capitolo 21 - fear

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Giovedì pomeriggio, sono appena tornata da scuola e ho appena finito di pranzare che già suonano alla porta: chi sarà ? di solito non viene nessuno a casa nostra se non il postino, ma nessuno ha ordinato nulla, che siano le bollette?
- kokomi, vai ad aprire tu, saranno sicuramente le bollette della luce-
mi chiese la mamma mentre puliva i piatti. I miei fratelli si avviarono verso le loro rispettive camere quindi c'ero solo io che potevo farlo, Aprì la porta convinta fosse il postino quando in realtà:
- mini la tua uniforme è pronta-
quasi non gli sbattei la porta in faccia dallo spavento. Lo spinsi fuori con me e succhiusi la porta
- che succede?-
chiese confuso, io tenevo ancora le mani sopra la sua morbida maglia con la testa bassa guardando l'asfalto sperando che la mamma non mi abbia visto
- n-nulla tutto bene, grazie della divisa-
gli presi la borsa dalle mani e lo feci girare dalla parte opposta 
- grazie per essere venuto ci vediamo allo scontro, chifuyu mi passerà l'indirizzo del posto la mattina stessa-
dissi tutto d'un fiato agitatissima, lui si girò di nuovo verso di me confuso
- non posso nemmeno rimanere per una tazzina di caffè? o magari va bene anche un latte macchiato-
stava per aprire la porta quando mi misi davanti ad essa bloccandola aprendo le braccia. Mikey si avvicinò alla mia fiaccia per poi prendermi i fianchi e girarmi dalla parte opposta
- non credo che tua madre abbia problemi a fare uno spuntino a un tuo amico, se è come la figlia-
affermò, io lo presi e cercai di rigirarlo verso l'uscita del mio giardino tornando a bloccare la porta, ma a quanto pare aveva più forza di me
- basta dirlo se tua madre non fa piacere avere ospiti-
disse con faccia seria, quando fino a due secondi fa era sorridente e allegro
- i-in realtà è di più di questo, m-ma non ti preoccupare -
- allora non ci sarà alcun problema-
mi interruppe per poi andare verso la maniglia e prenderla, io lo fermai prima che potesse aprire la porta
- non ho detto che non ci sono problemi però...-
lo guardai negli occhi: ha sempre avuto gli occhi così scuri? 
- mini, si può sapere cosa c'è di così pericoloso da tenerlo nascosto?-
non risposi, rimasi a guardare i suoi occhi, erano veramente profondi, ma allo stesso tempo così vuoti mi affascinavano molto
-kokomi-
mi disse una voce che arrivava dal vialetto di casa mia, girai e vidi takuya con un biglietto in mano e gli occhi spalancati, mi ero dimenticata: è venuto a casa mia per iniziare il progetto che ci hanno dato  a scuola 
- takuya-
dissi per poi staccarmi da mikey e andargli incontro
- me ne ero dimenticata del nostro incontro-
lo vidi spento non accennava una parola
- non ti preoccupare, puoi finire di parlare con lui, intanto io vado a prendere una bottiglia d'acqua al mini market qua vicino-
lo vidi andarsene, non potei ribattere
- ora ho capito di cosa parlavi-
mi si avvicinò mikey passandomi la borsa con dentro la divisa
- scusa non volevo rovinare il tuo appuntamento-
a-appuntamento? no mi sa che hai sbagliato mikey lui è solo il mio migliore amico. Se ne andò dopo avermi salutato in quel momento tornò takuya
- scusa di averti fatto aspettare, entra pure-
e gli aprì la porta di casa, lo vidi un po' giù e lo fermai a metà tra la porta e il giardino
- sicuro di star bene ti vedo spento...-
- te ne parlo appena ci siamo sistemati-
disse con voce abbastanza bassa e con tono stanco, non ribattei e preparammo le cose per il progetto sulla tavola in sala da pranzo. A casa c'era solo la mamma che guardava la TV in camera, i miei fratelli non so dov'erano mi hanno solo detto che uscivano. Mi sedetti sulla sedia e presi una biro e un foglio
- ora mi puoi dire cosa succede?-
cercai di avere un tono calmo per evitare di essere troppo pesante, anche se ormai sentirmi un peso è da me 
- ho visto che c'era mikey, e avete parlato, vi ho visto tanto legati...-
l'unica cosa che faceva era elencare cosa aveva visto, ma non andava mai al punto
- quindi alla fine ti sei dichiarata eh?-
disse di punto in bianco, in che senso? da quando? cosa ha sentito?
