capitolo 2 - talking Is hard

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caro diario,

la prima giornata con i miei fratelli non è andata proprio come speravo però ho incontrato dei ragazzi della mia nuova scuola che sembrano essere dei potenziali nuovi amici, ma non voglio farmi delle false speranze perciò vedrò il primo giorno di scuola

12/09/2005. Kokomi


mi alzai con la sveglia alle 6 e dopo essere rimasta a guardare il vuoto per 10 minuti buoni mi avviai verso al cucina per fare colazione
- buongiorno tesoro, hai dormito bene?-
annui con la testa
-nahoya mi ha detto ciò che successo ieri-
-sei avessi il coraggio lo castrerei seduta stante-
disse souta arrabbiato
-lo sanno anche lo mosche che non ne hai il coraggio-
disse nahoya con il suo solito sorrisetto. dopo aver sentito quei due bisticciare mi alzai e tornai in camera per vestirmi con l'uniforme scolastica. sentì bussare alla porta
-sorellina posso entrare?-
mi disse una voce roca quasi forzata a dire quella frase
-souta?-
dissi a bassa voce
-posso entrare?-
mi disse sta volta con tono più alto, io spaventato dissi un si spaventato
-mi-mi- mi dispiace per quello che successo ieri-
la sua testa era molto bassa, non ne voleva sapere di guardarmi in faccia
-forse nahoya te l'ha già detto ma io ci tengo molto a te e a lui, anche se non può sembrare-
i miei occhi si illuminarono di una luce pura, sentire quelle parole provenire da lui e non da nahoya mi rassicuravano ancora di più
-me sono veramente felice-
dissi accennando un piccolo sorriso, quando me ne accorsi lo tolsi subito mettendomi una mano sulla bocca
-ora vai, se no farai tardi-
annui e presi lo zaino uscendo dalla camera e poi di casa. il tragitto con. souya fu veramente silenzioso nessuno dei due osava fiatare, ma non è che mi importasse moltissimo. io stavo ancora ripensando al fatto che prima avevo sorriso alle sue parole, neanche la mamma mi ha fatto sorridere e lo fa mio fratello che conosco ancora appena.
arrivai a scuola
- ci vediamo dopo, ti verrò a prendere io-
detto questo non mi diede nemmeno il tempo di salutarlo che se ne andò. guardai l'entrata della scuola per un attimo e dopo abbassai lo sguardo. non guardando avanti andai a sbattere contro qualcuno: era uno dei ragazzi di ieri, aveva i capelli tendenti al biondo e lisci e gli occhi scuri
-s-scusami-
dissi con un filo di voce bassissimo che si sentiva appena
tu non sei per caso la ragazza di ieri?-
mi disse con aria confusa, alzai la testa mostrandogli il mio viso
-si sei la ragazza di ieri, scusa se non ci siamo presentati ma te ne sei andata con tuo fratello prima che potessimo farlo-
si mise la mano sul collo guardando il vuoto
-mi chiamo takuya, gli altri sono akkun da come hai potuto dedurre, yamagishi e Makoto-
una parte di me avrebbe voluto dire "chi te lo ha chiesto?" ma l'altra parte voleva ringraziare essendo che volevo farmeli amici.
-...-
-non sei una di molte parole-
disse un po'a scatti, sembrava un ragazzo molto timido
-TAKUYA SIAMO ARRIVATI-
disse uno dei ragazzi mentre correndo si avvicinava a noi
-ehy tu sei la ragazza di ieri-
mi girai verso di loro e notai che c'era un ragazzo in più, anche lui dai capelli biondi
-ieri? perché cosa è successo?-
chiese "capelli biondi", avrei preferito che non lo dicessero ma non sapevo come dirlo essendo che la mia timidezza mi bloccava mica poco, mi limitai ad abbassare la testa e vedere la sua reazione al dire "l'hanno quasi stuprata nel cortile scolastico", vidi takuya che puntava lo sguardo verso di me per poi voltarsi di nuovo verso i suoi amici
- allora in pratica...-
stava per parlare yamagishi
-credo che non sia una bella cosa dire questo fatto senza il permesso della ragazza-
c-cosa? sta prendendo le mie difese per caso? alzai la testa verso di lui con la mano sul cuore
- è un fatto un po'delicato e credo che senza il suo permesso dirlo sia un po' da maleducati -
i miei occhi brillavano di gioia, il cuore mi batteva forse è sentivo le mie guance arrossarsi più del solito
-penso che takuya abbia ragione è un evento delicato, soprattutto per una donna-
disse Makoto mettendo una mano sulla spalla di yamagishi
- avete ragione scusate-
alzai la testa guardando il gruppetto di ragazzi
- però potrebbe dirlo anche lei, anche ieri non ha detto una sola parola-
in quel momento avrei voluto urlare un gran "mi dispiace" perché hanno ragione, dovrei parlare, ieri avrei potuto ringraziare invece non ho detto nulla
-magari preferisce parlare quando si sente più in confidenza, non datele fretta-
e ancora una volta i miei occhi puntarono takuya illuminati da una gioia indescrivibile di come questo ragazzo potesse capirmi senza che io potessi dire nulla
- se le cose stanno così-
yamagishi si avvicinò a me e mi mise una mano sulla spalla
-sei vuoi potremmo diventare amici-
annui appena con la testa guardandolo negli occhi sperando potesse capirmi come aveva fatto takuya, ma niente, si limitò a dire ciò e a entrare a scuola seguito dagli altri. io guardai il vuoto per un attimo per poi risvegliarmi dal suono della campanella. Entrai nella mia classe per poi essere fermata dalla professoressa
-ragazzi lei è la vostra nuova compagna di classe kokomi kawata-
non dissi nulla e rimasi in silenzio a fissare la classe
-vorresti presentarti ai tuoi compagni?-
scossi la testa, la professoressa mi guardò storta, ma io proprio preferivo non dire una parola davanti a persone sconosciute, mi metteva troppo a disagio
-puoi metterti a sedere vicino a takemichy-
quindi "capelli biondi" si chiama takemichy? lo salutai con la mano per poi mettermi a sedere

-skip time-

era ora dell'intervallo, io rimasi al mio banco a guardare il telefono e fare disegnini nel diario
-fai di cognome kawata-
disse takemichy totalmente a caso venendo davanti a me
- per caso hai dei parenti che si chiamano souta e nahoya?-
non capivo il senso della domanda, suppongo lo conosca perché mi abbia fatto questa domanda, non risposi nemmeno questa volta e lo fissai come se nulla fosse
- proprio non ne vuoi sapere di parlare, eh?-
mi disse con un sorriso
-non fa niente, quando avrai preso confidenza dimmelo va bene?-
mi alzai dal banco vedendo takuya e gli altri davanti alla porta della classe
-quindi ti chiami kokomi giusto?-
mi disse yamagishi mettendo un braccio intorno al mio collo, io annui con gli occhi spalancati, quando dopo guardai la porta come per fare capire che volevo andare a prendere la merenda alle macchinette e me ne andai lasciando i ragazzi da soli, tranne takuya che anche lui venne per prendere la merenda. appena arrivata c'eravamo solo io e takuya e dopo aver preso la mia merendina lo aspettai
- non pensavo mi aspettassi -
mi disse dopo aver preso anche lui la merenda
- ti ringrazio...per quello che successo all'ingresso...sta mattina-
takuya fece una faccia scioccata, io diventai rossissima per l'imbarazzo però sentivo di potermi confidare con lui
- mi hai parlato-
mi disse quasi rosso alle guance
-...-
"si ti ho parlato perché sento che sei la persona giusta con cui potermi confidare" pensai, ma senza dirlo ancora non volevo dire ogni cosa che mi frullava per la testa
- non me lo aspettavo, comunque prego per me è stato un piacere, non sapevo nemmeno se stavo interpretando bene la tua faccia-
detto tutti mentre si grattava il collo nervoso. abbassai la testa, la sua risposta mi mise in imbarazzo, non perché aveva detto qualcosa di sbagliato ma proprio per il semplice fatto che mi ha risposto come se niente fosse, certo all'inizio era sorpreso ma fu questione di un secondo o due.
- mi hai interpretato... benissimo-
dissi con voce molto a scatti, lui mi sorrise per poi farmi cenno di andare. arrivati alla porta della classe suonò la campanella e ci sedemmo ai rispettivi banchi.

-skip time-

finita scuola uscì dietro al gruppo di takuya e ci fermammo nel cortile a parlare
-quindi ti chiami kokomi-
affermò akkun, io come al solito rimasi in silenzio e ogni tanto alzavo lo sguardo su takuya sperando non dicesse niente riguardo quello che successo durante l'intervallo
- vorrei parlasse però, mi piacerebbe sentire la sua voce-
affermò Makoto totalmente a sproposito
-credo che a tutti piacerebbe -
rispose yamagishi rimettendo il suo braccio intorno al mio collo
-credo che così la metti a disagio yamagishi-
si avvicinò a me akkun
-ti da fastidio?-
mi disse a bassa voce indicando il ragazzo con gli occhiali. non feci nessun cenno ne con la testa ne con le mani: mi limitai a toccarmi gli indici, non mi cambiava nulla se lo faceva o meno infondo è la sua normalità essere aperto con le persone, scossi la testa
-mi fa piacere, sai posso diventare molto fastidioso-
disse yamagishi con tono sincero e tranquillo. rimasi li con loro a sentirli parlare per poi ognuno prese la sua strada per andare a casa. tranne takemichy e takuya che rimasero nel cortile scolastico con me intanto che aspettavo l'arrivo di souta
- ma cos'è che ti impedisce di parlare? -
mi chiese takemichy, io ovviamente non volevo rispondere quindi rimasi in silenzio
- da che ho capito vuole prima assicurarsi di potersi fidare un minimo delle persone-
rispose takuya al posto mio, io annui
- certo che tu riesci a capirla al volo takuya, vorrei avere anche io questo "super potere" -
la cosa era abbastanza esilarante, chiamare questo un super potere, anche se effettivamente non ha tutti i torti, tra tutte le persone che ci sono solo takuya è riuscito a farmi parlare e a capirmi
- KOKOMI-
si sentì una voce in lontananza chiamami
- forza andiamo non voglio fare troppo tardi per il pranzo-
mi girai verso takemichy e takuya e vidi takemichy con la faccia scioccata che guardava mio fratello
-S-SOUTA...SOUTA KAWATA!-

Tokyo Revengers - La sorella dimenticataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora