Holly si era alzata su un gomito e si reggeva la testa con una mano, mentre osservava la sagoma scura farsi possente davanti a lei.
Quel primo pomeriggio, verso le dodici circa, la macchina sportiva e lucida del suo amico aveva parcheggiato nel solito posto; ed esasperata si era lasciata sprofondare nella poltroncina del bar.Dalla vetrata la donna era riuscita ad intravedere l'uomo chiudere la portiera di mala voglia e lasciare spazio a Valentina, da parecchio tempo si ostinava ad offrirle un passaggio. Nonostante avesse poco tempo libero da perdere dietro boccali di birra e cesti di pane al latte.
Di solito lo schiamazzo dei passanti e dei clienti era vivace, ma quel giorno parevano taciturni e di umore bizzarro, le sembrava che tutti stessero progettando un qualche piano per farle subire un tipo di silenzio imbarazzante; che non lasciava spazio neanche ai respiri.
Fu come se l'entrata della mora in sala fosse riuscita a zittire perfino i presenti più loquaci e vivaci.
Lei aveva un'aria strana, poiché l'amica era riuscita a rintracciarla e spedire sotto pagamento una sua dipendente per stanarla come una talpa.
Così era costretta a sopportare quel malessere che l'attraversava, e si chiese chissà quale contratto avesse firmato per subire un tale trattamento, nonostante avesse sempre vissuto nella povertà ella possedeva un orgoglio ineguagliabile.
Aveva deciso di ignorare completamente la conversazione mattutina con la sua "rapitrice", si era convinta fosse meglio per lei e per il bene del pittore da cui aveva passato la notte; e si impose di pensare solamente a lui.
Sentì i passi della giovane marciare sulle tegole di legno rovinato, seguita da Daniel che sembrava perso in una conversazione con se stesso, fino a fermarsi alle sue spalle. Non si scomodò per guardarli, era ancora sepolta tra le sue stesse braccia e nascondeva il capo come uno struzzo sotto la sabbia; seppur la paura del momento era volata.
Era pronta a difendersi e proteggere quel briciolo di dignità che le era rimasto, nessuno era autorizzato a conoscere per filo e per segno dove trascorresse il suo tempo, e soprattutto da chi. Perché dopotutto Olimpia era una donna adulta, forse cresciuta troppo in fretta, e odiava essere controllata così rigidamente; non doveva niente a nessuno.
Poi però strinse i pugni sul bancone, accettò il momento e i suoi sentimenti, così scostò i capelli dalla fronte imperlata di sudore e li guardò per qualche secondo.
Il ragazzo era intento a versare in un calice vino vecchio e profumato, poi si accorse della signorina accanto a lui che lo afferrava e se lo portava alle labbra rosse.Quando ebbe finito di gustare ogni goccia della bevanda a lei cara, e la tensione era sfociata in pura simpatia, l'uomo ne approfittava per fare il sentimentale.
Holly si era detta che quello non era di certo il metodo giusto per chiedere la mano ad una bella donna come quella che stava adescando.
Cinse con un braccio la vita sottile e stretta della fanciulla e la strinse a se, rimanendo a qualche metro di distanza dalla sua amica con un sorriso sornione sul volto.<<Guarda un po' chi si rivede.>>
Questa volta era stata la bionda ad attaccare discorso, sapendo per certo che Valentina era dalla parte del torto, ed anzi ci stava sprofondando dentro. Eppure anche la donna davanti a lei era brava con le parole e non perse tempo a ribattere come era suo solito fare, in fondo le due non erano poi così diverse.
La più grande era una persona ragionevole, paziente, ma poco loquace come faceva sospettare; e mai ammise di voler davvero bene alla biondina. Non era nelle sue corde.
<<L'ho fatto per il tuo bene. Eravamo preoccupati quando Chiyoko non ti ha visto rientrare a casa.>>
Per farla breve, Chiyoko era una signora vecchia e mezza cieca che abitava nello stesso condomino di Holly.
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adrenaline
Romance"Holly era fermamente convinta che nessun posto potesse essere tanto accogliente quanto il lago di Nikko; eppure quel giorno si dovette ricredere."