Il Canto Alla Luna♡completa♡

otto anni prima (parte 1)

Re Hethor era un uomo pacifico, anche se il suo aspetto fisico diceva tutto il contrario. Piuttosto che fare la guerra preferiva evitarla facendo il possibile per farsi amico i re confinanti al suo regno. Per tale motivo aveva deciso d'intraprendere un viaggio per cercare di avere dei rapporti amichevoli con re Lion del regno di Leons.

Thilo aveva fatto di tutto per convincere il padre a portarlo con sé. Dopo tante parole aveva finalmente convinto il padre a lasciare partire anche lui.

Per la maggior parte del tempo era stato costretto a restare chiuso in camera e quelle poche volte che era uscito era in compagnia del padre, ed essendo un giovane omega timido si copriva con un velo che lasciava poco all'immaginazione.

Di quel soggiorno in quel paese straniero aveva visto poco e nulla e lui che sperava di poter vedere un posto che non era il suo paese natale.

Infondo suo padre era lì per instaurare rapporti amichevoli con regno vicino e gli unici momenti che aveva avuto modo di uscire dalla stanza era stato il banchetto in onore di re Hethor e poi alcune ore sporadiche in giardino dove si era liberato per un po' dal velo che usava per non farsi vedere.

Di nascosto Thilo aveva lasciato la stanza, erano due giorni che si annoiava e prendere un po' d'aria gli era sembrata una buona idea. Si coprì il viso e il corpo avvolto nel velo di seta azzurra era sgattaiolato fuori dalla stanza.

Il palazzo reale era stato costruito su una collina e dal giardino si poteva vedere la città sottostante. Faceva caldo in quel paese e Thilo pensò che un ombrellino era molto più utile di un velo.

Il giardino era magnifico, vi erano fiori dai colori sgargianti e profumati, non vi era nessuno che potesse vederlo. Si tolse il velo per respirare un po' d'aria fresca, si faceva per dire.

- Ti piace ciò che vedi?- chiese il giovane.

Thilo si spaventò e si allontanò. Lui era un omega e sapeva bene che non era prudente restare con un alfa che non si conosceva era pericoloso.

- Scusate e meglio se vado via.- disse allontanandosi il più in fretta possibile.

- Aspetta! Almeno dimmi il tuo...- disse il ragazzo di poco più di tre anni più grande.

Il giovane raccolse da terra il velo che il bambino aveva lasciato cadere a terra, era un bellissimo velo azzurro di seta e lo legò alla vita a modo di fusciacca.

- Be', non importa tanto so come ti chiami.- disse tra sé.

Thilo entrò nella sua stanza e per paura che suo padre si arrabbiasse non disse nulla della sua uscita.

Per due giorni Thilo rimase in camera senza fare un lamento e ormai il soggiorno a Leons era finito.

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Un lungo sospiro e silenzio.

- Desideravi rimanere qui?- chiese Hethor al figlio, sperando che suo figlio si decidesse a confessare la sua uscita da solo in giardino.

- No!- rispose.

- Cosa pensi di questo luogo, ti farebbe piacere abituare qui?- domandò Hethor.

Thilo fece un respiro profondo.

- Non ho visto molto e da quello che ho visto non posso dire nulla, come posso affermare che mi piacere o no. - rispose Thilo.

Hethor fece una risata divertita, niente male come risposta per un bimbo di otto anni.

- Per farmi perdonare chiedimi tutto ciò che vuoi!- ammise Hethor.

- Voglio vedere il mercato, per una volta voglio vedere e sentire le persone e cosa dicono, voglio mostrarmi senza il titolo di principe essere una persona qualunque.- disse senza esitazione Thilo.

Hethor non pensava che il figlio avesse questo tipo di pensiero.

- Va bene, ma non ti dimenticare che non siamo completamente soli, e non puoi allontanarti da me.- l'avverti.

Hethor scese dalla carrozza e subito si avvicinò il capitano dei soldati che re Lion aveva messo a loro disposizione per scotarli fuori dal loro territorio.

- Mio figlio vuole fare un giro per il mercato e io non ho potuto rifiutare- disse.

- Vi farò da scorta, sire.- disse il soldato.

Il mercato era qualcosa che mai Thilo aveva visto a parte quello del suo paese. Era un miscuglio di voci, colori e odori. Spezie e sudore che si mescolavano.
La gente lo guardava, ma vedendo lo sguardo poco amichevole di Hethor gli davano solo uno sguardo di sfuggita.

Hethor teneva stretta la mano del figlio con forza per non farlo scappare, sapeva che lasciare libero il bambino era pericoloso dato che era molto impegnato a guardare in giro sarebbe andato di qua e di là senza badare molto a dove andava e il mercato non era un posto tranquillo per un piccolo omega. Avrebbe potuto incontrare qualche farabutto che poteva violentarlo o peggio poteva rapirlo e venderlo come schiavo sessuale per qualche vigliacco o finire in qualche bordello.

Era proprio per questo uno dei momenti per cui cercava amicizia dei regnanti vicini per fare in modo che i venditori di schiavi avessero leggi severe e piano piano un passo alla volta far cessare la schiavitù soprattutto quella sessuale. Sapeva che era difficile il suo obbiettivo, ma aveva buoni propositi e si stava facendo molti amici.

Il mercato era pieno di colori e molti venditori gli mettevano sotto il naso spezie o tessuti e molto spesso entrambi contemporaneamente. Il suo cuore batteva forte, gente che gridava per attirare l'attenzione dei compratori.

Non vi erano solo loro, vi erano altri che sembravano gente di nobili natali che visitavano il mercato per cogliere qualche affare, vi erano gente normale che con i cestini facevano la spesa. Era felice di vedere che nessuno si inchina al suo passaggio. Lui in quel momento non era il principe di Hassan.

Thilo sentì un odore strano, non riusciva a capire cosa fosse...

Sudore... sandalo... paura... peperoncino... rassegnazione...

Non riusciva a capire.

Dovette usare tutta la sua forza per allentanare la presa che suo padre aveva su di lui.

Thilo si allontanò ed Hethor non poteva fare altro che seguire il figlio. Il giovane sembra essere stato catturato da qualcosa ed Hethor decise di non disturbare i pensieri del figlio minore.

Thilo cercava di capire ma non era facile, il suo naso e il suo intuito lo portarono a qualcosa che mai aveva visto...