8 anni prima (parte 4)

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Il mio piccolo padrone è solo un bambino...

Hethor guardava suo figlio con pazienza, ma quando guardava Kail il suo sguardo diventava freddo e spietato.

Kail poteva solo intuire che il re soffrisse di gelosia, un alfa per giunta schiavo vicino al figlio omega adorato.

Il giovane omega era entusiasto cominciava a vedere i confini della sua terra nativa. Immense distese di campi coltivati, grano che ricordava un po' il colore dei suoi capelli. Frutteti e colture di ogni tipo. I contadini salutavano e il principe ricambiava con un saluto della mano e un sorriso.

Kail si lasciò sfuggire un sorriso divertito dal comportamento del compagno che prima di tutto era il suo padrone. Si riprese subito vedendo lo sguardo assassino del re. Si quel uomo era geloso, dovette ammettere Kail.

Il re era alto un metro e novanta, forte e possente che si allontanava con costanza e determinazione. Il re prese tra le braccia il figlio e lo fece sedere sulle sue gambe, i due guardavano fuori dal finestrino e di tanto intanto gli accarezzava i capelli biondo grano.

Padre e figlio si assomigliavano per coloro dei capelli, ma il viso era diverso non solo perché era un bambino o per il fatto che fosse un omega, ma Thilo molto probabilmente assomigliava alla madre. Gli occhi erano di colore ambra, ma il taglio degli occhi era quello del padre, ma su di lui l'espressione era molto più dolce con i lineamenti delicati e aggraziati.

Le strade della città si stavano animando. Il re seduto da un lato che salutava, un re amato dal suo popolo. Il principe seduto dall'altra lato del padre che anche lui con un'espressione composta salutava il popolo. Il suo piccolo principe era un bimbo sicuro di sé che non abbassava lo sguardo come gli altri omega.

Arrivati al portone il principe fece un profondo respiro.

- Credevo di svenire...- disse Thilo.

Hethor fece una carezza al figlio.

- Sei mio figlio, non devi avere paura. Cerca di fare del tuo meglio sempre e nessuno potrà contraddirti.- lo rassicurò.

La carrozza si fermò e la portiera si aprì. Il primo a scendere fu il re e poi il principe, per ultimo Kail.

Tutti i servitori più vicini al re erano davanti al re per ricevere i suoi ordini. Un servitore si avvicinò al re e gli consegnò un pugnale. Il re l'ho guardò attentamente.

- Kail!- esclamò il re - Questo è per te!- gli disse.

- Devi essere onorato, papà non fa molti regali, se fossi in te accetterei senza farmi pregare.- disse Thilo.

- Non avete paura?- domandò Kail guardando il re.

- Non avresti mai il coraggio di usarlo senza poi toglierti la vita.- rispose Hethor.

- Padre, potrei ritirarmi nelle mie stanze?- domandò Thilo che non aveva capito nulla.

- Kail quando hai due minuti di tempo vorrei parlare con te.- disse - Se sei stanco vai pure.- rispose Hethor con tono gentile.

- Vi saluto sole splendente di  Hassan!- esclamò Thilo facendo un'inchino solenne.

- Kail andiamo.- ordinò Thilo.

Senza esitazione Kail seguì il padrone, sentiva su di sé lo sguardo di tutti servi, servitori e cavalieri.

Kail era preoccupato non riusciva a capire perché lo stessero guardando malamente, ma forse provavano gelosia. Quel principino era veramente un bel bocconcino e tra alcuni anni sarebbe stata veramente dura stare al suo fianco e proteggerlo.

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