Sei mesi dopo...
-Pronta a partire?- chiede mio cugino. -Ho scelte?- sospiro. Lui mi spettina i capelli. -Dai, a New York non è così male-. Sospiro di nuovo. Mi chiamo Alexis, alias Alex. Ho diciotto anni e oggi con mio cugino Jordan di 22 sto per trasferirmi a New York. Perchè? Lì c'è la scuola dei miei sogni. Il problema è che è la stessa che frequenta Jordan. Lui è alto e muscoloso. Ha due occhi blu da incanto e i capelli castano chiaro. Io invece ho i capelli marroni scuri, lisci, ma sempre e rigorosamente legati in una treccia laterale. Ho gli occhi anch'essi marroni scuri. Sono la classica ragazza asociale con sempre le cuffiette nelle orecchie e un sogno in testa. Il mio sogno? Diventare una scrittrice. E ovviamente trovare l'amore della mia vita. A sedici anni credevo di averlo trovato, fino a che andai a casa sua e lo trovai a letto con la mia migliore amica. Senza tante cerimonie mi chiamò frigida e mi lasciò. Ci rimasi di merda, ma che ci vuoi fare? E accidentalmente la mattina dopo casa sua fu ricoperta di carta igienica e uova marce. -Alex?- mio cugino mi passa una mano davanti la faccia. -Sei connessa?- chiede. -Eh? Cioè si, sono d'accordo con te- balbetto. -Ti ho appena chiesto se sei preoccupata- -Oh. Non lo so. Sento che succederà qualcosa...di strano appena arrivati. Tu no?- Sorride. Sento come se...qualcosa di meraviglioso dovesse accadere. -Anche io ho questa sensazione. Ora, odio i viaggi quindi a dopo- dice ingoiando delle pillole, probabilmente sonniferi. Io accendo il lettore mp3 e metto la mia playlist preferita. Passano tre ore circa, quando arriviamo. Urlo nell'orecchio di mio cugino per almeno cinque mintui, prima di ottenere risultati. -Eh? Si? Salsicce!- dice svegliandosi e io scoppio a ridere. -Salsicce?-chiedo. -Si...era un sogno pieno di cose che amo...salsicce, bacon e donne nu..- si interrompe. -Sei troppo piccola per sentire certe cose! Ad ogni modo, siamo arrivati?- No guarda, ti ho svegliato per farti un dispetto.-Certo testone- gli scocco un bacio sulla guancia. -Come stai?- chiede. -Sinceramente? Vuota...ma fa nulla, sto bene-. Qualche mese fa, persi i miei genitori e i miei migliori amici in un incidente stradale. Stavano venendo alla festa di compleanno della mia migliore amica,organizzata da me, quando...un ubriaco...Basta. Sono morti e basta. -Non è colpa tua- Allora si che sto meglio eh. -Lo so.- sopiro. "Preghiamo i gentili passeggeri di slacciare le proprie cinture di sicurezza e scendere ordinatamente dal veicolo" la voce femminile proveniente dagli altoparlanti fa cadere l'argomento. Scendiamo dall'aereo e mentre aspettiamo le valigie, vediamo un signore in smocking con il cartello tra le mani
"Barks"
Io guardo Jordan, che mi guarda spaesato. Mi avvicino all'uomo. -Salve, i Signori Barks?- chiede.Annuisco.-Vi ha mandato l'Università delle arti creative?-domando-Certo, vi aiuto con le valigie-dice prendendole.Camminiamo fino ad una macchina nera d'epoca parcheggiata fuori.Mi fermo a guardarla. -È sua?- chiedo. -Si, ne vado molto fiero- La fisso.Ho sempre avuto un debole per le auto. -È bellissima- rimango incantata per un po', ma poi Jordan mi spinge dentro. -Eddai che scatole che sei!- borbotto. -E tu sei una lumaca!- rido. -Per fortuna non sono mai stata in Francia- affermo e lui ride. -Ancora con la storia delle Lumache?- È qualche settimana che parliamo delle lumache francesi, secondo me fanno schifo, lui dice che sono buone. -Si!Non capisco come facciano a mangiarle...