"hai negli occhi le stelle polari"
Che donna sarei se mi rifiutassi di baciare le tue labbra un'altra volta? Mi parlano, mi mordono, ma mi perdoneranno mai per il gesto che sto per fare? Perché stanotte mi ami, ma non mi sopporterai l'indomani. Ti renderò la vita troppo facile, e ti torcerò le ali che tu ritieni libertà.
Ma ti piace per ora, ti piace tutto ciò che ti sto dando, e conoscendoti -tra pochi istanti-vorrai anche di più. Forse non sei pronta però a quello che ti toglierò, amandoti.
Questa casa cade a pezzi, ma mi hai costretta a consumarci qui, perché l'idea di non ritrovarmi più accanto a te dopotutto ti rende fragile; più di questa tua terrificante dimora.
Mi cade l'intonaco del soffitto sulla schiena, lo sento, lo percepisco, ma sono ricurva sul tuo stomaco e la precedenza la hai te; come sempre. Mi sto abituando a sentirmi polvere, mi stringi un po' più forte di prima e mi fai dimenticare il senso del mondo.
C'è una costola che vibra nella tua gabbia, un piccolo spiffero d'aria gelida che vi entra dentro e si annuvola di nostalgia, non riesco a pensare ad altro che alla tua gola e a i suoni che fa nascere. Cerchi di modularli in altre tonalità per imbarazzarti meno, come fanno i bambini col singhiozzo, camuffando il tutto con due colpi di tosse; ma non ci riesci. Il tuo odore mi appesta i pensieri, mi fa uscire fuori di senno, tant'è che inizio a trovare carini persino i tuoi gemiti (che sono tutt'altro che teneri), e mi faccio trasportare dal sapore salato della tua pelle contro la mia, la mia pelle contro la tua.
Che donna sarei se ora ti lasciassi andare? Una persona migliore forse, ma sono accecata dall'avidità e ti voglio più di ogni altra cosa, più di ogni altra pelle e più di ogni altro odore.
Sono egoista, voglio che tu ti lamenta per le più piccole cose ogni giorno della mia vita, voglio che tu ti caccia nei guai e io sia costretta a venirti a prendere; perché non so fare altrimenti. Voglio il piacere e il fastidio di averti nei miei pensieri, voglio toccarti i capelli quando dipingi la mattina. Voglio tutto quanto lo vuoi tu, ma la differenza è che te potresti non apprezzarlo quanto lo apprezzerei io. Mi daresti della sentimentalista se potessi leggermi la mente, e magari con quello sguardo d'angelo che ti ritrovi sotto di me, potresti perfino riuscirci. E mi guardi, e mi accarezzi le braccia, mi vivi.
Ed io vivo te, esuberante ragazzina cresciuta tra i rovi di more, a cui la vita ha dato spine e sangue, ma le hai sapute trasformare in arte e ora sorridi soddisfatta del lavoro. Muori dalla voglia di vedermi cedere, sei tu la persona più egoista che conosca, non io, con i tuoi baci schiumosi e la tua pazza visone del mondo in cui i cani giocano a strip poker.
Tremi come una margherita esposta al vento primaverile, le tue mani che amo si aggrappano ad ogni appiglio possibile, per sopravvivere al vento che sto portando; all'amore che ci stiamo donando l'un l'altra. Ti dovresti vedere, anzi no, il tuo ego si amplificherebbe talmente tanto che ti reincarneresti in Narciso stesso, e annegheresti nella sua stessa pozzanghera d'ipocrisia. Perciò è meglio che ti osserva io e ti incornici il corpo in una fotografia sbiadita, di cui però solo io possa averne l'accesso. Cosa stai pensando? Forse non dovrei pensare mentre fotto qualcuno, ma se quel qualcuno ha i capelli arruffati e biondi, è impossibile non porsi la domanda. Aspetti quel momento con impazienza, vorrei che ci ripensassi, ma sei così viziata che ho paura scoppieresti a piangere se ti consigliassi di attendere un altro po'. Inarchi la schiena, gridi e mi sembri sempre meno un angelo.
Sorrido. È un sollevarsi di labbra sghembo, e sembra quasi una smorfia di sfida; Olimpia però ne è all'insaputa perché stringe le palpebre con forza e si copre la fronte con le dita. Mi si bagna la bocca con parole estranee; ironiche.
<<Sono più capace di Daisuke>>
Holly scopre la fronte bianca come la banchina di una spiaggia e l'appoggia alla mia, apre gli occhi e dentro ci vedo tutto quello che non riesce a dire a voce; rimango pietrificata. Mi sento piccola davanti a quella verità delle sue iridi e non riesco più a nascondermi, voglio rintanarmi tra le sue braccia, voglio farla camminare sui tetti del mondo.
<<Giulia>> Spiccica tra gli ansiti, il petto gonfio come un tumore
<<oggi non c'è il temporale>>
Un altro tuffo al cuore, lei è sprofondata giù nel materasso e l'accatastarsi delle lenzuola, ha l'odore della nicotina e del sesso.
Ci assomigliavamo di nuovo, ma non abbastanza, i nostri odori erano combinati, ma non tanto da farci essere le uniche al mondo a possederlo. È tutto un gioco di prendere e lasciare, egoista e viscido fino alle ossa, ma necessario per le nostre anime.
È un male che funge da bene, che ci cura, ci lascia senza fiato e si prende gioco di noi.
Non sono religiosa, non ho mai praticato in vita mia, perciò giustifico il nostro incontro con il volere del destino. È stato scritto così, siamo destinate. Un amore che condividiamo, oltre quello incondizionato per i mostri del nostro passato; che nonostante siano terribili ci tengono compagnia anche nelle notti più gelide.
Mi dico tra me e me, che ho fatto patire abbastanza, che è giunto l'istante decisivo che contrassegna in rosso i nostri destini. Ma ho una paura indescrivibile, di tutto.
So dove lacerare la ghiandola, ci ho strusciato il ponte del naso molte volte, pensando potessi anche morire in quel dolce elisir di lunga vita. Ma ora che me la porge con così tanta cedevolezza da non riconoscerla più mi sale una terribile angoscia. È stanca, il suo viso rosso è di lato e il suo profilo è tagliente quanto una lastra di ghiaccio, siamo solo due ragazzine in corpi troppo adulti.
Lo faccio, mi decido, agisco. Un atto fin troppo disgustoso, come già detto, ma assolutamente giusto sotto quegli occhi che mi scrutano da vicino. Non reagisce al dolore, non piange nemmeno, ma è la mia Holly quella che tengo tra le braccia e non una bambola di pezza. Avevo visto il suo sangue molte volte, ma mai l'avevo avuto addosso, mai ero stata colpevole. Le mie labbra sono rosse, come le sue clavicole e il suo cuscino; mi viene da piangere.
Ha un sapore metallico, non è come me lo aspettavo, la bionda è paralizzata sul letto; l'unica cosa che realmente riesce a fare è respirare.
<<Mi odierai domani>> mi raggomitolo accanto a lei e intreccio le mie dita con le sue, in un groviglio indefinito.
<<Toccami la bocca con le mani e dimmi cosa c'è dentro. I nostri nomi rinascono.>>
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adrenaline
Romansa"Holly era fermamente convinta che nessun posto potesse essere tanto accogliente quanto il lago di Nikko; eppure quel giorno si dovette ricredere."