Mercoledì 30/09/1987
ClaudioMi sdraio sul letto dopo una stancante giornata di scuola. Il mercoledì non è il massimo ma almeno siamo già a metà settimana, il che vuol dire solo una cosa: festa con Luca. Non che sia molto entusiasta di andare ad una festa del liceo... ci saranno un sacco di ragazzi più grandi e probabilmente nessuno sotto i sedici anni. Ma sono comunque curioso. E poi ci sarà Luca con me... Ah quel ragazzo... mi sento così bene quando sono con lui... Mi sembra quasi di sentire il suo profumo. Lo riconosco subito perché è abbastanza inusuale per un ragazzo della sua età. Di solito i miei compagni, o anche quelli più grandi hanno tutti quell'odore muschiato e forte che di solito vendono. Invece lui no. Lui sa di menta, una fragranza fresca e delicata che mi ricorda l'estate, le giornate al mare e le passeggiate in centro. Tuttavia, la cosa che ammiro di più sono quei magnifici occhi azzurri, azzurri e cristallini come le acque caraibiche ma profondi come l'oceano. Apparentemente sembrano freddi e inespressivi, ma in realtà sono molto dolci, e sembra quasi che riescono a guardare dentro le persone. So che è una cosa assurda ma è proprio l'impressione che mi danno.
Penso, penso, penso e non mi fermo.
Gli ultimi giorni passati in compagnia di Luca sono stati una montagna russa di emozioni, almeno per me. E forse anche per lui, data l'espressione che ha fatto dopo il mio complimento Sembra quasi che ci abbia pensato su tutta la sera... beh non lo biasimo. Non è molto comune sentire una cosa del genere da un ragazzo se non ci sei abituato... E nel caso suo deve essere stato ancora più strano dato che ci siamo conosciuti da poco. Non voglio farmi trascinare dalle emozioni eppure non riesco a resistere, c'è qualcosa in lui che mi attira e mi dice "vieni Claudio, con me sarai al sicuro". Con lui svanisce tutto. Le emozioni negative con lui non esistono. I bulli? Non nominiamoli nemmeno.
Una droga.Ecco cos'è. Come una droga. Una volta che l'hai provata non puoi più farne a meno. Così succede quando sto con Luca. Provo una felicità immensa, ma quando lui non è più con me, tutto mi assale di nuovo e torno miserabile e monotono come al solito. Non mi ero sentito così con nessun'altra persona e non so se definirlo un bene o un male, dato il fatto che probabilmente mi lascerò sfuggire fin troppe cose e finirò per rovinare tutto. E poi lui mi odierà a vita e io sarò di nuovo solo.Guardo l'orologio. Sono le 15:45. Non ho fatto niente e ho una marea di cose da studiare per i prossimi giorni. Lo sapevo. Lo sapevo che non dovevo farmi travolgere dai miei pensieri, ma non ci riesco... dovrei buttare giù qualche riga al posto di tenermi tutto dentro. Magari non sembrerà che devo esplodere da un momento all'altro.
"Claudio" chi è adesso
"Che c'è" rispondo un po' scocciato vedendo poi mia sorella entrare in camera
"Va che la mamma ha detto di sistemare la roba stesa"
"E perché lo stai dicendo a me?"
"Perché la mamma mi ha detto che lo dovevi fare tu"
"Ah sì? Sicura che non è solo una scusa per stare di là a farti le unghie con Giorgia?"
"Io non mi faccio le unghie con Giorgia! Ho da studiare"
"E perché, io no?"
"Apparentemente no, dato che sei stato un'ora stravaccato sul letto a fissare il soffitto"
"Certo che rompi proprio le palle a volte"
"Beh modestamente, sono la migliore come sempre"
"Ma sta' zitta e aiutami va, così finiamo prima"
"Uffa, va bene" risponde un po' svogliata per poi andare sul balcone
Dopo averla raggiunta ritiriamo tutta la roba, in questo caso solo roba mia, di Ambra e di Giorgia, le mie due sorelle. Essendo che in questa siamo in cinque, sei occasionalmente, la mamma ha stabilito dei giorni in base ai colori e ai diversi capi: c'è il giorno dei rossi, quello degli scuri, il giorno delle lenzuola e quello di tutta la biancheria intima. Poi il resto va da sé in base a quanta roba c'è da lavare. Ormai ho imparato a memoria la tabella organizzativa così so quali giorni mettere cosa.
"Claudio, cosa stavi pensando? Prima sul letto, sembravi in un altro mondo"
"Mh? No niente di che"
"A me quel niente di che sembrava molto profondo. C'è qualcosa che non va?" Sì, in effetti c'è qualcosa che non va... muoio dalla voglia di esternare questo peso che mi sto portando addosso... Ma non posso farlo.
"No, no tranquilla, va tutto bene" dico invece cercando di rassicurarla
"Se lo dici tu... comunque sai che a me puoi dire tutto mh? Quando sarai pronto, mi dirai cosa stavi pensando prima"
"Ah certo, e perché proprio a te dovrei dirla?"
"Beh innanzitutto io sono tua sorella e ci siamo detti sempre tutto. Secondo... se non me la dici andrò a chiederla a quel tuo amico di cui parli ultimamente"
"Chi?"
"Lo sai. Ora vado di là... anzi, non è che mi aiuteresti a fare inglese?"
"Non oggi, ho una marea di cose da fare, magari domani"
"Una marea di cose da fare... e te ne stavi lì impalato a non fare nulla mh?"
"Ma smettila! Ero stanco. Ora esci da camera mia e torna di là"
"D'accordo, e continua così con quel tuo amico, stai andando alla grande"
"E esci!" la spingo via chiudendo la porta ma poi mi ricordo di una cosa e riapro la porta vedendo che già tornava verso camera sua
"Ambra aspe, mi è venuta in mente una cosa"
"Cosa vuoi"
"Mi metti su l'acqua per il tè?"
"Scordatelo" mi dice ridendo e facendomi uno scherzoso dito medio per poi chiudersi la porta alle spalle. La guardo ridendo rispondendole un "Grazie" ironico. Chissà però cosa pensa... in effetti ci siamo sempre detti tutto, ma è da quando abbiamo iniziato il liceo che ha iniziato ad essere un po' più... riservata, diciamo. Sembra più intensa... Non so cosa le passi per la testa... non ci parliamo più come prima. Magari parlarle di quella cosa ci aiuterà e magari riprenderemo a confidarci come prima.Vado in cucina a preparare il tè, ma talmente sono immerso nei miei pensieri che al posto di mettere l'acqua nella teiera, la metto direttamente in una tazza e metto quest'ultima sul gas. Mi accorgo del mio errore e rimedio versando il contenuto nella teiera mettendola a scaldare per bene.
Mentre bolle l'acqua inizio a pensare di nuovo. Oltre a Luca, c'è un altro pensiero che mi torna in mente... no. Non voglio pensarci adesso... mi farò solo male. Devo solo evitarlo, tutto qui. Fortuna vuole che siamo stati sempre su piani diversi. Ma quest'anno c'è Luca... magari mi darà una mano. Cerco di scrollarmi il pensiero di dosso e concentrarmi su Luca. Così...dolce? Sì, è la parola giusta. Dolce e caldo? Perché sento un improvviso calore proveniente dalla mia mano destra? Ahia, brucia. Oh cazzo!
"AMBRA!" chiamo mia sorella urlando lasciando che la tazza che ho in mano cada al suolo frantumandosi
"Ambra cazzo, corri!" dico mentre metto giù subito la teiera chinandomi per cercare di rimediare al disastro che c'è in terra.
"Che vuo- Claudio! Che hai combinato"
"Sbrigati e apri l'acqua del rubinetto! Aish, fa malissimo!"
"Ma che stavi facendo!? La cucina è un macello" dice aprendo l'acqua del rubinetto e andando poi a prendere la scopa per pulire il pavimento dai cocci della tazza. Io ci metto la mano sotto.
"Nulla, stavo solo facendo un tè... evidente mente ero sovrappensiero ho preso in mano tazza e teiera, ma mentre versavo l'acqua ho mancato la tazza e mi sono versato l'acqua bollente sulla mano" tolgo la mano dal getto diretto del rubinetto, fastidioso per la pelle della mia mano, che, rovinata, aveva ormai assunto un colore rosso fuoco e che bruciava immensamente.
