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Mi tolsi l'elastico dal polso, iniziando a racchiudere i miei capelli nel mio classico chignon.

Dieci minuti dopo asser tornato dalla partita Matthew era entrato in camera mia tutto sorridente sventolando il cellulare aperto su una chat ben specifica.

"Stasera andiamo da Mark!"

Nell'ultimo periodo era sempre così, pronto ad andare ad ogni singola festa che si svolgeva nel quartiere universitario per godersi gli ultimi tempi da studente, e lo supportavo appieno accompagnandolo ad ognuna di esse cercando comunque di non esagerare mai.

Avendo la fortuna di possedere un'ottima, se non addirittura infallibile, memoria uditiva, mi bastava sì ascoltare in aula e dare un paio di lette a casa per essere preparato, ma nonostante ciò mi permettesse di cazzeggiare tutte le sere, mi davo sempre dei limiti.

Studiai la mia immagine allo specchio, trovandola in ordine come sempre: camicia nera con maniche arrotolate e due bottoni aperti infilata in un paio di pantaloni cargo a vita alta dello stesso colore, il tutto abbinato alle mie amate Buffalo nere ed ai gioielli d'argento.

Due catenelle al collo, qualche spesso anello alle dita, piercing alle orecchie... tutto perfetto.

Spruzzai un poco del mio profumo preferito sul collo e sui polsi e poi presi cellulare e chiavi di casa dalla scrivania, uscendo nel vialetto dove Matthew già mi aspettava in macchina.

La nostra convivenza era iniziata per caso, dopo un mese soltanto di amicizia; sarebbe stato meno costoso condividere la casa e non avevamo perso tempo prima di firmare il nuovo affitto.

All'inizio era stato alquanto difficile a causa delle enormi differenze dei nostri stili di vita: la sua sveglia impostata alle cinque e mezza era una tortura per me che però, d'altro canto, lo infastidivo quotidianamente quando la sera mi mettevo al computer a giocare, urlando ad ogni sbaglio.

Col trascorrere delle settimane eravamo però riusciti a trovare un accordo e grazie a ciò avevamo sviluppato un'amicizia stupenda fatta di cazzate adolescenziali.

Non impiegammo molto per arrivare da Mark, cinque minuti al massimo, e nonostante fossero solamente le ventuno il vialetto ed i marciapiedi erano già pieni di auto e moto parcheggiate malamente.

L'edificio a due piani era bello grande e spesso i componenti della confraternita che ci abitavano sfruttavano la cosa per organizzare feste all'insegna dell'alcol e dell'erba, ringraziando il fatto che, essendo in un quartiere universitario, a nessuno dei vicini improtava del casino fino a tardi.

La musica fu la prima cosa che ci diede il benvenuto assieme all'odore di marijuana e solamente poi iniziarono i primo saluti.

"Jk come va? Durante la partita mi sembravi un po' sconvolto."

Non potei non arrossire a quel commento scherzoso, vergognandomi di sé stesso: merda, perché dovevo esser stato io a finire nella kiss cam?

"Non me lo aspettavo, tutto qui."

Mark mi sorrise divertito, allontanandosi non appena una voce femminile gridò il suo nome dall'altra parte della grande sala.

Matthew come al solito corse a complimentarsi coi nostri giocatori di baseball per la vittoria e rimasto solo mi diressi in cucina per prendersi una birra dal frigo, andando a bermela nella veranda sul retro siccome all'interno era già arrivato il momento dello spogliarello, cosa che a me, gay fino al midollo, non interessava granché.

Sarei sicuramente rientrato più tardi in tempo per il beer pong, pronto come non mai a sfoggiare la mia mira e a spillare quattrini con le scommesse su chi avrebbe fatto bere a chi.

Kiss Cam [KOOKMIN]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora