Capitolo 18

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Cece's pov

Per tutta la sera ho cercato di resistere, mostrando la mia solita espressione gioiosa e spensierata, ho impedito al mio sguardo di soffermarsi su di lui, mi tentava con la sua imponente presenza che gravava sulle mie spalle come un pesante macigno, ho riso di gusto a battute senza senso, l'ho ignorato e mi sono anche stupita di averlo fatto, ma adesso seduta da sola ad uno stupido tavolo non posso fare a meno di ammirarlo, tutte le mie difese sono crollate da quando lui è qui, sono patetica lo so ma non posso fare a meno di sperare che possa accadere ancora qualcosa, che il lieto fine della mia storia non sia un nostro addio e posso ancora sperare che lui mi accolga tra le sue braccia e non mi lasci più andare...ma chi voglio prendere in giro non accadrà mai perché lui a differenza mia è andato avanti e devo farmene una ragione. Smanetto col cellulare fin quando una mano non entra nel mio campo visivo, alzo lo sguardo e incrocio un paio di occhi celesti che mi sorridono dietro due spesse lenti –Potrei avere l'onore di un ballo? Ne abbiamo ancora uno in sospeso noi due- è davanti a me, sul serio e mi sta chiedendo di ballare? Se è un sogno vi prego non svegliatemi, gli porgo la mano alzandomi e mi faccio condurre in un angolo della pista, lui appoggia le sue mani sui miei fianchi e io mi sento attraversare da una scossa elettrica, poggio le mie sulle sue spalle e mi faccio condurre nei lenti movimenti concentrici dei nostri piedi –Cece devo dirti tante cose- alzo lo sguardo sul suo che è serio nei miei confronti, non proferisco parola ma lo incito con un cenno del capo a parlare –Cece io ho sbagliato tutto nella mia vita, ho passato il resto dei miei giorni a studiare, a documentarmi a leggere solo perché i miei genitori avevano prefissato questo per me, mi sono impegnato a conseguire tutti gli obbiettivi che avevano in mente nei miei confronti per la riuscita di un futuro che li rendesse orgogliosi e mi sono laureato, non ho amici, non ho una famiglia non ho niente...ho perso tutto, ho perso te.- cerco di ribattere ma mi ferma –Io non posso accettarlo, non voglio perderti per niente al mondo, quando sono andato a Oxford sei stata il mio pensiero costante, sono andato avanti solo grazie a te e quando mi sono reso conto di averti persa il dolore è stato insopportabile, so che adesso le cose non potranno tonare come prima ma- lo interrompo –Liam ti prego basta parlare- -Ho detto qualcosa che non va? – chiede allarmato, scuoto la testa –Hai detto tutto ciò che volevo sentire- -Cece- sembra sorpreso quanto me ma l'ombra di un sorriso inizia a comparire sul suo volto lo stringo a me nascondendomi nell'incavo del suo collo, le lacrime scendono copiose sulle mie guance, l'abbraccio che avevo sempre sognato si è avverato proprio come in una fiaba, c'è ancora speranza per noi e lui me l'ha dimostrato, il calore che mi si sprigiona nel petto è tale da farmi tremare le ginocchia il cuore mi pulsa nel petto, lui goffamente mi stringe a se –Liam mi sei mancato così tanto- dico singhiozzando sulla sua spalla –Anche tu Cece, anche tu- -Quindi noi siamo...- veniamo interrotti da un suono sordo, qualcosa che cade per terra, ci giriamo in direzione del suono e sentiamo l'implacabile voce di Ken inveire contro qualcuno, una brutta sensazione si propaga nella stanza come un gelo irrefrenabile, corriamo verso di lui. 


*SPAZIO AUTRICE* anche questo capitolo è corto ma è così tenero, vi fa piacere che tra Liam e Cece le cose vadano bene? Fatemi sapere cosa ne pensate e se vi va lasciate una stellina. Buona lettura!

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