Addio mia amata Milano

294 33 23
                                    

Margherita Florio è sempre stata una donna di alta classe, pacata e rigida come un manico di scopa. Avvolta nei tailleur griffati e con i capelli perfetti non si sbilanciava mai: mai una parola di troppo o un'espressione volgare, mai un'espressione che potesse mostrare ribrezzo, piuttosto ti congelava sul posto e ti accorgevi di non respirare soltanto quando andava via. Discendeva da una nobile famiglia di origini Siciliane e per sua disgrazia incontrò a Palermo, Dario Enrico Luciani erede di una delle più grandi aziende di Milano. Si innamorarono e si sposarono giovanissimi, grazie anche a mia madre l'azienda crebbe aprendo delle filiali in tutto il mondo (intendo anche Giappone e Cina). Dopo due anni di matrimonio l'otto agosto del 1997 nacqui io : Arianna Luciani unica erede delle aziende Floriani. Tutto andava bene fino a quel fatidico giorno: 22 giugno 2017. La notizia sconvolse il mondo, il pianeta, l'universo... insomma avete capito, la stampa non ci lasciava in pace e i giornali avevano tutti lo stesso titolo:

"Luciani scappa in America lasciando sul lastrico figlia e moglie"

Ecco, Margherita Florio era rimasta una donna pacata fino a quella mattina: "Bastardo! Lo uccido! " mia madre girava per l'enorme villa come una furia: gli occhi chiari spiritati e i ricci biondi che sembravano serpenti. Per un brevissimo istante pensai fosse la reincarnazione di Medusa.

"E' una tuta quella?" dico puntandole il dito contro e facendo una smorfia di disgusto che non approvò. Infatti me la ritrovai davanti con gli occhi arrossati e spalancati.

Ok,Sto per trasformarmi in pietra

"Arianna, se non fossi la mia unica figlia ti avrei già uccisa con queste due mani!" urla. "Mamma calmati come pensi di risolvere la cosa facendo così?" si girò per guardarmi e pensai che mi avrebbe uccisa sul serio questa volta, invece si ricompose e andò a chiudersi nella sua stanza.

Era passata un'ora da quando mia madre si era chiusa in camera e sapevo che era meglio lasciarla in pace. Insomma mio padre ci aveva abbandonate lasciandoci pochi soldi e scappando in America con la segretaria. Gli uomini erano tutti uguali, bastavano un paio di tette e dieci anni in meno per andare in fibrillazione e non ragionare. Da quel giorno avevo deciso che nel mio cuore ci sarebbe stato posto soltanto per un solo uomo nella mia vita : Max, l'husky che avevo preso con me all'età di otto anni.

Me ne stavo seduta sul divano facendo zapping col telecomando e strafogandomi di gelato al cioccolato quando mia madre avvolta in uno dei suoi abiti griffati e con uno chignon da far venire il mal di testa soltanto a guardarlo, fece capolino in salotto con un trolley Gucci in mano, la guardai con un sopracciglio alzato e dopo alcuni minuti di silenzio disse: "Prepara le tue cose andiamo a New York".

Mi blocco col cucchiaio a mezz'aria e mi riscuoto dal mio stato di trance soltanto quando Max azzanna il cucchiaio mangiando il gelato. "Coooooosa?!" urlo mentre mia madre mi guarda con espressione crucciata e un ghigno sul volto che non le avevo mai visto, come se stesse meditando di distruggere il pianeta, portandomi a pensare di avere di fronte la Cersei Lannister della situazione.

"Hai capito bene Arianna! Non permetterò a quel viscido di mettere le mani sul mio lavoro, sulle mie aziende e sui miei soldi! Se vuole vedermi sul lastrico dovrà uccidermi! " afferma orgogliosa e adirata.

Non potevo darle torto, mio padre non riusciva a gestire le aziende. Come spesso affermava durante le conferenze non era portato per amministrare, così lasciava tutto il lavoro nelle mani della moglie. Per questo motivo i miei nonni paterni avevano sempre amato la nuora. Era stata lei ad ampliare e a rendere grande il lavoro di famiglia, a trattare con i clienti più influenti e a guadagnare cifre stratosferiche in così pochi anni. 

Sospiro guardandola seria: " Con quali soldi pensi di poter partire e addirittura trasferirci lì?"

" I tuoi nonni mi stanno dando una mano, non siamo soli in questa guerra".

Phoenix - NascitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora