capitolo 10 - imbarazzo inspiegabile

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per tutto il tempo camminavo dietro di loro, fin quando Emma non lo notò e mi venì in contro
- non vieni avanti con noi? ti vedo tanto sola-
io abbassai la testa, io sono sempre colei che sta dietro a tutti, anche Nella vecchia scuola in cui andavo ero sempre l'ultima ad uscire, perdevo tempo in cose inutili come : disegnare sul diario, mettere a posto in modo impeccabile le cose dentro l'astuccio, chiedevo alla prof i compiti, insomma avrei fatto di tutto pur di uscire per ultima e non avere il terrore di avere qualcuno dietro che poteva spingermi o picchiarmi
- p-preferisco stare da sola-
lei mi prese sotto braccio portandomi avanti dagli altri
-dai, mio fratello ti ha invitato apposta per stare con noi-
già la sua energia è praticamente uguale a quella di suo fratello con l'unica differenza che di lei non ci sono innamorata. mi porto avanti dagli altri e io a disagio affondai la faccia nelle mie mani, sentivo tutti gli sguardi su di me e la cosa era a dir poco imbarazzante
-emma ha ragione kokomi, ti ho invitato perché volevo che ti abituassi a stare in compagnia-
la voce era quella di Mikey, doppio imbarazzo
- possiamo andare a fare merenda, che ne dite?-
non sentì nessuna risposta, tolsi le mani dal mio viso e guardai Mikey
- a te va bene, mini?-
mi chiese con voce calma e bassa, era così delicato ogni volta che mi parlava, come se sapesse perfettamente come volevo che mi rispondesse, la cosa mi faceva sentire molto sicura di me
- certo, andiamo-
dissi accennando un sorriso un po' tremolante ma sicuro. arrivammo in un fast food
-sei serio Mikey?-
chiese draken pensando che venire in un posto del genere a un'orario simile non fosse una buona idea
-eddai tutti i fast food hanno la loro parte colazione/merenda-
vero ma, il cibo è comunque pesante in modo assurdo e io sono una che mangia molto leggero, non perché abbia disturbi alimentari o cose simili ma solo perché per qualche motivo era come se diventassi piena con poco cibo, il pomeriggio mangio sempre qualcosa per fare merenda e molte volte ne faccio anche due di pasti merenda ma a cena mangio sempre tutto, anche se magari mi faccio bastare un piatto di pasta o una bistecca ben cotta. mi girai verso Mikey
-ti va bene, mini?-
arrossì leggermente al suo sguardo su di me dopo posso gli occhi sul cast food e annui leggermente
-perfetto allora entriamo-
e mi prese pe un braccio, a sentire il suo tocco su di me mi venne da rabbrividire, era così soffice e così morbida la sua pelle che quasi non la sentivo .cercai di avere un'espressione normale, ma come al solito le mie gote si tinsero di rosso accompagnate dalla mia bocca spalancata che guardava la mano di Mikey tenermi il braccio, alzai lo sguardo: aveva un espressione tranquilla e rilassata come se gli facesse piacere la mia compagnia. i miei pensieri furono interrotti da una voce dentro il fast food che mi chiamò portandomi alla realtà
-kokomi-
mi chiamò quella voce che pareva non poco famigliare, mi girai ancora con il braccio tenuto da Mikey e notai a un tavolo seduti: takemichy, yamagishi, akkun, Makoto e takuya. li salutai appena con la mano cercando di nascondere il mio imbarazzo stando in compagnia di Mikey
-tu cosa vuoi mini?-
mi girai verso il bancone dove cercano gli altri che stavamo già ordinando. draken prese solo un latte macchiato e Emma un muffin
-penso prenderò una di quelle ciambelle con la glassa-
dissi indicandone una rosa con sopra dei piccoli mashrmallow, la barista me la passò. mi girai per trovare posto quando notai che takuya al tavolo mi stava fissando, mi avvicinai per salutarli
- ehy kokomi stavamo giusto parlando di te-
disse saltando su takuya akkun, io ero confusa
- p-perché parlavate di me?-
dissi indicandomi. vidi takuya abbastanza imbarazzato nelle braccia di akkun che nel mentre mi guardava in modo abbastanza da pervertito uno sguardo che mi metteva molto in soggezione, più del dovuto
- kokomi-
mi chiamò draken che intanto aveva trovato posto insieme a Emma e Mikey, riguardai di nuovo i ragazzi che nel mentre sembravano discutere fra di loro, quando sentì qualcuno mi toccò il braccio: era takuya
- s-stavamo solo parlando di quando verrai a casa mia -
ah, va bene comprensibile insomma come cosa, ma come mai aveva la voce tremante? stava male?
-takuya sei sicuro di stare bene?-
lo sentì ingoiare la saliva, dopo di che si grattò il collo continuando a fare versi e balbettare, io lo continuai a guardare preoccupata
-si, sto bene, non ti preoccupare vai a mangiare con loro che visto che sei venuta con loro-
e se ne tornò al suo posto, io me ne andai anche se un po'delusa, era come se takuya non mi trasmettesse la sua solita energia di sicurezza e calma, sta volta era agitato e anche molto accaldato quasi mi dispiaceva. mi sedetti con gli altri anche se triste e giustamente tutti i presenti notarono la mia espressione di delusione
- mini che succede?-
guardai il tavolo con i ragazzi che discutevano fra di loro, ma soprattutto si accanirono su takuya forse per quello che successo prima, mi dispiaceva per lui
-niente, solo ... ho salutato i miei amici di scuola-
e presi la mia ciambella mangiandola a morsi molto piccoli. gli altri mi guardarono non convinti dalla mia risposta, nessuno però osò provare a ridire su di essa e mangiammo in silenzio, io con lo sguardo di Mikey che mi stava addosso, forse è era l'unico capace di rompere il silenzio dicendo che non era convinto della mia risposta ma per qualche strano motivo non lo fece, si limitava a guardarmi come se volesse leggermi gli occhi e la mente per capere che cosa stavo pensando, questa sensazione la odiavo, infatti mi pervase finché non finì di mangiare e mi alzai di scatto avviandomi verso la porta di uscita
- kokomi dove vai?-
mi chiese Emma. guardai il telefono : le 12:03
- devo andare prima che i miei fratelli si preoccupino, devo tornare per pranzo-
detto questo mi fiondai fuori per poi appoggiarmi al muro e lentamente cadere per terra, "questa mattina è stata veramente movimentata spero di non ripeterla mai più". sentì la porta del negozio aprirsi e vidi lui guardarmi con fare dispiaciuto, io lo guardai e basta mentre io riuscivo di nuovo a vedere quella sensazione di calma e sicurezza che mi trasmetteva sempre.
-ecco...possiamo parlare-
e si sedette di fianco a me appena io ebbi annuito
- ecco...mi dispiace, kokomi-
disse toccandosi i capelli in modo nervoso
- non c'è bisogno di scuse, takuya-

[angolo autrice]
scusate se questo capitolo è leggermente più corto degli altri ma volevo lasciarvi con la suspense

Tokyo Revengers - La sorella dimenticataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora