capitolo 5 - in the Rain

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mi prese per mano ed insieme a andammo per le strade della città senza una meta precisa. mi frullavano per la testa le parole che mi disse "voglio sapere la tua storia" davvero una persona è interessata a me e a quello che ho passato? c'era silenzio ma quel silenzio non era uno di quelli imbarazzanti, tutto il contrario: continuavamo a guardarci negli occhi sorridenti, finché non arrivammo in un parchetto praticamente deserto con solo una panchina, per il resto era tutto verde che ci circondava per circa 20 metri a sta parte. mi sedetti sull'erba non interrompendo il contatto visivo con lui, si mise di fianco a me e poi finalmente parlammo
- davvero a te interessa sapere proprio...tutto di me?-
dissi titubante con la mia solita espressione seria e spenta guardando il cielo che intanto si colorava di un grigio scuro
- magari alcuni particolari te li puoi tenere per te, anche i segreti, ma vorrei sapere perché hai questa decisione di voler parlare con poche persone-
mi voltai verso di lui immersa in mille pensieri, quando qualcosa di bagnato che cadde sulla mia testa li interruppe: aveva iniziato a piovere
-abbiamo marinato la scuola nel giorno peggiore mi sa-
disse ridendo continuando a sentire con le mani l'acqua che gli arrivava sulle mani, io guardai il cielo e poi mi voltai di nuovo verso takuya. he nel mentre si era alzato dal prato ormai bagnato, feci lo stesso
- a me piace la pioggia-
dissi
- per molto tempo non ho avuto molte possibilità di uscire di casa, ho sempre voluto sentire la senzazione di bagnato di rugiada sulla mia pelle-
all'ultima frase distolsi lo sguardo guardando il cielo con un leggero sorriso , era come se non riuscissi a guardarlo e a sorridere allo stesso tempo anche se mi sarebbe piaciuto perché questo ragazzo non so come mi capiva e io mi sentivo come se non avessi segreti con lui
- anche a me fa una bella sensazione-
iniziò a parlare
-per colpa della mia timidezza non ho molte opportunità di uscire, soprattutto con una ragazza-
mi guardò dritto negli occhi all'ultima frase, per poi accorgersi di quello che avesse detto e diventare tutto rosso, per coprire il tutto si mise una mano sulla bocca
-s-scusa ora ti sentirai in imbarazzo perché...sei la prima ragazza c-con cui esco-
ancora una volta si preoccupava per me, è incredibile come questo ragazzo si preoccupi di più delle persone che gli stanno attorno invece che per se stesso, glielo feci notare
- ti preoccupi sempre per me, ma non ti ho mai visto una volta parlare di te-
mi avvicinai a lui alzando leggermente lo guardo per via della differenza di altezza , lui tardò a rispondere era come se qualcosa lo fermasse o quasi glielo impedisse. distinto gli misi una mano sulla spalla sperando di poterlo aiutare a prendere parola
- ti vedo strano, continui ad arrossire e a spalancare gli occhi quando mi guardi, sicuro che io non sia un problema-
neanche a dirlo diventò rosso ancora di più e si girò su se stesso dandomi le spalle, non disse nulla e l'unica cosa che sentii furono dei mugugni da parte sua. pensando di aver detto qualcosa di sbagliato abbassai la mano che ancora puntava verso di lui. il silenzio che ci circondava sta volta era imbarazzante, mi sorsero molte domande in quel momento come per esempio: perché sono venuta con lui ? non ho concluso niente e in più i miei fratelli mi ammazzeranno se sanno che ho marinato la scuola
-scusami...-
stavo per iniziare a scusarmi per quello che gli avevo detto prima, forse lo ha messo a disagio, ma lui mi interruppe prima che potessi dire altro
- non ti devi scusare-
disse ancora girato di spalle
- sono io che non ti ho dato una risposta, sono stato maleducato a non averti risposto e ad averti ignorato, sei venuta con me perché volevi risposte di sicuro non perché volevi vedermi imbarazzato-
imbarazzo... ogni volta che siamo insieme mette sempre in mezzo l'imbarazzo ma io non ho mai capito cosa sia
- come fai a capire di essere in imbarazzo?-
chiesi con la mia solita vocina e la faccia seria mentre si sentiva ancora l'acqua cadere sul poco asfalto che c'era, esitò a rispondere e quando questa volta le sue guance si tinsero di un roseo
- vedi, l'imbarazzo capita quando sei in una situazione in cui ti mette a disagio che non deve essere per forza una cosa brutta, per esempio io sono molto imbarazzato in tua presenza perché sei la prima ragazza con cui esco-
spiegò con molta calma, quindi è per quello che lo vedo sempre agitato? ora si spiega tutto, lo vidi con un piccolo sorriso stampato sul volto, gli presi le mani e in punta di piedi gli diedi un delicato bacio sul naso
- ora hai un motivo in più per essere in imbarazzo, hehe-
dissi sorridendo facendo una piccola risatina finale, con lui mi sentivo libera e senza la paura di essere giudicata o ferita, era quasi come un amico per me, o forse di più?
-takuya-
lo richiamai mentre era ancora rosso in faccia dopo la mia frase
-ma noi siamo...amici?-
gli chiesi molto titubante per paura della risposta, lui tutto tranquillo sorrise e poi mettendomi una mano sulla spalla mi rispose con molta tranquillità