"Cazzo brucia!" mi siedo continuando a soffiare e a scuotere la mano cercando di alleviare il dolore
"GIORGIA" urla mia sorella con la sua voce squillante. Come minimo l'avrà sentita tutto il cortile.
"Arrivo, cosa vuoi! -dice mia sorella arrivando in cucina e lanciandomi un'occhiata- Claudio che hai fatto?"
"Vai a prendere il kit di pronto soccorso, sbrigati" le dice mentre finiva di radunare gli ultimi pezzettini. Poi si rivolge a me porgendomi uno straccio bagnato con acqua fresca
"Vado un attimo a prendere l'aspirapolvere, siediti al tavolo. Ora sistemiamo tutto"
"Sì..." le dico con voce leggermente incerta, chiaramente ancora scosso dall'accaduto. Come ho fatto!
"Grazie Giorgia -dico alla mia sorellina che mi porge il kit di pronto soccorso- aiuta tua sorella e sistema la cucina, per favore. Ci mettiamo di meno. Occhio all'acqua. Versala in un'altra tazza e mettici dentro una bustina. Ho ancora voglia di tè"
"Agli ordini vossignoria-dice ridacchiando- ma come hai fatto?"
"Nulla, ero sovrappensiero e mi sono versato l'acqua rovente sulla mano"
"Certo che voi maschi siete proprio scemi" Ambra. Ecco chi deve averle detto ste cose. Entrambi ridiamo.
"Ehi! Parla per te!"
"Guarda che sto solo dicendo il vero. Anche nella mia classe i ragazzi sono tutti scemi"
"Vabbè guarda, lascio perdere che è meglio" dico sospirando osservando il sorrido monello di Giorgia.
"Ok-dice mia sorella mentre porge a Giorgia l'aspirapolvere- e tu, passa quella per favore. Almeno così in abbiamo il rischio di trovarci pezzettini sotto i piedi"
"Va bene. Io poi torno idi là a finire le mie cose"
"Ok. Fallo sul serio però. Quest'anno hai gli esami"
"E che palle, esami di qui, esami di là, smettila di ripeterlo!" dice scocciata coprendo poi i suoni con l'aspirapolvere.
"Ok, dammi la mano -dice mentre lentamente le porgo la mano scottata. Lei rimuove lentamene il panno constatando poi quanto fosse grave o non la ferita. Apparentemente la bruciatura copre una bella superficie- lo sai che ti lascerà una cicatrice?"
"Sì, ora smettila di parlare, io sto soffrendo qui"
"D'accordo, calmo. Ora ti brucerà un po'"
"Come se già non faccia male- AHIA! Fai più piano cavolo!" dico ritirando la mano d'istinto
"Scusa, dai, da' qua" mi prende la mano più dolcemente cominciando a passarci il disinfettante e poi mettendoci sopra una pomata.
"Ok, fatto. Diremo tutto alla mamma quando torna. E cambieremo le bende domani mattina prima di andare a scuola -dice fasciandomi la mano- così cerchiamo di evitare che si infetti. Menomale che è la destra"
"Ma dove le hai imparate ste cose?"
"Talento naturale. E poi sai, c'è un libro in salotto. Un approfondimento sul pronto soccorso. L'aveva comprato la mamma... beh tu sai quando. Così ho deciso di leggerlo. Per essere più... preparata, ecco"
"Scusa... e grazie di avermi aiutato"
"Non c'è bisogno, Tranquillo. Ora vai in camera a fare i compiti. E prendi il tuo tè. Solo, sta attento a non rovesciatelo addosso un'altra volta"
"D'accordo mamma" le dico ridacchiando.
Se c'è una cosa che ho imparato oggi è che i pensieri possono essere pericolosi.Bene bene, spero vi piacciano queste scene in casa Limonta, un po' di quotidianità fraterna non fa male... ah no invece sì. Scusate se ho fatto soffrire Claudio, ma mi è venuta così
Alice
STAI LEGGENDO
lui
Romance1987, Nord Italia Luca è un normale ragazzo italiano di diciotto anni, che frequenta un normale liceo scientifico e abita in un normale paesello della provincia di Milano. Un giorno però tutta la sua esistenza viene sconvolta: incontra Claudio. Clau...