- rabbrividisco. -Se posso, signori, devo ammettere che ha ragione la signorina Alexis, fa aabbastanza ribrezzo- Jordan alza le mani in segno di resa. -Okay okay, forse avete ragione. Comunque come si chiama lei signore?- L'uomo alla guida sorride. -Il mio nome è Josh. E mi dia del tu- Jordan mi circonda il busto con un braccio. -Solo se anche tu lo fai!- ribatte. -Okay, Jordan- sorride. Io mi accoccolo su mio cugino, che mi accarezza i capelli. -Siamo arrivati!- esulta Josh. Mi alzo e prendo la mia valigia, ma Josh mi blocca. -Le farò portare in camera tua- sorride cordiale. Sorrido anche io fino a quando Jordan non mi prende e non mi tira via. -Smettila di fare così!- mi lamento. -Vado di fretta IO!- mi rimbecca. -Okay okay- Arriviamo nell'ufficio del preside. Anzi, della preside. -Oh, buongiorno ragazzi!- ci accoglie. -Voi dovete essere i Barks giusto?- Annuisco. -I due cugini...- sorride -Dunque Jordan, tu sei il maggiore, quale attività hai scelto? Pittura, scrittura, musica, recitazione o scultura?- Sorride come un bambino. -Musica- risponde sicuro. Suona la chitarra e canta da almeno otto anni, è davvero bravo. -E tu invece Alexis?- Immagino di avere lo stesso sorriso di Jordan -Scrittura- dico convinta. Mi sento come quando ero bambina e dovevo scegliere i gusti del gelato. Lei sorride malinconica. -Ho sentito la tua storia, voglio farti sapere che sono davvero dispiaciuta per te.- mi dice. Io annuisco. -Grazie.- Grazie? C risposta é "grazie"?! -Bene, ora le vostre stanze. Tu Jordan sei nella North Island numero 311. Tu piccola Alexis- odio quando mi chiamano piccola. -Sei nella Sud Continental 125. - Ci porge le chiavi. -Troverete le indicazioni adeguate- dice congedandoci. Usciamo dall ufficio. -Piccola- mi prende in giro lui. Gli do un pugno sul braccio. -Smettila- intimo.-Tesa?- chiede. -No, non tanto- Si tantissimo. -Beata te, io mi sto cagando sotto- mi dà un bacio sulla guacia e segue le indicazioni sui cartelli e io lo imito poco dopo. Arrivo davanti alla porta di camera mia. "O la va, o la spacca" penso e apro la porta. -Josh non hai dimenticato nulla ora va'!- urla una voce. -Per quanto ne so non mi chiamo Josh!- urlo di rimando. -Ommioddio sei la mia coinquilina?- dice una ragazza uscendo dal bagno. -Così pare- porta una mano alla fronte -Che figura di merda!- urla esasperata. -Almeno non sono l'unica a farne- ride. Guardo sul mio letto. La mia valigia è aperta. -Hai frugato tra la mia roba?- chiedo. -Si, sai magari eri una che va in giro in tacchi alti e minigonne, quelle troiette che si credono tanto fighe. Hai presente?- chiede sistemando i suoi vestiti nell'armadio. -Si ho presente- rispondo imitandola. -Tu invece sei una tipa apposto. Che corso farai?- -Scrittura. Tu invece...- Quale é il suo nome? -Helene, mi chiamo Helene. E OMMIODDIO FREQUENTIAMO LO STESSO CORSO- mi salta addosso. -Vorrei vivere almeno fino all'inizio delle lezioni!- mi lamento. -Si, scusa- dice allontanadosi. -Emh...se non l'avessi capito anche io faccio scrittura- Sembra simpatica, anche se il suo nome mi ricorda un po' quello di...-È il primo anno?- chiedo. -Qui no. Ma prima facevo arte. Non ero portata. A giudicare dal tuo sguardo sei nuova- Sgrano gli occhi. -Che sguardo ho?- chiedo preoccupata. -Sei tesissima eeh? Dai vieni ti presento alcune persone- Mi trascina fuori.
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||Him||
RomanceAlexis, giovane e ferita in modo indelebile dalla vita. Solita a non far vedere il suo dolore, a non far preoccupare gli altri per lei. A far credere agli altri che lei é forte e ce la può fare. Ma non ce la può fare. E lui lo sa bene. Lui sa che va...