Intarsi Magrebini - I

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Scritto a quattro mani con giadaocchiverdi

......

Lilith

Segreteria telefonica.

Hai un nuovo messaggio da: Serena

"Lilith, sono Serena, si può sapere dove sei finita? Fabien è incazzato nero, torna sulla Ocean Dream prima possibile. Bacio. Ah Lilith, fai attenzione..."

Ascoltare questo messaggio dopo 48 ore di telefono spento mi ha fatto provare un brivido freddo lungo la schiena. A Fabien non avevo proprio pensato e sinceramente ora non ho voglia di pensarci. Che si fotta!

Spengo il cellulare, lo poso di nuovo sul comodino e distendo i muscoli per svegliarmi, ancora nuda e semicoperta dalle sottilissime lenzuola di bisso del Grand Hotel Continental di Djerba.

"Chi è Fabien? Un fidanzato geloso e vendicativo?"

La voce profonda di Brando mi arriva all'orecchio insieme al suo respiro caldo e a una mano posata sul fianco, che mi invita a girarmi verso di lui.

Assecondo languidamente la sua richiesta, e incastro le mie gambe tra le sue. Uno degli innumerevoli modi in cui ci siamo incastrati in questi quasi due giorni trascorsi a Djerba, incastrati e fusi, plasmati e ricreati, morti e rinati innumerevoli volte, fino a diventare uno.

Una singolarità.

E sto così bene. Che sia questa la felicità? Lilith felice. Credevo di non saperne più distinguere il vero significato, ma credo che ogni istante trascorso accanto a Brando si possa descrivere solo con questa parola.

So bene che ci siamo concessi entrambi una fuga che ha il profumo di una follia, un ritaglio in uno spazio-tempo che non ci appartiene, ed è giunto il momento di tornare alla realtà e sulla Ocean Dream. Io per riprendere il mio lavoro, lui per ricongiungersi con la sua compagna di crociera, anche se mi ha spiegato che non hanno una relazione e si sono ritrovati a viaggiare insieme quasi per soddisfare un capriccio della sua amica.

In ogni caso sono solo le sette di mattina e per rientrare sulla nave c'è ancora tempo. Il signor Aziz ci ha messo a disposizione il suo elicottero e un autista ci verrà a prendere in serata per condurci in aeroporto.

"Fabien è il comandante della Ocean Dream, ma per ora non ci voglio pensare" rispondo e non aggiungo altro sperando che la risposta, più che plausibile, gli sia sufficiente.

Brando non sembra interessato all'incazzatura di Fabien e mi fissa con i suoi occhi verdi così profondi e magnetici, mentre con una mano sta seguendo i contorni del mio corpo, dalla spalla al fianco, per posarsi poi stabile a palpare la natica. Ha un debole per il mio sedere, dice che è così bello che dovrebbe essere proposto come canone di perfezione estetica nei manuali di pittura e scultura. Rido all'idea che il mio culo possa finire immortalato su un libro, ho un certo pudore al riguardo. Mentre non ho avuto alcun pudore nell'offrirlo a Brando in tutti i modi possibili. Anche ora la sua mano dal fianco si sta spostando verso il solco tra le natiche e, seguendone il percorso è arrivato prima al buchino posteriore. Sorride mentre indugia col dito sull'orifizio, e nel suo sguardo di fuoco vedo il ricordo di come l'ha posseduto stanotte, e la promessa di nuove intense esplorazioni. Dio, come adoro scoparlo con gli occhi, come stiamo facendo ora. La sintonia del nostro desiderio carnale è quasi osmotica. I suoi desideri passano da lui a me e all'istante incendiano i miei sensi. Continue scosse di piacere, un'eccitazione costante pur dopo i tanti orgasmi. Accompagnato dai miei lievi mugolii di approvazione Brando prosegue scivolando verso il mio sesso. È perfido nel suo portarmi all'apice con la mente, sono arrivata ad implorarlo più volte gridando il suo nome, affinché placasse la sua

tortura facendomi godere oscenamente. Non mi sono fatta scrupolo poi di ricambiare la sua anima perversa, prosciugando il suo membro più volte di quanto ricordasse di aver mai fatto, marchiando con il suo fiume di piacere ogni parte del mio corpo.

Le dita di Brando vanno a solleticare le mie labbra intime e sposto la gamba più in alto cingendogli il fianco, agevolando l'apertura della mia fessura, che sento dischiudersi come un bocciolo pronto a offrire il suo copioso nettare.


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