● 03 ●

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Fortunatamente la casa mia e di Matthew non era troppo distante da quella di Mark e in men che non si dica Jimin era già nel mio letto, completamente nudo ad eccezione del foulard e col fiatone a causa della foga con cui avevamo appena finito di baciarci.

Mi spogliai anch'io sotto il suo sguardo e prima che potessi rigettarmi su quelle labbra di piume il grigio mi bloccò poggiando la mano sul mio petto, accarezzandomi dove non era riuscito ad arrivare prima.

Le sua mani, oh le sue mani... sembravano fatte di velluto.

Solitamente non portavo a casa le persone con cui trascorrevo la notte, ma Jimin era talmente ipnotico che resistere all'impulso di sfilargli i boxer era stato impossibile.

Non ci conoscevamo per niente e non m'importava: l'unica cosa che mi interessava realmente erano quei suoi sospiri melodici.

Iniziò ad applicare una leggera pressione sul mio sterno ed assecondai la sua spinta, indietreggiando fino a sdraiarmi mentre lui si portava sopra il mio bacino.

Fisicamente fra i due ero indubbiamente io quello più forte; il corpo di Jimin era estremamente esile, ma non nel senso che fosse fragile... era più simile ad una costituzione femminile, con le cosce morbide e la vita sottile.

Eppure era lui a comandare, lo aveva fatto fin dalla partita in cui mi aveva baciato vorace ed insistente, senza lasciarmi nemmeno il tempo di realizzare la cosa.

Il suo braccio si flettè come un serpente e in un attimo il foulard scivolò via dal suo collo e fu dietro al mio, collare con cui Jimin esercitava il suo potere su di me.

Con i due lembi fra le dita mi costrinse ad alzare la testa, lui chino sopra di me che si sorreggeva sulle ginocchia, ben puntate sulle lenzuola.

Quel sorrisetto sghembo avrebbe dovuto avvisarmi di quel che avrebbe fatto, eppure rimasi senza fiato quando, senza mai interrompere il contatto visivo, si abbassò sul mio inguine, la fessura delle sue natiche perfettamente allineata al mio membro.

Compiaciuto dal mio viso arrossato tornò a baciarmi senza mai smettere di tenermi a sé con quel pezzo di seta leggera, senza toccarmi con le mani, come se volesse tenere una certa distanza fra di noi, apposta per farmi impazzire.

Era incredibile, completamente diverso dai ragazzi con cui ero stato prima d'ora: era un tormento, una mantide religiosa che già aveva iniziato a divorarmi le labbra e l'anima.

Dopo essersi strusciato per bene per qualche minuto iniziò a ridacchiare quando gi afferrai con forza i capelli, costringendolo ad offrirmi la candida pelle del suo collo.

Lo marcai ovunque, sulla gola, sulle clavicole, sotto le orecchie... non ne avevo mai abbastanza di quella carne così morbida.

Ma mi fermò d'improvviso tornando diritto col busto, lontano da me, e con il respiro già leggermente accelerato lo fissai impotente, aspettando la sua prossima mossa.

Tolse il foulard dal mio collo ed oltre ad esso sfilò pure l'elastico che mi teneva i capelli legati, lasciandoli liberi in una nera aureola sul cuscino.

Quando si chinò di nuovo ero pronto ad assaporare la sua bocca, ma a quanto pare lui aveva altri piani: mi bendò con la seta e solamente allora le sue labbra furono ancora sulle mie, calde e morbide.

Fu un bacio più breve rispetto agli altri e mugugnai in disapprovazione quando si divise da me ancora una volta, ma solo per sorprendermi ancora.

Quella fra i miei pettorali era indubbiamente la sua lingua, ne percepivo la saliva bollente sulla pelle, e con la lentezza più snervante di sempre scese pian piano sul mio corpo.

Definì i miei addominali, il mio inguine, e mentre premeva leggermente le mani erano sulle mie gambe per tenermele bloccate si fermò per un secondo, lasciandomi senza fiato quando senza preavviso la sua lingua percorse tutta la mia lunghezza, partendo dal basso.

Cazzo, come potevo essere ridotto in simili condizioni già in quel momento? Era così difficile trattenermi dal venire...

Non lo prese in bocca, ma continuò a leccarlo, riservando particolare attenzione alla punta, e nonostante gli occho coperti stavo vedendo le stelle anzi, l'intero universo.

Ma poi si fermò facendomi sbuffare appena, ma al pensiero delle mille possibilità con cui la serata sarebbe potuta continuare mi rimisi in allerta.

Cosa avrebbe fatto ora?

Non ne avevo la più pallida idea, non vedevo cosa stesse facendo e la cosa mi eccitò ancora di più, le dita che bramavano i suoi fianchi costrette ad aggrapparsi alle lenzuola per non correre verso di lui.

Non era servita nemmeno una parola a farmi capire che lui volesse che io rimanessi immobile, completamente alla sua mercé.

"Jungkook, cosa vorresti in questo momento?"

Domanda provocatoria, superflua: la durezza del mio membro era una risposta più che sufficiente per fargli capire il mio desiderio, eppure non era abbastanza, voleva sentirmelo dire.

E cazzo, lo avrei fatto anche mille volte pur di poter vedere le mie speranze avverarsi.

"Voglio te, ovviamente."

Risposi con la stessa malizia e sebbene avessimo trascorso assieme pochissimo tempo era abbastanza da farmi intuire che in quel momento lui stesse sorridendo beffardo.

Il suono di un piccolo strappo mi fece capire che avesse appena preso un profilattico e infatti la sensazione familiare del preservativo mi avvolse l'intimità poco dopo, le sue mani che lo sistemavano per bene.

Ma per quanto la sua lingua e le sue dita fossero in grado di fare magie non erano minimamente paragonabili al piacere che la sua apertura mi diede una volta accolto il mio membro, con un solo movimento.

Solamente dopo essersi calato su di me Jimin mi tolse il foulard dal viso e quando lo vidi mille brividi mi attraversarono l'intero corpo: le guance rosse di piacere, le labbra dischiuse alla ricerca di aria, gli occhi languidi...

Era completamente diverso dal Jimin composto che per ultimo avevo visto prima di essere bendato e l'idea di essermi perso tutta la sua eccitazione mi fece quasi sfuggire un gemito sofferente.

Avrei amato vederlo iniziare ad arrossire per il calore del piacere, vederlo chino sul mio corpo con quella lingua maledetta sempre più desiderosa di leccarmi la pelle.

Magari aveva pure iniziato a toccarsi da solo, visto che ora fra le sue gambe il membro svettava ben diritto e gonfio di lussuria.

E non avevo potuto vederlo.

Non riuscii a fermarmi, iniziando a spingere il bacino verso l'alto verso le profondità calde e accoglienti di Jimin quasi con rabbia.

L'espressione di puro godimento che si dipinse sul suo volto mi fece girare la testa e un sorrisetto mi incurvò le labbra: adesso sarei stato io a farlo impazzire, una vendetta tanto piacevole quanto provocatoria.

Puntai i gomiti sul materasso, alzando la testa per poterlo guardare meglio mentre cominciava a cavalcarmi, dapprima lentamente e poi sempre più veloce, perfettamente in sincronia con le mie stoccate.

L'estasi che provai quella notte fu paradisiaca.

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SPAZIO POLIPETTA 🐙

Non so che cosa scrivere, sto giocando a Munchkin e il mio tipo mi sta sul cazzo perché continua a sabotarmi :')

Ah si, preparatevi a molti altri smut, intanto questo vi è piaciuto? Eheheeh

Kiss Cam [KOOKMIN]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora