Capitolo 23

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Dopo aver passato le quattro lunghissime file, siamo finalmente arrivati all' ottantaseiesimo piano. Con un braccio le circondo la vita, mentre osserva il panorama. -É tipo..wow.- sussurra incantata. Io guardo la sua faccia meravigliata, ha uno speciale luccichio negli occhi e un sorriso da una parte all'altra. Sei tu il vero spettacolo, qui. La cosa più bella é che stiamo vedendo il tramonto, perché le file ci hanno portato via parecchio tempo. Sentiamo una guida vicino che parla. -È qui che la diciottenne Evelyn Francis McHale ha deciso di togliersi la vita, buttandosi di sotto.- Spiega a un gruppo di turisti. Alexis sorride. -Pensa come deve essere stato bello.- Alzo un sopracciglio. -Ma sì! Pensa...morire dopo aver visto questo spettacolo.- Le bacio la testa. -Meglio vedere questo spettacolo e non morire.- Mi tira un pugno sulo stomaco, facendomi ridere.-Idiota- Le prendo la mano. -É un ora che guardiamo lo stesso panorama, lo sai che non cambia vero? Andiamo a mangiare?- La vedo ridere e poi mi segue, mentre scendiamo giu.
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-Dove mi porti a cena?- rido, guardandola affamata. -Mangiare? Oh no, hai capito male. Io vado mangiare, tu mi aspetti a casa.- Mette il broncio e sorrido. -Dai scherzo, lo sai.- Sorride anche lei e si avvicina di più a me. La porto in un ristorante italiano, anzi, il miglior ristorante italiano di tutta New York. -Ti costerà un sacco.- Borbotta sedendosi. La zittisco con un tenero bacio sulle labbra. Subito dopo arriva il cameriere. -Volete ordinare qualcosa?- chiede con un simpatico accento napoletano. -Una amatriciana.- Lui le fa un occhiolino. -Ottima scelta. E lei, signore?- Guardo il menù. -Una lasagna, grazie.- Sorride di nuovo. -Due buongustai.- Alexis sorride, mentre se ne va. Portano una bottiglia di champagne, ma, mentre la sto per rimandare indietro, Alexis mi ferma. -Ti ho detto che voglio andare avanti.- sussurra. Sorrido e le riempio metà bicchiere. Quando beve comincia a tossire facendomi ridere. -Frizzica!- borbotta continuando a tossire. Rido e chiedo al cameriere unnpo' d'acqua. Lei beve tutto d'un sorso, poi mi guarda male. -Stronzo.- le sorrido. -Dai, se fossi morta ti avrei persino organizzato il funerale!- Sorride anche lei. -Si, così ti avrei mandato a fanculo pure dal Cielo.- Metto il broncio, per poi scoppiare a ridere. La amo. -Alexis io ti...- Il piatto sul tavolo mi interrompe. -Buona cena signori- Annuncia il cameriere Napoletano, il cui accento diventa sempre meno simpatico...-Dicevi?- chiede lei, prendendo coltello e forchetta. -Io...nah, niente. Buon appettito.- Affonda la forchetta nella pasta, per poi portarla alle labbra. -Dio...é...- Chiude gli occhi. -Buonissima. Grazie.- Sorrido, mentre finiamo di mangiare
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Alexis
Credo di amarlo troppo. Non so se esiste un limite all'amore che si può provare verso una persona, ma se esistesse lo avrei siciramente superato di miliardi di volte. Guardo nei suoi occhi verdi , i suoi meravigliosi occhi verdi. -I nostri figli avranno i tuoi occhi.- mormoro, poggiando le dita sulle sue palpebre, ormai chiuse. -E se prenderanno i tuoi?- Chiede facendomi aderire di più a lui. -saranno molto sfortunati, perché, andiamo, chi vorrebbe un paio di occhi marroni al posto di quelli verdi?- Fa un sorriso. -Katy ha gli occhi verdi.- la gelosia si fa spazio in ogni mia cellula nel sentir nominare il suo nome. -E io ho preferito i tuoi occhi marroni.- Sorrido e gli stringo la mano Guardo la camera da letto di casa sua. -Mi spieghi perché hai una casa?- I suoi occhi diventano improvvisamente più scuri. -Io...non...non credo. Mi dispiace.- Mi prende per le ascelle, mi sposta accanto a lui e poi si alza, andando in bagno. Non so come una stupida domanda possa fargli male, ma lo capisco. Un po' si. Quando mi chiedavano perché i miei occhi erano inespressivi...mi ha sempre dato fastidio. Ma come puó questa casa aver riportato alla luce dei suoi ricordi? Sbuffo e mi infilo nelle coperte, sentendomi nuda,scoperta, senza di lui. -Buonanotte.- Dico ad alta voce, in modo che mi possa sentire. Nessuna risposta.
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Mi sono addormentata sola e mi sveglio sola. Però ho trovato la colazione sul comodino. Certo, é fredda, ma mi ha pensato. Sospiro, mettendomi dritta. La porta si apre. -Oh.- si gratta la nuca. -Buongiorno.- Sorride. Mi mordo il labbro. -Mi dispiace- sussurro. Che poi non so neanche di cosa. Io ho fatto una semplice domanda, non pensavo potesse fargli tornare in mente dei dolorosi ricordi. Si avvicina a me e mi prende le mani. -Ehy. Non dirlo neppure per scherzo. Sei stata semplicemente curiosa,okay?-Annuisco leggermente. Lascia un piccolo e dolce bacio sulle mie labbra. -Stanotte hai dormito con me?- Sorride. -Dormivi così bene che non te ne sei nemmeno accorta. Comunque si. Dormire con te é diverso.- Mi prende per i fianchi. -La tua colazione si é raffreddata.- dice e io annuisco. -Allora vieni, ti faccio latte e cereali.- Sorrido e lo seguo per il corridoio. -É bella questa casa, comunque.- Lui sorride, stavolta non tristemente. -chi l'ha scelta aveva un buon gusto.- Apre il frigo e tira fuori il latte. Poi prende una tazza e i cereali. -Caldo o freddo?- Verso il latte nella tazza. -Freddo,grazie.- Sorride e mi bacia la testa. -Di niente, principessa.- Sorride. Sarà una giornata meravigliosa.

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