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"Jimin, Jimin!"

Battei i pugni sulla porta d'ingresso, sgolandomi per chiamarlo mentre il mio corpo veniva scosso dai brividi ed i battiti del cuore si facevano più veloci che mai.

Non appena Matthew mi aveva lasciato le braccia ero corso via, a prendere il borsone per poi scendere in strada ancora in ciabatte e grondante di acqua, senza guardarmi indietro nonostante lo sentissi chiamarmi a gran voce.

Avevo la pelle d'oca e mi tremavano perfino le labbra per il freddo, ma nulla mi avrebbe fermato dal cercare di parlare con Jimin, nemmeno la possibilità di beccarmi un bel raffreddore.

La rabbia mi aveva completamente accecato e non mi ero minimamente reso conto di quanto spaventato fosse il ragazzo che amavo, spaventato da me.

Non potevo lasciar correre.

"Ti prego Jimin, apri!"

Mi accasciai sulle ginocchia, e le mie mani scivolarono lentamente sulla porta finché non le lasciai cadere sul pavimento, come una marionetta i cui fili erano stati recisi.

Mi sentivo... vuoto.

La consapevolezza di aver sbagliato mi riempiva lo stomaco di pesanti sensi di colpa: avevo mandato la serata a monte, proprio dopo aver fatto l'amore con Jimin per la prima volta.

In quel letto sconosciuto avevamo lasciato da parte il banale sesso privo di emozioni e ci eravamo uniti nell'anima oltre che nel corpo, ci eravamo riscoperti come fossimo perfetti sconosciuti ed il mio cuore si era riempito di gioia.

Possedere Jimin sapendo che stesse provando non solo, piacere carnale ma anche sentimentale nello stare con chi amava, era un'emozione indescrivibile.

Ma adesso non l'avrei più provata, non se non fossi riuscito a farmi perdonare.

Capivo perfettamente il perché Jimin, Matthew e tutti gli altri mi avessero guardato sotto shock, ero consapevole di quanto l'alzare le mani fosse stato sbagliato, ma in quel momento la mia lucidità era venuta meno.

Non era una scusante certo, ma io non ero andato da Jimin per scusarmi: ero lì per assicurarmi stesse bene.

Perché lo amavo, così come lui amava me.

Per altri cinque minuti stessi lì in ginocchio sul freddo pavimento e poi finalmente sentii la serratura venir sbloccata, ma tutta la mia felicità scomparve quando vidi in che condizioni fosse.

Si era tolto tutto il trucco e le sue guance segnate dalle cicatrici dei brufoli erano bagnate da copiose lacrime, gli occhi che mi giudicavano con tutta la loro espressività, dall'alto al basso.

Non disse nulla e rimasi in silenzio pure io mentre mi alzavo, non riuscendo a far niente se non fissare quelle iridi scure colme di angoscia e delusione.

"Jimin..."

Alzai la mano per andare a stringere la sua, ma lui si ritrasse facendo un passo indietro e scuotendo il capo, il braccio davanti al petto.

"Tu non dovevi essere così Jungkook, n-non dovevi!"

La sua voce era spezzata dal pianto, simile ad un verso gutturale di dolore di un animale ferito e mi fece gelare il sangue nelle vene.

"Tu dovevi essere gentile, dovevi essere dolce e premuroso, n-non dovevi essere cattivo!"

Non riuscii a fermarmi, nonostante lui avesse più che dimostrato che in quel momento non volesse essere toccato da me, con uno scatto lo intrappolai fra le mie braccia.

"Jimin mi dispiace così tanto..."

Lui però non voleva ascoltarmi e si dimenava, mi piantava le unghie nelle spalle e nella schiena nel tentativo di allontanarmi da sé mentre non riusciva a fermare il pianto.

Col passare del tempo si arrese, lasciando le braccia a penzoloni accanto al busto, il corpo ancora scosso dai singhiozzi.

"J-Jungkook..."

Mai avrei creduto avrei sentito il mio nome detto da lui con tono così angosciato, eppure stava succedendo davvero, non più tardi di dodici ore da quando avevamo confessato i nostri sentimenti reciproci.

"Non succederà più, ma quando dopo tutto quel provarci con te ti ha insultato non sono più riuscito a trattenermi."

Non smisi di stringerlo, ma allontanai il viso per poter abbassare lo sguardo sul suo volto così triste da farmi provare un'intensa fitta al petto.

"Non posso sopportare la gente del genere, specialmente se agiscono in questo modo nei confronti del ragazzo che mi fa battere il cuore."

Sorrisi debolmente: in vita mia non avevo mai fatto a botte con qualcuno, nemmeno quando gli ormoni della pubertà avevano iniziato a rendere la mia emotività più instabile e soggetta a repentini cambi d'umore.

Ma cazzo, quel ragazzo mi aveva fatto imbestialire così tanto...

Jimin mandava il mio cervello in cortocircuito, mi manovrava come fossi la sua marionetta preferita e quella sera non ero riuscito a fermarmi in nessun modo.

"Ti amo Jimin, ti amo troppo per rimanere indifferente mentre gli altri ti fanno del male, che sia fisicamente o mentalmente. Ma d'ora in poi mi limiterò all'uso della parola e del dito medio."

Ero stato abbastanza fortunato da non aver mai subito atti di bullismo durante la mia intera vita, ma sapevo le conseguenze di quelle parole e scherzi crudeli, sapevo quanto dolore provocassero...

Purtoppo Jimin aveva vissuto sulla propria pelle quel dolore e nonostante il tempo fosse passato e lui fosse cresciuto, ancora si portava dentro quelle ferite mal cicatrizzate cercando di nasconderle e sembrare forte.

Jimin altro non era che un gatto di vetro soffiato che fingeva di esser vero, ma i suoi artigli non graffiavano e le sue zanne non mordevano: non aveva nessun'arma per difendersi dagli altri, soltanto un anima fragile semplice bersaglio.

E io l'avrei protetta a tutti i costi.

Lasciai che finisse di sfogarsi sul mio petto e quando mise le mani sul mio busto per allontanarmi lo assecondai, sicuro che stavolta era più calmo e propenso al dialogo rispetto a prima.

"Jungkook, promettimi che non lo farai mai più."

Annuii senza alcuna esitazione, e mi chinai a baciargli il dorso della mano, gesto dolce ed innocente, puro come quel che provavo per lui.

"Lo giuro sul mio cuore e sulla mia anima."

Lo fissai alla ricerca di una qualche reazione e quando le sue labbra si piegarono in un debole sorriso ricambiai dolcemente.

Pronto a prenderlo a mo di sposa ed entrare nella casa aprii le braccia, ma un forte starnuto mi fece piegare in avanti e quando mi rimisi diritto non riuscii più a mettere a fuoco il volto di Jimin.

Tutto girava e tutto era offuscato.

Poi buio.

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SPAZIO POLIPRTTA 🐙

👀👀👀

Kiss Cam [KOOKMIN]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora