11.

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Her pov

"no, io questo non lo metto"
"andiamo secondo me ti sta benissimo"
"come fai a dirlo?"
"perché guardalo, guardati, è perfetto, per te che sei perfetta"

Situazione attuale, Sam mi sta aiutando a scegliere cosa indossare. Io non sono una persona molto elegante però.

"cosa metteresti tu?" chiede
"jeans e maglia?"
"al posto della maglia, una camicetta?"
"dipende quale"

Mi porta una camicia, non molto elegante, adatta.
Non sembra neanche scomoda.
"questa con un pantalone"
"li provo"

Alla fine non è così scomodo, potrebbe anche starci.
"non pensavo che ti avrei mai vista con una gonna" commento guardando il suo di outfit

Di solito veste larga, mentre oggi ha una gonna ed una maglia al suo interno, cosa che neanche fa mai. Maglie fuori come stile di vita.

"volevo provare ad essere elegante"
"ed Harry?"
"non so come siano le cose tra di noi, ma spero che questa sera beh"
"vorresti qualche risposta in più?"
"si ecco, non so se lui vuole davvero una relazione o qualcosa di simile"
"andrà bene"
"anche a te"

"io con chi scusa?"
"ma come con chi? con mio fratello"
"Noah?"
"SI, stasera starete tutto il tempo insieme"
"no aspe in che senso?"

Sentiamo un clacson.
"mi sa che sono arrivati"
"aspetta Sam, che intendi?"
era già uscita dalla camera.

Scendo le scale, usciamo di casa.
"pronta?" mi chiede
"penso di sì, prima festa americana, ma tu devi anc-"
apre la portiera dell'auto

"ciao belli" saluta lei
"hello" saluta Chloe

"hey" poi saluta lui
"hi" saluto io intimidita

"come va?" chiede lui a me
"penso bene, te?" rispondo a tono basso
"emozionato per questa sera" risponde lui sicuro
"non vedo l'ora"
"hey hai imparato nuove espressioni"
"dovresti essere fiero di me adesso"
"beh lo sono"

Il tragitto in auto sembra calmo.
Arrivati tutto era illuminato da led, che cambiano colore ad una velocità che superava le auto in autostrada. Tra poco inizia a girarmi la testa.

"vieni" qualcuno mi prende per mano
per un secondo sono stata travolta dall'ansia perché non capivo chi fosse

Mi sono accorta però che era lui.
"dove?" chiedo un po' stranita
"a a provare di tutto"
"di tutto?"
"si, vedi le attrazioni"

Ci avviciniamo a questa attrazione che aveva uno schermo alquanto alto, proiettava linee bianche e nere.
"vuoi farti ipnotizzare?" chiedo
"è lo scopo di questo aggeggio, ma non hai mai funzionato"
"e nel caso iniziasse a funzionare proprio stasera?"
"in quel caso potrai comandarmi e decidere di farmi fare tutto ciò che vuoi"
"buono a sapersi"

"provato anche tu"
Mi prende di nuovo per mano e mi fa salire sulla piattaforma.
"vuoi per caso comandarmi?"
"io ma no, scherzi"
"ti piacerebbe"
"non sarebbe una cattiva idea"
risatina finale

Tre minuti che sono davanti a questo schermo e non sta accadendo nulla, però se facessi finta che in realtà ha funzionato.

Dal muovere le braccia ogni tanto per mostrare i miei sensi di vita e che ero ancora cosciente di ciò che facessi, resto immobile.

"ma che ha funzionato?" sento la sua voce

"hey Corinne, ci sei?" passa la sua mano, quella che era attaccata alla mia, davanti ai miei occhi

"ha davvero funzionato?"
Beh Noah, perché non provarci.
Provare per vedere e crederci non hai mai fatto male a nessuno, o forse.

"alza la mano destra" lo faccio
"ora il piede sinistro" faccio anche questo

"dimmi qualcosa di te"
"sono Corinne, sono italiana, non capisco la tua lingua"
"questa frase mi sembra di conoscerla" la sua risata ancora

"ora vieni con me" così faccio un passo
Mi prende di nuovo per mano.
Mi porta da qualche parte.

Usciamo dal posto. Finiamo in strada, non so di preciso dove. Ho gli occhi chiusi.

Dovrei far finire il mio scherzo? si dai, però devo trovare un modo adatto.

"vieni, siediti qui"
apro leggermente gli occhi e fortunatamente non mi stava guardando.

Aveva indicato un posto per sedersi, nonostante sapeva io non potessi vederlo.
Vicino c'è un altalena, così decido di sedermi lì.

"ma" lui sconvolto
questo è il commento in cui scoppio a ridere

"o ti è passato tutto oppur-"
"oppure ti stavo prendendo in giro"
"tu cos- cioè davvero?"
"è stato molto divertente"

Mi guarda scioccato, con la bocca aperta, poi la chiude lentamente. Fa un sorriso, ma non uno dei suoi soliti, così sorridente che si nota la sua felicità, ma piccolo.

Viene vicino.
"sei riuscita a fregarmi"
"per me è stato stupendo"
"per me anche, ma scoprirlo non proprio, pensavo che davvero lo fossi"

"che poi mi hai portata fuori, ti stavi annoiando dentro o?"
"volevo stare un po' con te, senza tutta quella musica, i led, sai"
"con me da ipnotizzata, sei un po' sospetto"
"ma devi pensare male di me, andiamo"

Inizia a spingermi sull'altalena, lentamente.
Si sentiva la musica. Sembrava di essere in uno di quei video che trovi nella home di youtube.

"Another love, ma sei in una stanza apparte"
Si sente la musica, ma con quell'effetto che in un certo senso ti calma.

"conosci questa canzone?"
"l'ho sentita diverse volte"

"I'd wanna sing a song
that'd me just ours
but I sang 'em all to another love"
canta questa parte

"hai una bella voce" commento, complimentando
"adesso però tocca a te"

"And I wanna cry, I wanna learn to love
but all my tears have been used up"

Mi fermo perché lo vedo sorridere.
Non capisco, ma sta davvero sorridendo.

Senza che io nemmeno me ne accorgessi, era ad una vicinanza particolare. Potevamo sfiorare, per poco i nostri nasi.

In circa uno, due secondi la mano intrecciata alla mia, finisce sulla mia guancia, ed una pressione colpisce le mie labbra.

Ora so questo. Inizio a non capire tanto, sento soltanto qualcosa che mi ricorda tanto le favole che leggevo da bambina. Quelle farfalle nello stomaco, saranno loro?

everything started like this | Noah SchnappDove le storie prendono vita. Scoprilo ora