- perché non dovremmo esserlo?-
lo guardai: il suo sguardo era tranquillo e rilassante, il suo tocco sulla mia spalla era delicato e fermo da questo potei intuire che fosse tranquillo e sincero con me, anche dal suo sguardo si intuiva. abbassai lo sguardo sentendomi a disagio per la inutile domanda che avevo appena fatto. takuya mi diede delle piccole carezze sulla testa, come per rassicurarmi, come se avesse capito che io fossi stata male ad aver fatto quella domanda. la pioggia ancora scendeva dalle nuvole anche se con un ritmo meno frenetico
- ora sarà meglio andare per lo meno a cambiarci, ci sono gli spogliatoi scolastici con dei cambi al loro interno, se facciamo in tempo potremmo anche non fare credere di aver marinato la scuola-
detto questo corse verso la scuola il più veloce possibile, io feci lo stesso anche se non riuscivo a stargli dietro essendo che ero più lenta. arrivata entrai negli spogliatoi femminili senza nemmeno badare alla non presenza di takuya, uscì con la camicia e la gonna asciutti e mi avviai all'entrata della scuola dove c'era già takuya che mi aspettava. la campanella suonò e prima che lui potesse raggiungere i suoi amici lo presi per un braccio
- grazie di tutto, takuya-
lo guardai seria per poi accennare un leggero sorriso. corsi nel vialetto scolastico sperando di trovare i miei fratelli, però mi arrivò una loro chiamata prima che potessi investigare per bene. risposi e al telefono c'era nahoya
- scusaci sorellina ma non possiamo venirti a prendere per un contrattempo scolastico-
-questo qui è stato beccato dal preside a fare a botte con qualcuno di più grande e ora siamo in punizione-
si sentì souya di sottofondo. riattaccai salutando i due che nel mentre si subivano la punizione, casa mia era molto lontana e io molto stanca dalla corsa che avevo appena fatto per cambiarmi, vidi passare davanti a me takemichy e il suo solito gruppo di amici mentre mi salutavano e...ridevano? perché ridevano? vidi avvicinarsi a me un takuya con lo sguardo basso e le gote rosse, che si erano detti mentre io parlavo con i miei fratelli? non ci pensai tanto e rivolsi la parola a takuya
- tu non vai a casa?-
alzò lo sguardo verso di me e tutto calmo con un sorriso in volto mi disse
- no, ecco...preferirei fare una passeggiata con te, infondo a casa mia non c'è nessuno perché sono tutti al lavoro-
mi incamminai fuori dal vialetto scolastico insieme a lui quando gli feci la fatidica domanda
- dove stiamo andando di preciso?-
lui rimase un attimo sotto shock dalla domanda, secondo me non lo sapeva nemmeno lui
- v-visto che a casa mia non c'è nessuno ti puoi fermare per pranzo-
com'è gentile...mi invita a pranzo, ovviamente accettai e dopo aver avvisato la mamma da telefono che stranamente faceva sempre un tono di voce strano, ci incamminammo verso casa di takuya che non distava troppo dal punto in cui eravamo. davanti alla porta prese le chiavi da dentro lo zaino di scuola e aprì la porta, la casa era così vuota che si poteva sentire il rimbombo della mia voce
-appoggia pure lo zaino davanti alla porta-
disse takuya per poi avviarsi verso un'altra stanza. io guardavo la casa con ammirazione: non aveva niente di particolare ma era ben arredata e i mobili ben puliti e lucidi. tornò takuya
-avete la casa... veramente in ordine-
dissi continuando a guardarmi intorno con ammirazione
- già, mia madre assume una donna delle pulizie tutte le settimane-
io nel mentre era già tanto se lo ascoltassi per quanto fosse bella la casa, essendo sempre vissuta in una villa molto antica o comunque circondata da mobili di antiquariato e abbastanza impolverati vedere questi mobili così nuovi e lucidi mi dava come un sollievo alla vista. senza dire niente takuya mi prese per un braccio portandomi...penso sia camera sua? non lo so ero troppo impegnata ad ammirare i diversi mobili della casa che quasi mi ero persa
- ho solo del ramen riscaldato, se vuoi mentre lo mangiamo possiamo guardare la TV-
finalmente lo guardai in faccia e presi il mio ramen con il piatto ancora caldo, mi sedetti sul suo letto cercando di non fare attenzione a non rovesciare nulla, lui si sedette di fianco a me e prima che potesse accendere la TV gli feci la domanda che fin dall'inizio gli volevo fare
- takuya?-
dissi mettendo una mano sopra la sua fermandolo nel suo intento di accendere la TV, lui mi guardò confuso
- come posso capire se sono innamorata di una persona?-
lui diventò rosso di colpo e mi guardò dritto negli Occhi senza mai staccare il contatto visivo

[spazio autrice]
hello a tutti, è la prima volta che faccio un angolo autrice però mi serviva per dirvi un paio di cose, come per esempio che questa storia non è programmata ma l'ho fatta appena ho avuto un minimo di ispirazione e ho scritto una minima bozza sulle note, quindi non ho nemmeno idea se stia venendo bene o meno, ma vedendo gli ultimi commenti che ho ricevuto suppongo che ho fatto un buon lavoro, vi ringrazio di tutto il supporto :) <3

Tokyo Revengers - La sorella dimenticataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora