Vedo subito Jordan che mi guarda a bocca aperta. Mi da un pacca sul sedere. Io arrossisco violentemente. Diavolo, non si vergogna di nulla lui? In più ci sono Alessandro e Msrco dietro! -E tu dove vai vestita così?- Mi da un bacio sulla guancia. -Sei bellissima- aggiunge poi. -Sono d'accordo- dice una voce dietro di me. Mi giro e trovo Alessandro che mi sorride. -Grazie- arrossisco visivamente. -Andiamo?- chiede. -Certo- sorrido. Cominciamo a camminare. -Io non so ancora il tuo nome- dice. -Alexis. Il tuo invece?- In realtà gia lo so, ma non so cosa dire. -Alessandro. Hai un bellissimo nome- sorride. Io arrossisco ancora di più. -Senti Don Giovanni, vattene eh- dice una voce familiare. -Trent!- urlo. -Oh ciao tesoro- Che palle sto tizio. -Ti ho detto di non chiamarmi tesoro!- Alessandro guarda Trent con gli occhi ridotti a due fessure. -Io vado-dice poi, sparendo nella folla.-Credimi, ti ho fatto un favore- Il sorriso sulle sue labbra mi fa venire voglia di prenderlo a calci nel culo. - Mi stai sulle palle.Vattene okay?- urlo io esasperata. Magari se ci vado diretta capisce. -Cosa fai ora? Vai a chiamare il paparino? Sei ridicola- Oviamente mi sono sbagliata. -Non nominare la mia famiglia. Mai. - gli sibilo con gli occhi lucidi. Mi giro prima che lui possa dire o fare qualcosa. Cerco Helene per dirle che sono stanca per il volo e mi avvio per andare in camera. Qualcuno mi affera la spalla. -Ehy, Alexis- è Alessandro. Lo abbraccio forte. Mi stacco quasi subito. -Scusa..- sussurro. Che figura di cacca. Lui mi guarda. -Vai gia via?- chiede,forse triste. -Si io...sono stanca...tre ore di volo- mento. -Sicura?- sbuffo. -No. Trent mi ha rotto le palle e non lo voglio incontrare di nuovo- Mi prende la mano. -Dai, se lo rincontri gli dò un pugno- rido. Lo seguo fino al tavolo del buffet. -Hai mangiato qualcosa?- chiede. -No- ammetto. Mi riempie il piatto di delizie e io mangio. Avevo molta fame in effetti. Quando ho finito parte un lento. -Ti va di ballare?- Mi trascina in pista e mette le mani sui miei fianchi, mentre io le metto sulle sue spalle. -Io non so ballare!- urlo per sovrastare la musica. -Non credo che qualcuno sappia ballare qui- ribatte lui e io rido. Dopo un paio d'ore decide di accompagnarmi nella mia camera, ma sua sorella minore lo chiama. Io sto per andare via, quando sento qualcuno chiamarmi. Mi giro e vedo Trent,ovviamente ubriaco. Mi avvicino e lui mi guarda. -Ce l'hai con me?- chiede. -No- ribatto secca. -Allora smettila di guardarmi così- L'alcool gli ha dato alla testa o cosa? Che poi quale campus mette a una festa orgamizzata dagli insegnanti dell'Alcool?-Così come?- deve reggersi al muro per non cadere. -Come se avessi appena picchiato un cucciolo di cane- Cade a terra e comincia a ridere. Io lo guardo allarmata. Lo aiuto a rialzarsi e decido di accompagnarlo al suo dormitorio. -Che dormitorio sei?- chiedo. -North Island- risponde. Lo trascino di peso fino a una panchina. -Come hai fatto a ridurti così?- chiedo e senza attendere una risposta lancio le scarpe e lo trasporto fino al palazzo. Lui si avvicina al mio orecchio. -Sei bellissima stasera- mi manda dei piccoli brividi. -Sei ubriaco. Devi dormire. Che stanza sei?- -Non devo dormire. Devo stare con te- ribatte. -Che stanza sei?- lui sospira sconfitto. -123- Lo accompagno in camera e apro. Non trovo nessuno. -Sono solo- afferma. Lo butto sul letto. -Dov'è il pigiama?- chiedo. -Dormo in boxer.- Merda. -Oh emh...okay- gli levo la maglietta e la lascio piegata sul comodino. Poi gli sfilo i pantaloni e faccio lo stesso. Lui mi tocca con le dita la coscia lasciata nuda dal vestito. -Che diavolo fai?- sbotto. -Sei bellissima stasera.- dice. Ma é bipolare sto tipo qua o cosa? Lo sistemo sotto le coperte. Mentre sto per andare via mi afferra il polso. -Grazie- sussurra. Sorrido. -Di niente- dico ed esco. Corro verso il mio dormitorio. Entro nella stanza e mi ricordo delle scarpe. -Oddio...Helene...le tue scarpe...- sussurro, ma lei dorme. Mi metto il pigiama e dormo anche io.
STAI LEGGENDO
||Him||
RomanceAlexis, giovane e ferita in modo indelebile dalla vita. Solita a non far vedere il suo dolore, a non far preoccupare gli altri per lei. A far credere agli altri che lei é forte e ce la può fare. Ma non ce la può fare. E lui lo sa bene. Lui sa che va...