Capitolo 26

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Trent

La vedo andare via con Kevin, e solo allora mi rendo conto di ció che ho fatto. Non so che fare. Una parte di me vorrebbe tornare da lei, inseguire la fottuta auto del mio amico, stringerla tra le braccia e dirle che la amo e che non penso assolutamente ciò che hi detto. Che poi sarebbe la verità. So quanto ha sofferto, e non potevo rinfacciarglielo così. É stato orribile, mi sento un mostro. Ma un'altra parte di me dice che é stata lei, non doveva farmi quella domanda, sapeva benissimo che non le volevo rispondere eppure ha insistito. Guardo tutti che mi osservano in silenzio. Tento di soffocare i sensi di colpa, ma dopo la rabbia provata, sopraggiunge la consapevolezza. La consapevolezza di averla uccisa. Con delle fottutissime parole l'ho uccisa e non mi perdoneró mai per questo. Anche se lei dovesse farlo. -Trent...non so cosa tu abbia fatto ma...cazzo, sei un coglione.- Continuo a guardare la strada che ha attraversato per andare via. -Lo so.- riesco a dire. Non riesco a fare nulla in questo momento, e mi verrebbe da piangere. Ma a 7 anni ho fatto una promessa. -Portatemi a casa, vi prego.- Mark, venuto a trovarmi, mi prende e mi fa salire in macchina. -Perché non le vuoi dire di lei?- chiede, attento a dove guida. -Perché...é difficile per me, lo sai.- Sospira. -Okay. Ma la hai ferita.- Tiro un pugno al cruscotto. -Credi che non lo sappia? La ho distrutta completamente e Dio...cazzo, la amo così tanto, ma ero anche così arrabbiato...- Tiene lo sguardo fermo. -Domani andiamo da lei.- Cerco di respirare normalmente. -Dici che mi perdonerà?- Sorride. -Ne sono sicura.- Parcheggia l'auto. -Ora vai a dormire, domani sarà difficile.- Mi spinge dentro la mia casa. -Buonanotte- le urlo, e mi ritrovo a pensare a quanto sia fantastica la mia migliore amica.

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Alexis

Kevin mi scuote leggermente. -Ehy. C'é qualcuno che...vieni in cucina.- Apro gli occhi mezza addormentata. Ho sempre odiato i risvegli. Con il pigiama della sorella di Kevin entro in cucina. Lui é seduto sul tavolo, la testa tra le mani. Kwvin mi guarda quasi dispiaciuto ed esce. Perché é qui? Sono quasi tentata di tornare indietro, ma ovviamente lui alza lo sguardo. -Alexis.- sussurra. E or sono combattuta. Scappare e non rivederlo mai più, o correre tra le sue braccia e lasciarmi cullare? Decide lui per me, avvicinandosi a me. Mi porge un biscotto. -Hai fame?- chiede, come se fosse la cosa più normale del mondo. -No, grazie.- sussurro. Poi sorride, e non riesco più a trattenermi. Mi fiondo tra le sue braccia, nascondendo il viso nel suo petto. Lui mi stringe forte a sé. -Mi dispiace.- sussurro, mentre sento gli occhi pizzicarmi. -Shh, non dirlo neanche per scherzo, okay? Ho detto delle cose orribili e...Dio, non ne pensavo neanche una.- Mi mordo il labbro. -Sai quale é la cosa bella dei litigi?- chiede, non osando interrompere l'abbraccio. Faccio di no con la testa. -La pace.- Mi siedo su una sedia. -Comunque ho fame.- ammetto, memtre lui ride e mi passa i biscotti. -Mi dispiace.- ora é il suo turno. -Ho detto delle cose orribili, mentre dovevo dirne solo una.- Lo blocco. -Non c'é bisogno che tu lo dica. Non fa niente, sul serio.- Lui sorride triste. -Avevo una fidanzata, qui a New York. La amavo, la amavo davvero tanto. Stavamo per andare a vivere insieme e io le volevo chiedere di sposarmi. Ma quando tornai a casa...la trovai a letto con mio fratello. Io avevo organizzato una cena romantica nella nostra nuova casa, avevo organizzato tutto, e lei...era il nostro anniversario. Mi é crollato il mondo addosso, capisci? E lei se n'é andata, con mio fratello. La casa me l'ha lasciata, peró.- sorride tristemente. -É stata una stronza. Ma anche tuo fratello! Insomma...- Mi bacia per zittirmi. -Io ho te ora.- sussurra sulle mie labbra. Annuisco. -Si.- Kevin entra dalla porta. -Come shipper ufficiale della comitiva posso affermare di shippare Trexis.- Trent lo guarda male poi sorride. -Mi piace.- annuncia. Kevin spalanca li occhi. -Oh mio Dio, Alexis, tu lo stai drogando!- Trent gli fa la linguaccia. -Va bene mostriciattolo, vestiti che andiamo- mi fa alzare e mi vado a cambiare.

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Nel pomeriggio mi ha portato a fare shopping, anche se alla fine non ho comprato praticamente nulla. Abbiamo solo fatto gli idioti per mezz'ora alla cabina fotografica. Poi mi ha portato in un bar a bere un frullato. Mentre camminavamo mi teneva la mano, era così dolce. Lo amo e basta, lo amo follemente, e tutta la mia felicità dipende da lui. Ma io mi fido. -amore?- il mio cuore perde un battito al suono di quel nome. -Si?- chiedo, facendo finta di nulla. -torniamo all'accademia e passiamo questi ultimi giorni ad oziare, ti va?- annuisco felice e lui mi carica in macchina. -Prima peró dobbiamo caricarci di schifezze e bibite tutt'altro che salutari. Si ferma in un supermercato e fa una scorta di patatine, cioccolato e coca-cola. Lui é il pronipote della strega di Hansel e Gretel, vuole farmi ingrassare per poi mangiarmi! Torniamo con calma verso l'accademia, discutendo come una coppia di sposi su quale cantante sia il migliore. Io dico Ed Sheeran, Eddie caro, la carota cantante o come lo vogliate chiamare, lui dice Sam Smith. Insomma, adoro Sam Smith, ma la mia carotina non si batte. Poi é iniziata la guerra sul gruppo migliore, 5 seconds of summer è One Direction, e qui sono entrata in crisi. Fortunatamente ha cambiato argomento, stavolta sulla miglior cantante femmina. Lui andava convinto con Ariana Grande, ma la mia Demetria Devonne Lovato non la batte nessuno. Finite queste fandom war siamo arrivati, e ci siamo chiusi ermeticamente in camera sua.


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