- mi sa che hai capito male takuya, io non mi sono mai dichiarata a mikey, non so cosa te lo abbia fatto pensare ma hai capito male-
dissi scuotendo le mani davanti alla faccia agitata
- a-aspetta e allora perchè hai continuato a ripetere che dovevate tenere nascosto qualcosa?-
disse confuso, mi sa che la nostra conversazione sentita dopo un certo punto si poteva avere un doppio senso
- ah, perchè è venuto senza preavviso a consegnarmi la mia uniforme della toman e mia mamma si fa strane idee quando invito un ragazzo che non conosco a casa-
dissi tranquillamente spiegando la situazione al povero takuya, alzando anche la borsa che conteneva la divisa, lui rispose con una testata sulla tavola, per poi alzarsi e massaggiarsi la fronte
- perchè lo hai fatto?-
chiesi preoccupata, neanche dire che la aveva data piano: era una testata che gli aveva lasciato il segno rosso
- niente, mi sento stupido ad aver capito male come stavano le cose-
guardava il tavolo con sguardo vuoto, io lo guardavo cercando di fare come faceva lui con me: capirmi senza che io dicessi una parola
- sei geloso-
sbattei il pugno sulla tavola e lui si alzò di soprassalto 
- g-geloso?-
disse spaventato e leggermente rosso in faccia
-ma certo, capita anche a me di essere gelosa dei miei amici, è normale che tu volevi essere informato di una cosa del genere infondo sei il mio migliore amico -
mi avvicinai a lui guardandolo sorridendo, lui mi guardò confusa per qualche secondo per poi sorridermi anche lui 
- ma perchè dovresti essere gelosa di me?-
disse di punto in bianco togliendo la faccia felice e soddisfatta di prima, io arrossì leggermente, ma dato il mio rossore naturale alle guance non si vedeva nemmeno
- non so...quando hai detto che ti piaceva una, ho pensato che potessi rimpiazzarmi-
mi demoralizzai appoggiando la testa alla tavola ricordandomi di quello che potrebbe succede se un giorno takuya si dovesse fidanzare, magari non mi calcolerebbe più come prima perchè è troppo impegnato a stare con lei
- Kokomi, so che è difficile, ma non sono quel tipo di persona: rimarrò sempre con te qualsiasi cosa io faccia-
mi disse mettendomi una mano sulla testa mentre ero appoggiata al tavolo, tirai su lo sguardo: lo vidi, i suoi occhi erano lucidi era come se anche a lui dispiacesse per me, alzai la testa cercando di riprendermi
- quindi mi prometti che quando ti dichiarerai me lo dirai?-
dissi accennando un sorriso, ci mise qualche istante a formulare la frase ma poi
- ti inviterò anche: così potrai vedere quanto sarò felice dopo che lei abbia ricambiato i miei sentimenti-
non so perchè ma lo vidi quasi in lacrime, lo presi in un abbraccio
- si vede che hai paura takuya-
dissi semplicemente, lui ricambiò l'abbraccio anche se confuso. Lo lasciai sfogare sulla mia spalla per poi ricomporci e iniziare il progetto scolastico
Finimmo la prima parte del progetto verso le 6:30 di sera, mia mamma lo ha pura invitato a rimanere a cena ma sapendo com'è fatta mia madre ho insisto affinchè andasse a casa. Cenai dopo mi rinchiusi in camera come ogni volta: pensai a ciò che successo oggi, è stata veramente una giornata movimentata e ringrazio nuovamente che mia madre non abbia visto mikey, a proposito: la mia divisa. Presi la borsa con dentro la mia divisa personalizzata e la indossai, mi guardai allo specchio ed era proprio come me la ero immaginata. Rimasi tutta la sera ad indossarla quando ormai stanca da tutto il movimento, tra piroette e finti calci "alla mikey" , decisi di toglierla e mettermi a letto e riposare
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 non avrei mai immaginato cosa avrei sognato quella notte...

Tokyo Revengers - La sorella dimenticataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora