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Come avevo immaginato, in piscina i miei muscoli indolenziti trovarono subito sollievo.

Era piena di gente, ma era talmente grande che eravamo tutto fuorché ammassati, perfetto.

"Certo che Matthew aveva ragione."

Annuii a Jimin: quando aveva detto che sarebbe stata la miglior festa di sempre ero stato un poco scettico, ma mi ricredetti completamente.

Nell'acqua fresca con una bottiglia di birra ghiacciata si stava davvero bene e Jimin al mio fianco sembrava stare altrettanto da dio.

Si era fatto un'altra canna e la fumava con espressione serena, la schiena rivolta al centro della piscina e le braccia incrociate sul bordo.

Prima si era anche fatto una nuotata e adesso i suoi capelli grigi bagnati lo rendevano ancora più sexy.

Sorrisi, innamoraro più che mai del suo viso rilassato, e mi sporsi a lasciare un languido bacio alla base della sua nuca.

Di tanto in tanto sbatteva i piedi come se stesse nuotando e la sua schiena si incurvava sinuosa facendomi impazzire.

Ma a quanto pare non ero l'unico ad apprezzare la cosa.

La nostra attenzione venne richiamata da un potente fischio e quando ci girammo in modo quasi istintivo agrottai le sopracciglia con espressione alquanto infastidita.

"Ti stavo aspettando nell'idromassaggio, Jimin."

L'irlandese, di nuovo.

Le sue guance erano più rosse dei suoi capelli e dall'espressione poco comprensibile capii che mentre io e Jimin eravamo stati al piano di sopra lui si era dedicato all'alcool.

Lo squadrai da capo a piedi mentre si sedeva ad immergere le gambe, pericolosamente vicino a Jimin che si mise in piedi nella vasca e fece un passo verso di me.

Sembrava quasi spaventato e non ne capii il motivo: finché quel rosso si limitava a parlare non c'era nulla di cui preoccuparsi.

"Mi dispiace, è stato più occupato del previsto."

Lo dissi circondandogli la vita con un braccio con fare possessivo: durante i mesi precedenti se qualcuno si avvicinava a richiamare l'attenzione del mio partner non ero minimamente toccato dalla cosa, ma con Jimin era diverso.

Jimin era mio, e non soltanto per quella serata.

"Eddai amico, mai sentito parlare di condivisione?"

"Mai sentito parlare di stare alla larga e farsi i cazzi propri?"

Gli risposi per le rime senza mascherare in alcun modo il mio astio nei suoi confronti e lo fissai mentre saltava in acqua e si avvicinava a noi.

"Eppure sono sicuro di farlo godere molto più di te, voi asiatici non siete famosi per le dimensioni... sbaglio?"

Alzai un sopracciglio: oh, se solo avesse saputo quando Jimin avesse urlato...

"Che c'è, vuoi controllare?"

Si avvicinò ancora nonostante fosse palese sia il mio essere incazzato, sia il disagio di Jimin che nemmeno l'erba stava riuscendo a sopprimere.

"Se è un invito per un threesome devo rifiutare. Vorrei godermi il suo fantastico culo da sol-"

Lasciai Jimin e gli sferrai un pugno in pieno viso non appena vidi le sue dita avvicinarsi troppo al suo fondoschiena.

Si portò la mano al viso con un verso dolorante, ma mi fissò di rimando e provò a saltarmi addosso.

Lo bloccai stringendogli le spalle fino a piantargli le unghie nella pelle: muoversi nell'acqua era fottutamente impossibile, i nostri movimenti erano troppo rallentati e infatti lui fece un passo indietro verso le scale.

Lo lasciai andare in modo che potesse salirle più velocemente e lo seguii fuori dalla piscina.

Coi piedi finalmente per terra gli sferrai un'altro pugno in pieno stomaco, guardandolo piegarsi in avanti con un rantolo sofferente.

"Non osare avvicinarti a Jimin di nuovo!"

La frase mi uscì simile ad un ringhio animalesco e dopo che ebbe recuperato l'equilibrio mi fissò con un mezzo sorriso provocatorio.

"E dire che fino a due mesi fa quel grassone non se lo cagava nessuno."

Fu come un improvviso fulmine a ciel sereno, quei capelli rossi inconfondibili mi tornarono alla memoria: era lui, era uno dei due ragazzi che lo aveva trascinato da me quella sera di tre anni prima, uno di quelli che lo insultava e lo bullizzava.

E allora capii il disagio di Jimin, capii il perché si fosse rifugiato vicino a me senza attendere un solo secondo e capii il perché della sua faccia terrorizzata quando aveva allungato la mano per stringerlo di nuovo.

Accecato dalla furia più bestiale che mai avessi provato in vita mia con uno scatto lo affertai per i capelli e lo spinsi indietro, facendogli sbattere la testa sul bordo della piscina.

"Come osi anche solo guardarlo in faccia dopo quello che gli hai fatto?!"

Sopra di lui iniziai a sferrare un pugno dietro l'altro e non mi accorsi della folla di persone attorno a noi, non mi accorsi di Jimin che mi fissava, non mi accorsi che il ragazzo sotto di me stesse sanguinando mentre tentava di difendersi.

"Cazzo Jk fermati!"

La voce inconfondibile di Matthew mi giunse alle orecchie e le sue braccia muscolose mi circondarono le spalle per bloccarmi le braccia, ma non mi arresi, continuando a divincolarmi mentre mi trascinava indietro lontano da quel bastardo cui prestarono soccorso.

Ma ero imbestialito, sembravo quasi un demonio e oltre a Matthew si avvicinò pure Eric a cercare di tenermi fermo.

"Lasciatemi andare! Io lo ammazzo, giuro che lo ammazz-"

"JUNGKOOK!"

Alzai il capo e con i denti serrati in un ringhio silenzioso vidi Jimin fissarmi piangendo.

I suoi dolci occhioni erano colmi di lacrime, il suo viso era deformato da un'espressione di puro terrore e nel rendermi conto che quella paura era causa mia il mondo mi cadde addosso.

"J-Jimin..."

Indietreggiò con la mano davanti alla bocca e scosso dai singhiozzi corse via, sparendo fra la folla che bisbigliava davanti a quella scena.

"Jimin, Jimin!"

Ma Matthew ed Eric ancora non mi lasciavano andare ed impotente sotto la loro presa anche le mie guance vennero rigate dalle lacrime, il capo chino ed il corpo stanco.

Lo sguardo puntato sullo spinello di Jimin abbandonato sul pavimento.

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SPAZIO POLIPETTA 🐙

MI SENTO MALVAGIA MUAHAHAHAHAHAAH

Kiss Cam [KOOKMIN]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora