capitolo 12 - a psicopath with a tiger

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per metà pomeriggio cercai qualche idea per la divisa che avrei messo entrata nella toman e per il resto giocai con qualche giochino che mi sono scaricata da telefono fin che takuya non mi avrebbe risposto, ma per tutto il pomeriggio non si fece sentire, vedevo solo il suo ultimo accesso che a mio mal cuore era sempre lo stesso. ormai impaziente decisi di fare qualcosa. uscì dalla mia camera e senza chiedere a nessuno uscì di casa e presi una delle bici dei miei fratelli sul retro e il più veloce possibile andai in quel fast food  del centro a cercare i ragazzi. Per tutto il tragitto pensavo alle peggio cose che fossero successe e magari a un possibile rapitore o un assalto da parte di una gang nemica, anche se in un fast food mi sembrava una cosa un po' surreale in ogni caso non volevo escludere nessuna ipotesi. Arrivai lì davanti e per mia sfortuna non c'era nessuno, entrai anche se titubante e guardai tutti i tavoli, ma gli unici in questo posto sono un vecchietto che legge la gazzetta in uno degli sgabelloni del bancone e un ragazzo in fondo al locale con una bibita in mano
- cerchi qualcuno?-
mi chiese il signore dietro al bancone che lavora lì. io ero molto timida e non avrei voluto rispondere in modo molto schietto "si"
- mi scusi -
disse il ragazzo che prima era in fondo al locale venendomi davanti alla faccia
- devo pagare la mia cola -
con quale tranquillità me lo sta dicendo...questo ragazzo pur sapendo che il barista stava parlando con me si è messo in mezzo
- si certo, ma farebbe la cortesia di farmi finire di parlare con la signorina?-
disse il signore un po' innervosito dal suo comportamento, il ragazzo si girò verso di me e potei vederlo bene sta volta, non lo guardai molto proprio dritto in faccia infatti abbassai quasi subito lo sguardo e l'unica cosa del suo viso che inquadrai erano i capelli in parte corvini e in parte biondi tendenti al giallo canarino, abbassando gli occhi notai un tatuaggio sul collo che somigliava a una tigre 
- sei di fretta? perchè io si- 
mi disse con molta calma e un sorriso che faceva quasi paura. io tenendo sempre gli occhi che fissavano il suo tatuaggio cercai di rispondere
- no...fai pure -
non accennai sorriso come al solito la mia faccia era impassibile a guardare quel marchio indelebile che ha sul collo 
- ti ringrazio, solo un'altra cosa--
non lo lasciai finire che uscì dal locale sperando di levarmi dalla testa quel tatuaggio che era come se lo avessi già visto, non mi era affatto nuovo, però la faccia di lui non mi era famigliare, anzi tutto il contrario e allora perchè quel tatuaggio non mi è nuovo?
- ehy -
era lui che senza preavviso mise la sua bocca vicino al mio orecchio dicendo a bassa voce qualcosa per attirare la mia attenzione su di lui, io mi girai di scatto spaventata facendo qualche passo indietro
- io non avevo finito di parlare però - 
tutto quello che diceva lo diceva con molta calma , sembrava non ci pensasse nemmeno a ciò che diceva, lo diceva e basta tutto il contrario di me che invece ha paura del giudizio altrui, di nuovo mi misi a fissare il suo tatuaggio invece di guardarlo in faccia 
- sembra ti piaccia molto-
disse il ragazzo indicandosi la tigre che aveva sul collo, mi continuava a fissare e ogni volta cercava di avvicinarsi sempre di più a me come per cercare contatto fisico, cos'è ? un maniaco? uno psicopatico? beh facciamo un misto
- continui a fissarlo ma non dici nulla- 
a quanto pare si aspettasse  che i parlassi come del resto tutte le persone di sto mondo ma io purtroppo ero diversa e incapace sottolinerei
- g-gomen...non lo faccio più se ti da fastidio- 
e girai lo sguardo da un'altra parte. forse questo qui vuole arrivare a doppi fini e dicendo ciò mi sono messa ancora di più in difficoltà, misi le mani sul petto come per azione di protezione lui me le prese come se nulla fosse tenendole comunque sul mio petto ma stringendole insieme alle sue
- tranquilla non mi da fastidio solo che mi fa strano che una così bella signorina sia andata a in un fast food-
cos'è ora perchè devo fare la figura femminile non posso più andare in un fast food?
- prima di tutto anche se sono una ragazza io vado anche in una sala giochi- 
non so con quale coraggio dissi la frase, ma sembrava non ci fosse rimasto male anzi continuava a sorridere a mo' di psicopatico, sembrava volesse che continuassi il discorso
- s-secondo grazie del complimento- 
a questa frase arrossì nascondendo il mio viso tra le mie mani lasciando a forza le sue 
- figurati, avrei sono sempre gentile con le donne...anche se mi avessi tirato uno schiaffo in pieno viso- 
certo che però sembra un bravo ragazzo, anche se diretto e con lo sguardo da psicopatico
- ora devo andare, anche prima ti ho detto che andavo di fretta, ci rivedremo presto o tardi -
detta questa frase che a mio parere suonava inquietante mi arrivò una chiamata da uno souta arrabbiato perchè gli ho fottuto la bici. Dopo aver dovuto subirmi le sue urla da telefono tornai a casa con mia madre spaventata e mio fratello arrabbiato per avergli preso la bici senza permesso
- potevi almeno lasciarmi un biglietto -
disse mia madre tenendomi per le guance 
- andavo di fretta -
dissi tagliando corto, andai in camera mia triste per non aver trovato takuya e ancora pensierosa per quel ragazzo che avevo incontrato, ora che ci penso non mi ha nemmeno detto il suo nome. Presi il mio quaderno dove avevo anche disegnando la mia divisa per la toman e iniziai a disegnare quel ragazzo, peccato che non lo avevo visto molto in faccia: il tatuaggio lo feci ben dettagliato mentre il resto era un po' incerto con i capelli un po' più lunghi dietro e più corti davanti, sembrava avere una frangetta un po' spettinata, ad essa aggiunsi qualche riga gialla ricordandomi del suo colore giallo canarino su alcune ciocche, gli occhi grandi e il naso piccolo. il disegno non era uno dei migliori, ma sinceramente non pretendevo tanto da me stessa per un tipo che ho visto si e no 15 minuti. Strappai il foglio e lo misi sulla scrivania per poterlo vedere sempre e magari un giorno ricordarmi di quel tipo, mi ricordai della frase che aveva detto "ci rivedremo, presto o tardi" non ci pensai troppo essendo che souta con la sua solita calma mi venne a chiamare per venire a cenare. 
mi sedetti al solito con lo sguardo fulminante di souta addosso, ora che avevo risolto la questione della protezione troppo elevata su di me ovviamente ci deve essere sempre un altro fattore che rompe la calma in famiglia
- posso almeno sapere dove sei andata per correre fuori di casa senza nemmeno avvertire?- 
oh no e ora? non posso dirle di takuya altrimenti mi dovrei subire altre incertezze sulle mie emozioni che nascono dai suoi discorsi. rilassai il viso e cercai di rispondere in modo normale
- avevo dimenticato lì una cosa - 
dissi la frase molto calma e con sguardo basso come sempre non specificando sperando che nessuno mi chiedesse cosa
- va bene, ma la prossima volta mi preso avvisa, oggi ci siamo spaventati mica poco- 
aspetta...spaventati? perchè ha parlato al plurale?
- intendi che anche...-
dissi guardando souta e nahoya che nel mentre mangiavano tranquilli 
- cosa credi? noi ci preoccupiamo quanto lei solo che lo dimostriamo in modo diverso- 
di fece chiarezza il mio fratellone. A quella frase sorrisi mi faceva piacere che tutti in famiglia si preoccupano tanto per me 
- vi ringrazio di cuore- 
in quel momento mi arrivò un messaggio dal telefono che avevo appoggiato di fianco al mio piatto che ora era vuoto: era takuya e aggiungerei finalmente 
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takuya

- ehy kokomi, mi dispiace di non averti risposto ^^'
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certo che ce ne ha messo di tempo..chissà che ha fatto, per privacy non chiesi anche se la mia curiosità era molto alta 

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takuya

- ehy kokomi, mi dispiace di non averti risposto ^^'


tranquillo non fa niente, non mi sono annoiata alla fine...

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bugia mi ero annoiata, ma non fa nulla ormai la giornata è andata così e me lo devo far passare. visto e risposto al messaggio tornai come al solito in camera mia, ma durante il tragitto mi arrivò un secondo messaggio sta volta da parte di chifuyu, era non poco inquietante l'unica cosa che diceva è "dobbiamo parlare, fatti trovare al tempio il prima possibile, ho già avvisato i tuoi fratelli", chissà cosa aveva di così tanto importante da dirci e chissà se c'eravamo solo noi...
La cosa mi mise ansia perciò per alleviarla decisi di mettermi in camera cercando di aggiungere dettagli al disegno di prima

Tokyo Revengers - La sorella dimenticataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora