8 anni prima (parte 2)

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Un giovane omega è il mio padrone

Thilo era impegnato a cercare di farsi strada a causa della calca che vi era, gente ammassata davanti ad un palco improvvisato con assi di legno.

Era strano, nel mercato del suo paese non vi erano nulla del genere.

- Andiamo via!- disse Hethor - Non possiamo fare nulla per loro.- si limitò a dire il re di Hassan.

Thilo non stava ascoltando...

Guardava insistentemente qualcosa... no qualcuno...

Il mercante prese il giovane di quattordici anni forse, non poteva stabilire con certezza l'età del ragazzo. Aveva molti lividi sul collo a causa del collare di ferro che aveva e poi non erano solo sul collo ma anche un po' dappertutto. Dallo stato di denutrizione non poteva dire che avesse veramente quattordici anni.

Hethor prese la mano di Thilo, ma il giovane si liberò dalla presa. Hethor guardò il viso del figlio e vide che il suo sguardo non si distoglieva dal giovane.

Il mercante strattonò il mal capitato e lo gettò alla vista della folla che guardava in attesa di sapere il prezzo iniziale dell'asta.

- Mio!- disse Thilo - Lui è  mio!- affermò con risolutezza.

La voce di Thilo non sembrava essere sua, Hethor ebbe l'impressione che fosse un altro ragazzino e non suo figlio che per sua scelta si copriva con pesanti veli.

- Signori e Signore...-.

- Lui è Mio!- affermò nuovamente Thilo che con la sua agilità si mise anche lui sul palco.

- Piccolo, vai dalla tua mamma. - disse il mercante.

Thilo per tutta risposta si tolse l'anello che adornava uno delle sue dita e lo gettò addosso al mercante.

- Questo ti basta?- domandò Thilo.

- Piccolo questo non è certo un gioco per bambini.- si limitò a dire l'uomo.

- Non hai sentito...-.

- L'anello che ti ha dato mio figlio vale ben mille monete d'oro... c'è tra di voi qualcuno che offre di più?- chiese Hethor usando il suo tono e il suo sguardo minaccioso.

Nessuno degli spettatori disse una parola, era da pazzi comprare uno schiavo a quel prezzo, anche se era un giovane alfa, era una somma troppo alta.

- Lo schiavo è vostro signore.- dovette ammettere il venditore contro voglia, ma era stato un vero colpo di fortuna. Con quella somma poteva benissimo non lavorare per almeno quattro anni.

Hethor e Thilo si allontanarono con lo schiavo e con l'atto di proprietà.

Quella situazione non piaceva per nulla ad Hethor, ma non disse nulla sino a che non arrivarono alla carrozza.

Tutto ciò che aveva fatto in quegli anni si era fatto "benedire", il principe Thilo si era appena comprato uno schiavo e per di più aveva riconosciuto il suddetto come "Suo". Questo era il momento peggiore e non solo per il fatto che erano in un paese ospite, ma erano anche scortati dal capitano della guardia reale che aveva visto tutto.

Re Hethor aveva una vera e propria gatta da pelare. Aveva affermato che nel suo regno non vi erano schiavi e quei pochi che vi erano non erano stati comprati  nei vari mercati dei paesi del regno di Hassan e quei pochi erano trattati bene. Si era vantato con tutti i suoi amici che al palazzo reale non vi fossero schiavi. Ora suo figlio si portava a casa un souvenir poco usuale.

Il ragazzo era denutrito, sporco e maleodorante, ma nonostante ciò Thilo sembrava di tenere tra le mani qualcosa di puro. Non era minimamente impressionato da ciò che vedeva.

- Come ti chiami ragazzo?- domandò Hethor.

- Kail, padrone. - si limitò a dire.

- Non sono il tuo padrone.- rispose Hethor.

Il capo della guardia stava guardando la scena in silenzio ed Hethor era in un finto stato rilassato.

- Kail, questo è mio figlio Thilo, voglio che lo guardi attentamente sino a che non ti dico che puoi smettere.- si limitò a dire.

- Thilo...- disse Kail con un sussurro di voce.

Gli occhi dell'alfa diventano rossi senza nessun indugio. Hethor prese il viso di Kail, ma anche in quel modo si poteva benissimo vedere e stabilire che il ragazzo non era un semplice alfa, ma era il Mate di Thilo. Gli occhi di Thilo non cambiarono colore era troppo giovane per avere una risonanza.

- Bene!- esclamò il re - Mio figlio Thilo ha trovato il suo compagno e per di più e uno ex schiavo.- disse Hethor.

Nessuno dei due ragazzi lo stava ascoltando tranne la guardia.

- Kail!- esclamò il re - Kail!- ripeté.

Il giovane era troppo inebriato dall'odore di gelsomino di Thilo per riuscire a distogliere lo sguardo dal bambino e con fatica guardandò l'uomo che aveva vicino.

Kail aveva ancora gli occhi rossi.

- Mi dispiace per te, ma noi dobbiamo andare e tu non sei certo presentabile siediti con il cocchiere e non dare fastidio.- si limitò a dire Hethor.

Il cocchiere non fu molto felice di stare vicino al giovane schiavo, ma non poteva permettersi di rifiutare un ordine del re.

Kail aveva viaggiato in molti modi diversi, era stato costretto a camminare con una corda che gli serrava i polsi, aveva viaggiato in un carroprigione, era stato costretto a camminare, tirato con violenza, no. Quella era la prima volta che viaggiava in una carrozza seduto su dei bauli sul tettuccio di una carrozza come un pacco perché il cocchiere si rifiutava di averlo vicino.

Il viaggio durò quasi due ore, lo stomaco di Kail brontolava, ma non aveva il coraggio di dire nulla.

La carrozza si fermò e anche i soldati di Hassan si fermarono, mentre il piccolo manipolo di soldati del regno di Leons erano tornati indietro.

Il re fece sistemare le tende e dopo alcune ore la tenda era pronta.

Adesso che le spie di Leon erano andate via poteva benissimo far capire a quello schiavo chi era il padrone e che lui era solo lo schiavo.

Le guardie che erano vicine a Kail  fecero inginocchiare il ragazzo con la forza.

Hethor era seduto sul suo trono portatile, mentre Thilo era al in piedi vicino al padre. I suoi occhi d'ambra guardano lo schiavo e il ragazzo difronte a loro guardava Thilo.

- Sai chi sono Kail?- chiese il re.

- Il mio padrone.- rispose Kail.

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