così è iniziato tutto. Dal momento che aveva paura che io buttassi fuori il rospo, ha cominciato a picchiare anche me. Mio fratello, invece, ne è sempre rimasto fuori perchè era in giro la maggior parte del tempo, quindi non notava niente.- dico tutto d'un fiato e poi ricomincio, indicandomi il taglio sullo zigomo - questo me l'ha fatto oggi pomeriggio. Infatti prima me ne sono andata dalla casa di John B perchè mi aveva chiamato mia mamma dicendomi che era un'emergenza e quindi sono corsa subito. Era stesa per terra, piena di lividi. Dopo averla portata all'ospedale, ho chiamato mio papà chiedendogli di parlare e giusto prima che uscissimo io e te, è venuto in camera mia e abbiamo discusso e... beh puoi immaginare come sia finita...- concludo, scoppiando poi a piangere davanti a lui. Mi faccio schifo, non sopporto di piangere davanti alle altre persone. Jj avrà già i suoi problemi e ora arrivo io ad aggiungergliene altri.
Con mia grande sorpresa, non dice niente e mi stringe a sè in un abbraccio.
Dopo io continuo a parlare -Poi, in realtà, quando ci siamo trasferiti qua mio papà mi aveva giurato di smetterla, aveva detto che si era pentito e che era cambiato, e io l'ho anche perdonato. Mi faccio schifo per questo, avrei dovuto immaginarlo che non sarebbe mai cambiato...- e scoppio di nuovo in lacrime.
-Stai tranquilla, non avresti potuto saperlo comunque. Non è stata colpa tua, ok?- mi dice lui, alzandomi il volto con le mani e guardandomi dritta negli occhi.
Io annuisco e dopo ci abbracciamo di nuovo.

Alla fine abbiamo deciso di rimanere a dormire di nuovo da John B. Per dormire Jj mi ha prestato una delle sue magliette, che ovviamente mi sta larga; ha un profumo stupendo e passerei giornate ad annusarlo. E così mi sono addormentata sul divano abbracciata a lui, che mi teneva stretta come per non farmi scappare. Mi sembrava un sogno, da cui non volevo più svegliarmi.

Look after youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora