Rosalinda's pov
Felicità, l'emozione più bella che si possa provare. Mi ritengo fortunata a provare quest'emozione per la maggior parte del tempo, ci sono molte persone nel mondo che non sanno nemmeno che esista. Alcune che nella loro vita hanno provato solo tristezza e disperazione e altre che vivono solo di rabbia e rimpianti, come si può negare la felicità? Mi pongo spesso questa domanda, come si può negare la felicità ad un individuo, che sia donna, uomo o bambino penso che sia un ideale inconcepibile, e perché io nella mia vita ho provato così tanta gioia e gli altri no? Perché io? Anche all'università mi facevano spesso questa domanda, era un vero rompicapo, io non sono un tipo che pensa molto anzi preferisco prendere tutto così come viene senza stare troppo a rimuginarci su, se mi va di fare qualcosa la faccio, non ho limiti o divieti perché sono io a decidere per me, e allora perché agli altri è negata la libertà? Perché l'uomo un essere così perfetto è capace di privare un suo simile della libertà? Vorrei veramente entrare nella mente di queste persone per capire quale pensiero contorto le spinga a compiere del male. Tornando a me, penso di essere un dispenser di felicità, certe volte mi immagino ad avere la forma di un sapone che dà felicità alle persone che mi stanno intorno... okay adesso sto divagando, mi perdo sempre tra i pensieri e i ricordi. Alle volte vorrei avere una macchina fotografica per salvare un determinato momento nella mia testa, così da poterlo guardare all'infinito, fino a ricordare ogni singolo particolare, se ci avessi pensato lo avrei fatto tutte quelle volte che i miei amici sorridevano, scherzavano o erano felici, perché non avrei pensato che quei momenti non sarebbero mai più tornati. Fino ad alcuni anni fa facevo parte di un gruppo di 16 ragazzi, 6 dei quali erano i miei coinquilini, la nostra vita era perfetta, spensierata e felice, ci era concesso fare tutto e tutto facevamo, lavoravamo anche insieme, in una pasticceria messa in piedi da noi, dopo un po' è iniziato il declino del nostro rapporto che andava ben oltre la semplice convivenza, noi eravamo come fratelli. Tutto è iniziato dopo una litigata di Jay e Katy era un periodo particolare, Britney faceva avanti e indietro da casa di Sam e Liam per aiutarli nel trasloco di quest'ultimo ad Oxford, mentre Sam cercava di convincerla ad andare all'università e noi in pasticceria stavamo passando un periodo di crisi, all'inizio non ci avevamo dato molto peso perché litigate di quel genere ne succedevano ogni giorno in una casa di sei persone, ogni motivo per noi era un'occasione per discutere, ma non duravamo più di 5 secondi e scoppiavamo tutti a ridere, ma succede, fra adolescenti è normale. Quella volta però la discussione andò avanti per giorni, non ricordo il motivo per cui scoppiò, ricordo solo le lacrime di Katy, Britney che cercava di consolarla prendendosela con Jay e Ken che stava dalla parte del cugino, poi successe tutto in fretta ricordo solo alcune parole di Jay – Devi smetterla Katy, non sei più una bambina, hai delle responsabilità cerca di crescere perché io non voglio stare con una persona infantile come te- non capì subito il significato delle sue parole perché subito dopo lui andò via di casa e si trasferì da sua madre, Ken andò con lui, Britney andò da Sam e Katy non sapendo cosa fare prese un taxi, non ci disse dove andò ma da quel giorno non la vidi più. Io e John restammo lì ricordo che lui mi disse –Tranquilla Rosy loro...torneranno ne sono sicuro- aveva un sorriso tirato e io cercai di crederci, loro sarebbero tornati perché eravamo una famiglia no? Passò un mese e le bollette e l'affitto della casa erano troppo per noi due così la vendemmo e ci trasferimmo in un appartamento della periferia di Manhattan, Ken e Jay vennero a casa nostra per scusarsi, ricordo la disperazione nel suo viso, ci chiese dove fosse andata Katy ma ricevette in cambio solo un'alzata di spalle e un'espressione vaga, da quell'avvenimento sono passati 4 anni. Adesso io e John che abbiamo aperto una nostra pasticceria nel cuore di New York viviamo in un appartamento più grande vicino la nostra attività e gli affari vanno a gonfie vele. Siamo ripartiti insieme dal nulla più assoluto ad ora con un grande lavoro e grandi soddisfazioni, quello che ci manca sono i figli... Quando mia sorella ha detto di essere incinta sono stata felicissima, sarei sempre voluta diventare zia ma non riuscivo ad esserlo al ceno per cento, era la prima volta che provavo un'emozione del genere ero gelosa e frustrata, sentivo gli occhi bruciare e il pensiero che dopo molteplici e disperati tentativi non riuscivamo ad avere un bambino mi faceva male, volevo essere felice, volevo poter tenere una piccola creatura tra le mani e notare a chi assomigliasse di più, volevo portarlo in pasticceria, volevo giocare con lui e volevo essere una mamma. Ad oggi stiamo ancora provando, ho fatto anche una visita specialistica per capire quale fosse il problema, i dottori stanno indagando ma molto probabilmente è un mio problema, tra noi sono stata sempre io la più allegra della coppia ma in questo periodo i ruoli si sono invertiti, io so che a John il pensiero che magari non avremo mai un bambino fa male, posso percepirlo ma nonostante questo continua a mostrare un sorriso fiero, anche dopo tutti quei test di gravidanza negativi, lui si forza per me e per se, ma non mi arrenderò, non perderò la speranza e la felicità non per questo mi chiamo Rosalinda.
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Una casa per sei
FanfictionTutte le amicizie più lunghe e durature partono da un gruppo. L'amicizia dei 16 ragazzi di New York è una di queste, partita da 6 amici che abitavano tutti in una grande casa si è ampliata sempre di più. Ci sono stati momenti di gioia infinita, di t...