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Jared Pov

E' rimasta su quel divano tutto il giorno, ho cercato di farla mangiare, ma non ne voleva sapere così dopo un po' mi sono arreso, capivo come si sentiva, si dava la colpa per quello che era successo e se fossi stato al suo posto probabilmente avrei fatto peggio.

Proferisce parola soltanto all'arrivo del moccioso, gli chiede se sa leggere e lui diventa paonazzo, i bambini in questo quartiere lasciano la scuola presto, imparano il necessario per sopravvivere, poi i genitori li mettono in strada a lavorare, non è la prima volta che sto in un quartiere del genere, conosco quello che accade a chi non porta i soldi a casa. Carlos è stato molto fortunato a incontrare Shade.                                                                                                                                                                   Arianna si offre di insegnare a leggere al ragazzino e non mi oppongo, forse imparerà qualcosa e avrà qualche chance per uscire da questa merda che chiama casa.

Lo spero.

"Mi racconterai mai qualcosa su di te?"

Lo domanda come se sapesse già che non le avrei risposto, ma sorprendo sia lei che me quando le chiedo cosa vuole sapere, infondo lei si era fidata di me, mi aveva raccontato tanto e si era lasciata andare al mio tocco, solo al mio, nessun altro aveva osato sfiorarla e al solo pensiero la cosa mi faceva eccitare.

Mi dirigo verso la cucina e inizio a disporre i vari ingredienti sul ripiano, mentre Arianna si accomoda su uno degli sgabelli di fronte a me , mettendo una mano sotto il mento e cercando la domanda giusta da fare.

Un colpetto di tosse per richiamare la mia attenzione, ma non mi scompongo e continuo a tagliare la lattuga, "Emm... Bene, allora, vediamo...Come mai sei andato via di casa?" chiede imbarazzata, mi blocco con il coltello a mezz'aria e la guardo di sottecchi , gli occhi azzurri titubanti e le mani che si torturano tra loro, sbuffo seccato dalla domanda, ma decido di rispondere ugualmente.

"Dopo la morte di mia madre niente sembrava lo stesso, siamo cambiati, io soprattutto in peggio, mi sono allenato, mio padre mi ha addestrato di persona e la maggior parte delle volte riuscivo a sovrastarlo, ha deciso che ero diventato troppo pericoloso da gestire così mi ha mandato in missione e cazzo se ero bravo, ma ad ogni missione una parte di me moriva. William cercava di far ragionare nostro padre, di farmi tornare a casa, ma lui vedeva soltanto un soldato perfetto. Un giorno in una missione oltreoceano è andato tutto a puttane, sono rimasto l'unico sopravvissuto della mia squadra è stato lì che ho incontrato Shade e Nate, abbiamo formato questa specie di famiglia tenendo sempre a mente di essere soli con i nostri demoni. Un tacito accordo che ci unisce. Soldati perfetti, figli, mandati a morire per il potere. Tornato a casa niente mi sembrava familiare, Valerio mi trattava come se fossi un trofeo da sfoggiare, William mi evitava come la peste, ormai non eravamo più una famiglia, ma estranei che vivevano sotto lo stesso tetto. Il giorno seguente andai via di casa."

Arianna mi guarda anzi mi studia, le mie parole non l'hanno turbata, si aspettava di più, lo so, ho tralasciato molti particolari, ma non voglio che mi guardi con occhi diversi. Non è pronta per la verità. "Adesso tocca a me" dico duro , sono curioso di sapere la storia dei fratelli russi che le girano intorno come fossero avvoltoi.

"Chi è il soldato russo che era a casa mia?"

Scatta sull'attenti e quasi cade dallo sgabello, gli occhi sbarrati, la bocca aperta in segno di stupore, non si aspettava questa domanda.

"Da piccola non avevo tanti amici, ero sempre sola perché i miei genitori avevano paura che potessero rapirmi, gli unici amici che avevo erano due bambini russi, due fratelli con la passione per i guai. Cameron, il più piccolo adorava giocare con la fionda, una vera peste. Alexander, il ragazzo dagli occhi diversi era più tranquillo, il tipico fratello maggiore che si occupa del fratellino, se Cam si metteva nei casini, Alex lo tirava fuori. Erano inseparabili e lo sono tuttora, ragionano come fossero uno solo. Ero solita passare pochi mesi in Russia e più crescevo, più io e Alex diventavamo inseparabile, tant'è che Cam era diventato così geloso da farmi impazzire con i suoi scherzi, una volta mise un topo morto sul mio letto."

Phoenix - NascitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora